Conferenza ripresa Ucraina: l'Italia ha attivato impegni per 10 miliardi di euro
Zelensky: "Grazie Italia". I volenterosi: "Forze di pace a guerra finita"
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La quarta edizione della Conferenza per la Ripresa dell’Ucraina, tenutasi il 10 e 11 luglio al centro congressi La Nuvola di Roma, ha segnato un nuovo slancio politico ed economico nel sostegno internazionale a Kiev.
Con la partecipazione di circa 3.500 persone, tra cui leader politici, rappresentanti del terzo settore e circa 2.000 aziende, l’Italia ha assunto un ruolo centrale annunciando impegni per oltre 10 miliardi di euro destinati alla ricostruzione del Paese aggredito da oltre tre anni di guerra.
“Mi piace pensare che questa conferenza possa essere il punto di partenza per il miracolo economico dell’Ucraina”, ha dichiarato la presidente del Consiglio GiorgiaMeloni, sottolineando come il piano russo di “piegare gli ucraini con il freddo, la fame e la paura” sia fallito. "La pace si costruisce non con i buoni propositi, ma con la deterrenza e con l’unitàdell’Occidente", ha affermato.
Un piano Marshall per Kiev
A evocare l’idea di un “PianoMarshall” è stato lo stesso presidente ucraino Volodymyr Zelensky, il quale ha espresso profonda gratitudine all’Italia:
“Contiamo sull’Italia che sarà molto attiva in questo percorso. Tutto ciò che ha distrutto la Russia può essere ricostruito”. Le bombe russe che hanno colpito Kiev proprio alla vigilia della Conferenza non lasciano dubbi, secondo Zelensky: “La Russia non vuole la pace”.
Volodymyr Zelensky e Giorgia Meloni
La sua richiesta è chiara: un piano di recupero e resilienza su larga scala, con al centro le persone, come ha ribadito anche la first lady OlenaZelenska.
Secondo le stime della Banca Mondiale, la ricostruzione dell’Ucraina richiederà almeno 500 miliardi di euro. La conferenza di Roma ha prodotto circa 200 accordi per un valore complessivo superiore ai 10 miliardi, una cifra inferiore ai 16,5 miliardi raccolti lo scorso anno a Berlino, ma con un significativo rafforzamento politico della coalizione internazionale.
Armi e deterrenza: la via occidentale alla pace
Al centro della strategia emersa a Roma c’è un cambio di passo nella postura occidentale: più armi all’aggredito, più sanzioni all’aggressore, in attesa di un cessate il fuoco. È proprio in questa cornice che è stato annunciato un piano di peacekeeping, pronto a essere attivato “quando arriverà il momento della pace”, come affermato dai membri della Coalizione dei Volenterosi, guidata da Francia e Regno Unito.
I partecipanti alla Conferenza
Per la prima volta, anche gli Stati Uniti hanno preso parte ai colloqui della Coalizione, con la presenza dell’inviato speciale KeithKellogg, un segnale che Meloni ha definito “potente” e “fondamentale per l’unità dell’Occidente”. Zelensky ha definito questa partecipazione “un segnale politico di fiducia importantissimo”, mentre da Londra e Berlino sono arrivati messaggi di fermezza sia a Mosca che a Washington: “Siamo sulla stessa barca e ci spendiamo per lo stesso ordine mondiale”, ha affermato il cancelliere tedesco Friedrich Merz.
L’Europa in prima linea
La presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen ha annunciato la creazione di un Fondo europeo per l’Ucraina, definito come “il più grande fondo di partecipazione azionaria a livello mondiale a sostegno della ricostruzione”.
Giorgia Meloni e Ursula von der Leyen
Von der Leyen ha invitato i 27 Stati membri a comprare armi direttamente dall’industria della difesa ucraina, che attualmente opera al 60% della sua capacità, contribuendo così anche al rafforzamento dell’economia del Paese.
Nel corso della conferenza, il ministro degli Esteri Antonio Tajani e il ministro ucraino Oleksii Kuleba hanno siglato due accordi bilaterali: uno per il ripristino dei beni culturali di Odessa, l’altro per l’efficienza idrica della città.
La risposta russa
La reazione di Mosca è stata durissima. L’ambasciata russa in Italia ha bollato l’evento come una manifestazione di “brama di dominio, avidità e ingordigia” da parte dei leader occidentali, accusandoli di “distorcere la realtà” e “non voler fermare la guerra ma speculare sulle sue conseguenze”.
Sergej Lavrov
Parallelamente, in un incontro a Kuala Lumpur, il ministro degli Esteri russo SergejLavrov ha riferito al segretario di Stato americano MarcoRubio una “nuova idea” di Mosca per l’Ucraina, che potrebbe “potenzialmente aprire la strada a un percorso verso la pace”, da sottoporre al presidente Donald Trump.
Verso una ricostruzione europea
Oltre al sostegno militare, la conferenza di Roma ha posto le basi per una rinascita economica ucraina ispirata al modello italiano del dopoguerra. “L’Italia ha vissuto un boom dopo la Seconda guerra mondiale, ora vogliamo ispirare il miracolo economico ucraino”, ha affermato Meloni. La sfida ora è duplice: resistere all’aggressione russa e costruire un’Ucraina europea, libera e prospera, pronta per l’integrazione con l’Unione europea.