Dopo gli ultimi episodi

Chi aggredisce i professori a scuola potrebbe presto finire in carcere

A Casarano un ragazzo ha chiamato il padre "per spaccare la faccia al prof", a Roma braccialetto elettronico per due genitori

Chi aggredisce i professori a scuola potrebbe presto finire in carcere
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Negli ultimi giorni è tornato di grande attualità il fenomeno delle aggressioni ai docenti a scuola. Terribile, in questo senso, quanto accaduto a Casarano, in provincia di Lecce, al professor Sergio Manni, 65 anni, che ha dovuto rifugiarsi in bagno per salvarsi dopo che un suo studente, appena richiamato, ha telefonato al padre dicendogli:

"Vieni a scuola a spaccare la faccia al prof".

Una vicenda scioccante, che ha fatto il giro d'Italia e che ha suscitato una profonda indignazione anche nel ministro dell'Istruzione Giuseppe Valditara, che ha contattato il collega alla Giustizia Carlo Nordio proponendogli di inasprire le pene per le aggressioni al personale scolastico, con l'arresto in flagranza di reato.

"Vieni a scuola a spaccare la faccia al prof"

Quanto è successo a Casarano è davvero incredibile. Dopo che Manni ha segnato un rimprovero a uno studente (che non sarebbe peraltro nuovo a comportamenti "sopra le righe") il 16enne ha chiamato il padre per chiedergli di presentarsi a scuola e picchiare il docente.

E venti minuti dopo sono effettivamente arrivati il genitore e il figlio maggiore, che hanno incrociato il professore nei corridoi, minacciandolo e strattonandolo.

A quel punto Manni si è rifugiato in bagno e soltanto l'intervento della Polizia Locale (che lo ha scortato alla sua auto dopo aver identificato i responsabili) ha riportato la calma. Il giorno dopo, però, il ragazzo è tornato in aula come niente fosse, e si è reso protagonista di un altro episodio: ha proiettato un film hard sulla lavagna multimediale della classe.

Perseguitano la maestra del figlio, braccialetto elettronico per i genitori

L'ultimo caso è invece proprio di queste ore e si è effettivamente risolto con l'arresto di due persone, un 44enne e una 48enne, che sono stati fermati dai Carabinieri. A far scattare le manette la denuncia dell'insegnante della scuola elementare del figlio, che a dicembre 2024 aveva raccontato di essere vittima di condotte persecutorie da parte della coppia, che l'avrebbe più volte minacciata e aggredita verbalmente. In un'occasione, addirittura, la madre avrebbe brandito un bastone contro di lei.

Proprio questo episodio - l'ultimo di una lunga serie - avrebbe convinto la docente a sporgere denuncia.

I carabinieri hanno dunque eseguito il provvedimento del gip che prevede l'applicazione del braccialetto elettronico nei confronti degli indagati con il divieto di comunicare con qualsiasi mezzo con l'insegnante e non avvicinarsi ai luoghi da lei frequentati, in particolare l'abitazione e la scuola.

Valditara e Nordio: cosa intende fare il Governo

A seguito dell'ennesimo episodio, il ministro dell'Istruzione e del Merito Giuseppe Valditara - che già con la sua riforma ha stretto le maglie sul voto in condotta - ha chiamato il collega alla Giustizia Carlo Nordio proponendo di estendere la misura dell’arresto in flagranza di reato alle aggressioni nei confronti del personale scolastico.

 

Il ministro dell'Istruzione e del Merito Giuseppe
Il ministro dell'Istruzione e del Merito Giuseppe Valditara

“Stiamo lavorando insieme su una norma in questa direzione. Il Governo e il Ministro dell’Istruzione e del Merito sono accanto ai docenti e al personale tutto che devono sentire forte la presenza costante delle Istituzioni”, ha dichiarato Valditara.

Il plauso dei presidi

Una mossa, quella del ministro, che ha incontrato subito il favore dell'Associazione nazionale presidi e del suo presidente Antonello Giannelli:

“Si tratta di una iniziativa che va nella direzione da noi richiesta qualche tempo fa. I dirigenti scolastici, i docenti e il personale ATA non possono più essere oggetto di aggressioni e violenze divenute negli ultimi anni sempre più frequenti”.

“Ringrazio il Ministro per la sensibilità che ha dimostrato: da tempo sostengo che sia necessario equiparare le aggressioni al personale della scuola a quelle perpetrate nei confronti dei sanitari. Il personale della scuola deve essere messo nelle condizioni di svolgere il proprio importante lavoro serenamente, consapevole di essere tutelato e di avere dalla propria parte le Istituzioni e la stragrande maggioranza delle famiglie”.

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