Congedo di paternità per la madre intenzionale, Meritocrazia Italia: ora tocca al Parlamento
Meritocrazia Italia chiede che si provveda con urgenza all’estensione delle tutele a tutte le famiglie omogenitoriali

Con sentenza pubblicata in questi giorni, la Corte costituzionale ha stabilito che anche la madre intenzionale nelle coppie omogenitoriali femminili ha diritto al congedo di paternità obbligatorio, ovvero dieci giorni retribuiti al 100%.
Secondo i giudici la discriminazione era irragionevole e la disparità di trattamento rispetto alle coppie eterosessuali ingiustificata e in violazione del principio di eguaglianza e degli impegni assunti a livello europeo. È stato giustamente evidenziato che l’interesse del minore a essere accudito da entrambi i genitori, indipendentemente dall’orientamento sessuale, è centrale e che la madre intenzionale, in quanto compartecipe delle responsabilità genitoriali, svolge una funzione assimilabile a quella paterna.
Un passo in avanti per la parità dei diritti
I limiti, però, sono ancora tanti. Intanto la pronuncia riguarda esclusivamente le coppie femminili con figli nati da procreazione medicalmente assistita all’estero, escludendo le coppie gay maschili che ricorrono alla gestazione per altri, anche quando questa avviene legalmente in altri Paesi. Inoltre, il diritto al congedo resta subordinato all’iscrizione nei registri dello stato civile, procedura che molti Comuni continuano a rifiutare, rendendo l’accesso al beneficio disomogeneo.
Il tema del congedo non esaurisce le tutele, restano fuori altre questioni fondamentali come l’accesso alla pma per le coppie omosessuali o il riconoscimento dei diritti successori.
È forse il momento di un intervento del legislatore, che affronti in maniera sistemica queste problematiche. Affidando alla sola giurisprudenza il compito di colmarne i vuoti, il rischio è che i diritti fondamentali debbano essere sempre conquista di singoli, costretti ad affrontare lunghi e costosi processi. Si aggiunge una frammentarietà degli interventi che non aiuta, e inevitabilmente lascia fuori tante questioni delicate e fondamentali.
È clamoroso il divario rispetto ad altri Paesi europei come Spagna e Germania, dove le coppie omogenitoriali hanno accesso a tutti i congedi parentali e a procedure più semplici per il riconoscimento della genitorialità. Anche considerata l’ultima pronuncia della Corte costituzionale, non si vede perché non estendere i congedi parentali oltre i dieci giorni obbligatori e garantire che la ripartizione dei mesi facoltativi sia accessibile anche alle coppie omogenitoriali, incluso il caso in cui entrambe le madri abbiano un legame biologico con il figlio. Dal punto di vista pratico, poi, malgrado l’INPS abbia modificato il sistema telematico in seguito a una condanna, continuano a esserci ostacoli concreti, come moduli non adeguati ai genitori non biologici.
Mancando, allo stato, una visione legislativa che riconosca il valore della genitorialità ‘come progetto e non come destino biologico’, Meritocrazia Italia continua a rivendicare la necessità di una reale parificazione dei diritti.
Chiede pertanto che si provveda con urgenza:
- all’estensione delle tutele a tutte le famiglie omogenitoriali, inclusi i padri gay;
- all’adeguamento degli standard nazionali a quelli europei superando le logiche emergenziali;
- alla retroattività e uniformità nelle registrazioni anagrafiche.
La sentenza rappresenta un primo passo importante, ma non può e non deve rimanere l’ultimo. Ora tocca al Parlamento fare la sua parte, trasformando questa pronuncia in un punto di partenza per garantire una vera parità dei diritti, un traguardo irrinunciabile in un Paese civile come l'Italia.