Altra rogna per la Meloni?

Cervelli in fuga statevene pure all’estero, di soldi per farvi rientrare non ce n’è

Le associazioni degli italiani all'estero fanno partire la protesta e chiedono al Governo di rivedere le proprie decisioni. Lanciata anche petizione on line

Cervelli in fuga statevene pure all’estero, di soldi per farvi rientrare non ce n’è
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Il dibattito e la ricerca di soluzioni potrebbero forse interrompersi ancor prima di iniziare.

Perché sull'ormai annosa vicenda dei "cervelli in fuga" all'estero brutte notizie sembrano arrivare dai contorni della manovra di bilancio approvato nei giorni scorsi dal nostro Governo.

"Cervelli nostrani", la fuga continua?

Se infatti tutto dovesse andare nella primissima lettura che ne hanno dato gli esperti, ai nostri ricercatori, scienziati, ingegneri, fisici, impegnati all'estero non converrebbe affatto pensare all'ipotesi di un rientro nel nostro Paese.

Il motivo? Quello più banale, ma più sostanziale e vitale: i soldi non ce ne sarebbero per rendere appetibile il loro ritorno.

Perché come detto almeno questo è il primo dato di fatto nel guardare ai provvedimenti presi dal Governo.

State dove siete, soldi non ce ne sono.

State dove siete, soldi non ce ne sono per rientrare verrebbe da dire ai nostri connazionali. Un messaggio che sembra supportato dai numeri.

Secondo quanto previsto nella manovra, infatti, il Governo guidato da Giorgia Meloni eserciterà la delega fiscale.

Un provvedimento che di fatto, secondo i critici del documento, metterà un freno ai bonus per attrarre talenti all'estero.

Calcolatrice alla mano, la misura costava alle casse pubbliche 674 milioni l'anno, mentre i beneficiari erano 15mila.

Cosa accadrà con il nuovo anno, le novità

Ecco allora che con l'arrivo del nuovo anno, i dipendenti e autonomi potranno beneficiare di un regime fiscale agevolato per un massimo di cinque anni, con una sforbiciata delle tasse del 50% ma solo fino a 600mila euro di reddito.

Una regolamentazione diversa rispetto a quanto accadeva finora dal momento che a oggi gli "sconti" sulle tasse non prevedono limiti di reddito e possono durare anche dieci anni, con tagli dal 70% al 90%, se si sceglie ad esempio di vivere al Sud.

Le novità che arriveranno con il nuovo anno si concretizzeranno nel fatto che, per avere lo sconto, bisognerà essere stati all’estero per tre anni, contro i due attuali.

Se invece si cambia idea prima di un quinquennio scatterà l’obbligo di restituire tutto con gli interessi.

Le disposizioni del Governo, le proteste

Le nuove misure approvate dal Consiflio dei ministri, nel frattempo non hanno trovato il riscontro positivo delle associazioni di italiani all’estero.

Tanto che è partita una petizione sulla piattaforma Change.org per far cambiare idea a Meloni e ai suoi ministri.

A lanciare l'idea il gruppo Facebook, Controesodo che sta aggiornando delle novità gli italiani all'estero e, oltre a lanciare la petizione on line, ha anche inviato una corposa documentazione al Mef per chiedere di rivedere la bozza del decreto.

La lettera al Mef di Controesodo

In questo caso, un primissimo riscontro ci sarebbe stato secondo quanto raccontato dai coordinatori del gruppo:

"Ci risulta che siano in corso discussioni su modifiche alla bozza del decreto che avevamo inizialmente visionato. Non ne conosciamo al momento il contenuto. Al momento, stiamo lavorando per segnalare a tutti i nostri contatti istituzionali le forti criticità che deriverebbero dalle modifiche restrittive alla normativa, con la speranza che vengano corrette".

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