L'interrogativo

Come si fa a comprare il gas dall'Egitto dopo i casi Regeni e Zaki?

Dopo l'accordo di Eni con lo stato del discusso presidente Abdel Fattah al-Sisi. Ma anche i recenti accordi con Libia, Congo e Azerbaijan pongono i medesimi quesiti.

Come si fa a comprare il gas dall'Egitto dopo i casi Regeni e Zaki?
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Come si fa a comprare il gas dall'Egitto dopo i casi Regeni e Zaki? Scomodando la celeberrima frase di Antonio Lubrano, "la domanda sorge spontanea".

E così, puntuale come un orologio svizzero, ecco che non solo la domanda è sorta spontanea, ma subito è servita, in tipico spirito italiano, anche la polemica.

E il dibattito è aperto.

Come si fa a comprare il gas dall'Egitto dopo i casi Regeni e Zaki?

L'interrogativo è stato posto quasi subito dopo la notizia dell’ultimo accordo sottoscritto da Eni in Egitto, del presidente Abdel Fattah al-Sisi. A lui si imputano gli ostacoli al processo a carico dei quattro agenti della Nsa accusati del sequestro, delle torture e dell’omicidio di Giulio Regeni.

Ma l'Egitto è finito poi sotto la lente internazionale per aver tenuto per quasi due anni in carcere Patrick Zaki e che non lo ha ancora scagionato dalle accuse di diffusione di false notizie.

Senza contare la gestione degli equilibri interni tra sostenitori e oppositori del presidente.

I dubbi sui precedenti accordi

In realtà già nelle scorse settimane gli accordi "alternativi" stabiliti dall'Italia per l'acquisto del gas avevano fatto storcere il naso a più di qualcuno.

Basti pensare alle forniture previste con Libia, Azerbaijan e Congo. Molti osservatori attenti alla politica economica internazionale avevano infatti fatto notare le "posizioni in classifica" decisamente nelle retrovie dei tre Stati per quanto riguarda il rispetto dei diritti umani e della libertà di stampa.

Al tirare delle somme, dipendendo dall'estero la "coperta" è corta laddove il fabbisogno energetico del Paese va a scontrarsi con il rigore morale ed etico.

Il tutto, commentano gli osservatori più fini e maliziosi rimette però completamente in discussione anche il recente dibattutissimo interrogativo del nostro premier Mario Draghi:

"Volete la pace o il condizionatore acceso?"

I dubbi del Pd

A rilanciare la questione in chiave Egitto e riguardo appunto agli ultimissimi accordi sul gas è stato il segretario nazionale del Partito democratico, Enrico Letta:

"E' evidente che la vicenda drammatica di Giulio Regeni è lì ma mi fido che il governo sappia gestire al meglio tutte queste situazioni. Mi fido anche del fatto che il governo saprà gestire al meglio la ricerca di fonti alternative rispetto alla Russia che andranno per forza trovate"

Proprio quest'ultimo passaggio alla fine sottintende che di soluzioni alternative pratiche alla fine non è ce ne siano, soprattutto nel breve periodo.

Le bacchettate di Calenda e "la retorica egiziana"

Un concetto, del resto, ribadito anche dal leader di Azione, Carlo Calenda che ha bacchettato senza mezze misure il segretario dem:

"Enrico Letta deve indicare una soluzione, se dice che l'Italia non deve importare Gas dalla
Russia ma neanche dall'Egitto, altrimenti è solo retorica. Vuoi lo stop immediato e totale
al gas russo ma non vuoi il gas egiziano perché l'Egitto viola i diritti umani. Però non vuoi neanche il carbone per sostituire temporaneamente il gas russo, perché inquina. Hai una soluzione o facciamo solo retorica?
"

A dar man forte alle posizioni di Letta nelle scorse ore era arrivato anche il commento dell'ex presidente della Camera Laura Boldrini ("Gas dalla Russia all'Egitto, dalla padella alla brace").

"Difficile rimanere nell'etica"

Sulle pizione di Carlo Calenda e Azione anche Stefano Fassina parlamentare di Liberi e Uguali:

"Russia, Egitto, Arabia Saudita, finché non arriviamo all'autosufficienza energetica è davvero
complicato rimanere esclusivamente sul terreno etico. Siccome Regeni è italiano l'Egitto no, ma l'Arabia Saudita sì perché Khashoggi è Saudita? Quando acquistiamo gas dall'Egitto, non siamo noi che facciamo un favore ad Al Sisi. È lui che fa un favore a noi. Se noi non lo compriamo, ha la fila fuori la porta. Ai fini sacrosanti di avere giustizia per Giulio Regeni è assolutamente inutile. Dobbiamo trovare canali efficaci
"

La posizione del Centrodestra

Per il Centrodestra, e nella fattispecie per Forza Italia, in queste ore è intervenuto anche il coordinatore nazionale azzurro Antonio Tajani:

"Le sanzioni alla Russia comportano un sacrificio per tutti gli europei, la difesa di valori e
principi ha un prezzo ma bisogna che non ricada su cittadini e imprese. Quindi bisogna far di tutto per impedire che ciò accada e dobbiamo trovare alternative alle forniture di gas russo perché non ci sia dipendenza. Perciò giudichiamo positivamente che si cerchino in realtà diverse dalla Russia, se l' obiettivo è quello
"

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