La Nato sta considerando la possibilità di adottare un approccio più aggressivo nel rispondere agli attacchi informatici, ai sabotaggi e alle violazioni dello spazio aereo da parte della Russia, intensificando così la sua reazione alla cosiddetta guerra ibrida.
Cavo Dragone: “Nato valuta attacchi preventivi contro la Russia”
A riportarlo è il Financial Times, che cita l’ammiraglio Giuseppe Cavo Dragone, presidente del Comitato militare della Nato.
“Stiamo analizzando tutto… Sul fronte informatico, siamo in un certo senso reattivi. Essere più aggressivi o proattivi invece che reattivi è qualcosa a cui stiamo pensando”, ha dichiarato Dragone, sottolineando come l’Alleanza stia valutando nuove strategie per affrontare le minacce ibride.
La replica russa
Le parole dell’ammiraglio italiano hanno subito provocato la reazione di Mosca. La portavoce del ministero degli Esteri russo, Maria Zakharova, ha definito le dichiarazioni di Dragone “un passo estremamente irresponsabile, che indica la disponibilità dell’Alleanza di procedere verso l’escalation”.
“Chi rilascia tali dichiarazioni deve essere consapevole dei rischi che ne conseguono e delle possibili conseguenze, anche per gli stessi membri dell’Alleanza”, ha aggiunto, secondo quanto riportato dall’agenzia Ria Novosti.

Zakharova ha poi sostenuto che le parole del presidente del Comitato militare della Nato rappresentano anche un “tentativo deliberato di indebolire gli sforzi per risolvere la crisi ucraina”.
La portavoce ha puntato il dito contro i vertici dell’Alleanza, accusandoli di attribuire alla Russia “attacchi ibridi, senza alcuna prova del nostro coinvolgimento” e osservando che le dichiarazioni su possibili attacchi preventivi smentiscono il “mito” della natura “puramente difensiva” della Nato. “Le parole dell’ammiraglio italiano infiammano seriamente lo scontro già esistente tra la Russia e la Nato”, ha concluso Zakharova, citando l'”isteria anti-russa fomentata dall’Alleanza e il terrorismo psicologico per l’ ‘imminente attacco’ della Russia ai Paesi membri del blocco”.
“Guerra ibrida”
Secondo l’ammiraglio Dragone, l’Europa è stata recentemente colpita da numerosi episodi di guerra ibrida, alcuni dei quali attribuiti alla Russia. Diversi diplomatici, in particolare provenienti dai paesi dell’Europa orientale, hanno sollecitato la Nato a passare da una semplice reazione a contrattacchi più incisivi.
Dragone ha spiegato che una risposta preventiva potrebbe essere più efficace nel caso di attacchi informatici, dove molti paesi membri dispongono di capacità offensive, mentre risulterebbe più complessa in caso di sabotaggi fisici o intrusioni tramite droni.
“Un attacco preventivo potrebbe essere considerato un’azione difensiva“, ha detto Dragone, ma “è più lontano dal nostro normale modo di pensare e di comportarci”. “Essere più aggressivi rispetto all’aggressività della nostra controparte potrebbe essere un’opzione. Le questioni sono il quadro giuridico, il quadro giurisdizionale, chi lo farà?” ha aggiunto, evidenziando le difficoltà legali ed etiche legate a un simile approccio.
Il successo della missione Baltic Sentry
Il Financial Times ricorda che la Nato ha ottenuto risultati significativi con la missione Baltic Sentry, durante la quale navi, aerei e droni navali hanno pattugliato il Mar Baltico, prevenendo incidenti di sabotaggio di cavi attribuiti a navi legate alla flotta ombra russa nel 2023 e nel 2024.
“Dall’inizio di Baltic Sentry, non è successo nulla. Quindi questo significa che questa deterrenza sta funzionando“, ha sottolineato Dragone, mostrando come la semplice presenza militare abbia già avuto effetti concreti sulla prevenzione degli attacchi.
Un diplomatico baltico, citato dallo stesso quotidiano, ha aggiunto:
“Se tutto ciò che facciamo è continuare a essere reattivi, invitiamo solo la Russia a continuare a provare, a continuare a farci del male. Soprattutto quando la guerra ibrida è asimmetrica, costa loro poco, e a noi molto. Dobbiamo cercare di essere più inventivi.”
I limiti della Nato rispetto alla Russia
Dragone ha riconosciuto che la Nato e i suoi membri affrontano vincoli maggiori rispetto alla controparte russa, dovuti a questioni etiche, legali e giurisdizionali.
“È un problema. Non voglio dire che sia una posizione perdente, ma è una posizione più difficile rispetto a quella della controparte“, ha spiegato. Per il capo del Comitato militare, la sfida principale resta scoraggiare future aggressioni: “Come ottenere la deterrenza – attraverso la ritorsione, attraverso un attacco preventivo – è qualcosa che dobbiamo analizzare a fondo perché in futuro potrebbe esserci ancora più pressione su questo”, ha concluso.
Le parole del ministro degli Esteri italiano
Sul tema degli attacchi preventivi della Nato, il ministro degli Esteri italiano Antonio Tajani ha chiarito:
“Si tratta di una questione che deve seguire la Nato, non tocca a noi. Sulla guerra ibrida certamente dobbiamo adottare delle contromisure”. Tajani ha poi aggiunto che la riforma del ministero degli Esteri prevede la creazione di una direzione generale dedicata alla sicurezza, inclusa quella cibernetica. “Anche noi siamo fortemente impegnati per garantire la sicurezza, la protezione dei dati, la sicurezza del nostro Paese, la sicurezza delle nostre ambasciate. La guerra ibrida è un tema fondamentale”, ha concluso il ministro, intervenendo alla celebrazione per i 75 anni dell’AGI.