Congedi e permessi per malattia o morte di cani e gatti domestici: cosa dice la proposta di legge
Tre giorni di permesso retribuito in caso di morte e otto ore all'anno per malattia di cani o gatti domestici

Gli animali domestici sono parte della nostra vita e - come si dice spesso - sono veri e propri membri della famiglia. E quando stanno male o - peggio - se ne vanno, anche noi soffriamo.
In questa direzione va la proposta di legge presentata dal deputato di Alleanza Verdi e sinistra Devis Dori per permettere ai lavoratori di ottenere congedi e permessi per malattia o morte di cani e gatti.
Congedi e permessi per malattia o morte di cani e gatti domestici
"Gli animali sono considerati a tutti gli effetti parte del nucleo familiare, alla stregua di una persona. E quindi anche le normative vanno adeguate perché conosciamo tutti il dolore che può provocare la loro perdita o la loro malattia", spiega il proponente a Open.

Secondo Dori il proprietario di cane e gatto deve quindi avere il diritto di elaborare il lutto in caso di decesso e di prestargli le cure necessarie in caso di malattia.
Il documento parla di "animali d'affezione", ma si riferisce solo a cani o gatti per una questione tecnica: con i microchip e l'iscrizione obbligatori all'anagrafe degli animali da compagnia, sono facilmente tracciabili.
Cosa prevede la proposta di legge
La proposta interverrebbe sulla legge n. 53 del 2000, che disciplina i congedi parentali e i permessi per motivi familiari e che, allo stato attuale, non contempla il lutto per la perdita di un animale domestico. Così, chi si trova in questa condizione è tenuto a ricorrere a ferie o permessi personali, oppure a presentarsi comunque sul posto di lavoro.
"Uno stato che, in caso di mansioni pericolose, può rappresentare un fattore di rischio", si legge nel testo della proposta.
Nel concreto, la proposta di legge prevede tre giorni di permesso retribuito in caso di morte e otto ore all'anno per malattia di cani o gatti domestici.
Oltre il 40% delle famiglie italiane ha almeno un cane o un gatto
Oggi oltre 40 % delle famiglie italiane vive con almeno un cane o un gatto, e secondo alcune indagini, questa percentuale potrebbe salire fino al 56 % se si includono anche altri animali (pesci, uccellini, conigli, rettili). È un segnale chiaro: gli animali sono ormai parte integrante del nostro vivere quotidiano, al Nord come al Sud.
Più al Sud
Secondo i dati più recenti dell’Eurispes (2024), il 40,5 % delle famiglie del Sud Italia ha almeno un animale domestico. Una percentuale superiore rispetto a tutte le altre macro-aree, inclusi il Nord-Ovest (38 %), le Isole (39,2 %), il Centro (37,3 %) e il Nord-Est (31,7 %).
Cani al Sud, gatti al Nord
Una delle differenze più marcate tra le due Italie riguarda il tipo di animale preferito. Nelle regioni del Sud e nelle Isole prevale il cane: compagno fedele, spesso anche parte della vita di quartiere. È frequente, infatti, vedere cani liberi ma accuditi dalla comunità, una figura molto diversa dal cane da appartamento tipico del Nord.
Al Nord, invece, è molto diffuso il gatto domestico. In città come Milano, Torino o Bologna, l’animale preferito è spesso silenzioso, indipendente e perfetto per la vita urbana. Anche la gestione è diversa: al Nord c’è maggiore incidenza di animali registrati, sterilizzati e assicurati.
Chi ha più animali in casa?
Anche se al Sud c’è una percentuale più alta di famiglie con almeno un animale, al Nord-Ovest si riscontra una maggiore presenza di animali multipli nella stessa casa. In Lombardia, Piemonte e Liguria, molte famiglie hanno più di un cane o gatto, o addirittura entrambe le specie.