SOTTO LA LENTE DELL'EUROPA

Ci voleva il Mes per mettere d'accordo i leader "litigarelli" della Lega

I due uomini leader della Lega divisi praticamente su tutto allineati sul meccanismo europeo di stabilità. Che farà l'Italia?

Ci voleva il Mes per mettere d'accordo i leader "litigarelli" della Lega
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Ci voleva il Mes per mettere d'accordo Salvini e Giorgetti, leader della Lega spesso un po' "litigarelli". 

Perché in queste ultime ore i due ministri, segnati da una rivalità ormai quasi logorante all'interno del loro partito, sul "no" al Meccanismo europeo di stabilità hanno trovato quasi incredibilmente un punto d'intesa.

E per i due, che spesso e volentieri si trovano a dire cose l'esatto opposto l'uno dall'altro è già una notizia non di poco conto.

Il "no" al Mes, prima Salvini poi Giorgetti

Era stato per primo il leader (ufficiale e ancora in pectore) nonché vice presidente del Consiglio e Ministro dei Trasporti e Infrastrutture, Matteo Salvini a rompere il ghiaccio e a manifestare la propria contrarietà al documento economico dell'Europa.

Lo aveva fatto senza troppi giri di parole parlando apertamente di "una follia":

"E' un documento che non ha le gambe, se lo votino loro, non serve all'Italia".

E a stretto giro di posta è arrivato l'allineamento (ancora più autorevole considerando le deleghe in materia) proprio del nostro Ministro delle Finanze.

La posizione del Ministro: "L'Italia non firma"

Perplessità dunque manifestate anche da Giorgetti che a margine di una riunione dell'Ecofin in Lussemburgo si è soffermato sulla questione del fondo salvastati europeo e ha commentato lapidario:

"Il Parlamento non è nelle condizioni di approvarlo e non lo approva. Pensare di farlo a breve è come buttare del sale su una ferita".

E ancora, argomentando in maniera più articolata:

"Quello che c'è di nuovo è  che per la prima volta sono state fatte delle riflessioni recependo anche delle critiche che abbiamo sempre fatto per cercare di cambiare il Mes e portarlo verso un utilizzo tipo un fondo sovrano europeo, ad esempio in tema di difesa, evitando che i singoli Stati nazionali si debbano indebitare o spendere a livello nazionale".

"Mes, sì", quando a fine anno erano arrivate le smentite

Eppure a fine dello scorso anno proprio Giorgetti si era trovato nella condizione di dover smentire alcune sue posizioni sul Meccanismo europeo di stabilità.

Soprattutto quando erano iniziate a circolare voci circa il suo giudizio favorevole alla ratifica.

Indiscrezioni che il "guru economico" della Lega aveva però seccamente negato:

"Non ho mai detto che l'Italia avrebbe ratificato il Mes, ho semplicemente detto che, dopo quattro rinvii, sarebbe una cosa seria se il nostro Parlamento prendesse una posizione".

Un ammonimento non di poco conto se si pensa che l'Italia, non senza polemiche e tensioni all'interno della maggioranza e del Governo è l'unico Paese in Europa a non aver ratificato il Meccanismo economico di stabilità.

Cos'è il Mes?

Ma di fatto cos'è il Meccanismo economico di stabilità che sta mettendo in scacco (e forse in crisi) l'Esecutivo guidato da Giorgia Meloni?

Si tratta di un'organizzazione intergovernativa tra i paesi che fanno parte dell'Eurozona che fornisce aiuto finanziario alle nazioni in gravi difficoltà economiche.

Dopo la crisi economica degli scorsi anni e dopo la drammatica esperienza del Covid, il Mes dunque si presenta come un elemento in apparenza e potenzialmente trainante dell'unione monetaria per rispondere alle esigenze, alle criticità e alle problematiche dei vari Stati.

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