Come il Governo Meloni intende riformare la Giustizia: intercettazioni nel mirino
Il nuovo ministro Nordio ha presentato le sue linee programmatiche
Garantire il massimo delle garanzie a indagati e imputati e certezza della pena. Sono i due "fari" individuati dalla premier Giorgia Meloni per l'attuazione della riforma della Giustizia. Il presidente del Consiglio dei Ministri, da Tirana, ha "benedetto" la relazione sulle linee programmatiche del titolare del Dicastero della Giustizia Carlo Nordio presentata in Senato. Una riforma che riguarderà in particolare le intercettazioni telefoniche, ma non solo.
Come il Governo Meloni intende riformare la Giustizia
Nordio, in commissione al Senato, ci è andato giù duro sul tema.
"Le intercettazioni attraverso la diffusione selezionata e pilotata sono diventate strumento micidiale di delegittimazione personale e spesso politica. L’obbligatorietà dell’azione penale si è tradotta in un intollerabile arbitrio perché il pubblico ministero può trovare spunti per indagare nei confronti di tutti senza rispondere a nessuno".
Insomma, Nordio vorrebbe dare una profonda revisione al sistema, in senso - per citare proprio le parole del ministro - liberale e garantista.
Il "no" dell'Associazione nazionale magistrati
Le parole del ministro, però, non sono piaciute a tutti. Il presidente dell'Anm (Associazione nazionale magistrati) Giuseppe Santalucia, sentito dall'Ansa, ha parlato dell'importanza delle intercettazioni soprattutto in alcune situazioni:
"Le intercettazioni sono uno strumento importantissimo soprattutto nel contrasto alla la criminalità mafiosa e terroristica. Proprio la presenza radicata delle organizzazioni mafiose in Italia spiega l'uso superiore a quello di altri Paesi che si fa delle intercettazioni in Italia. Siamo assolutamente d'accordo che non debbano causare lesioni al diritto di riservatezza e una legge è stata fatta qualche anno fa per questo. Vorremmo sapere dal ministro, prima dell'annuncio della riforma, se quella legge ha funzionato o meno".
Non solo intercettazioni: l'abuso d'ufficio e le carriere
Non ci sono state però solo le intercettazioni telefoniche nel discorso di Nordio. Recentemente Giorgia Meloni aveva parlato di una riforma del reato di abuso d'ufficio con l'obiettivo di tutelare maggiormente i sindaci nelle loro azioni. E il Guardasigilli è andato in quella direzione, con l'ausilio dei numeri.
"Sul reato di abuso d’ufficio le statistiche sono a dir poco allarmanti. Su 5.400 procedimenti nel 2021, 9 si sono conclusi con condanne davanti al gip e 18 in dibattimento. Si tratta di procedimenti che hanno un costo medio insostenibile per i quali occorre acquisire materiale cartaceo e pareri che confondono i magistrati e si riducono in assoluzioni, non luoghi a procedere o archiviazioni".
Insomma, tanti processi inutili e costosi, che pesano sulle casse dello Stato e rallentano una Giustizia che già di per sé non è proprio un fulmine...
Nella relazione di Nordio c'è stato spazio anche per l'annoso tema della separazione delle carriere:
"Non ha senso che il pm appartenga al medesimo ordine del giudice perché svolge un ruolo diverso".