Tribunale dei ministri

Caso Almasri, via l'indagine su Nordio: di cosa è accusato il ministro

L’accusa di omissione d’atti d’ufficio nei confronti di Nordio è stata formulata dal procuratore di Roma, Francesco Lo Voi

Caso Almasri, via l'indagine su Nordio: di cosa è accusato il ministro
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Il Tribunale dei ministri ha ufficialmente avviato un'indagine nei confronti del ministro della Giustizia Carlo Nordio per presunta omissione d’atti d’ufficio. L’inchiesta riguarda il caso della scarcerazione e del rimpatrio del generale libico Najeem Osama Almasri, arrestato dalla Polizia su mandato della Corte penale internazionale (Cpi) e successivamente liberato dalla Corte d’Appello di Roma. La vicenda ha scatenato un'ondata di polemiche politiche e istituzionali, culminando nella decisione delle opposizioni di presentare una mozione di sfiducia nei confronti del Guardasigilli.

Nordio: l'indagine del Tribunale dei ministri

Il Tribunale dei ministri ha iniziato la sua inchiesta acquisendo gli atti dal Ministero della Giustizia, con particolare attenzione alla Direzione che si occupa degli affari internazionali. I magistrati hanno richiesto copia di tutta la documentazione relativa alla detenzione di Almasri, arrestato all’alba del 19 gennaio e liberato la sera del 21 gennaio. Nonostante le sollecitazioni della Procura generale e le interlocuzioni interne al suo ministero, Nordio non ha intrapreso alcuna azione per trattenere il generale, ricercato per crimini di guerra e contro l’umanità.

Nordio riferisce sul caso Almasri

L’accusa di omissione d’atti d’ufficio nei confronti di Nordio è stata formulata dal procuratore di Roma Francesco Lo Voi a seguito di un esposto presentato dall’avvocato Luigi Li Gotti. Nell’esposto vengono coinvolti anche la presidente del Consiglio Giorgia Meloni, il ministro dell’Interno Matteo Piantedosi e il sottosegretario Alfredo Mantovano, con le ipotesi di favoreggiamento e peculato.

Il dialogo con la Corte penale internazionale

Mentre l’inchiesta prosegue, il Governo italiano cerca di gestire la crisi diplomatica con la Corte penale internazionale. L’obiettivo è ricucire i rapporti e stabilire procedure più efficaci per evitare che episodi simili possano ripetersi in futuro. Da via Arenula è stata avanzata una richiesta informale alla Cpi per avviare consultazioni sulle criticità emerse nel caso Almasri. Fra le proposte in esame vi è la revisione delle procedure di trasmissione dei mandati di cattura internazionali al Ministero della Giustizia, con l’ipotesi di una comunicazione più diretta per eliminare passaggi intermedi, come quello dell’ufficiale di collegamento dell’ambasciata italiana in Olanda.

Parallelamente, il dibattito sulla vicenda ha assunto una dimensione internazionale, con l’Unione Europea che ha espresso il suo sostegno alla Cpi. Il Commissario europeo alla Giustizia, l'irlandese Michael McGrath, ha sottolineato l’importanza della cooperazione multilaterale nella tutela dello stato di diritto, criticando le recenti dichiarazioni del presidente statunitense Donald Trump, che ha messo in discussione il ruolo della Corte penale internazionale.

La mozione di sfiducia delle opposizioni

Sul fronte politico interno, il caso Almasri ha scatenato una dura reazione delle opposizioni. Partito Democratico, Movimento 5 Stelle, Alleanza Verdi Sinistra, Italia Viva e Più Europa hanno annunciato, l’11 febbraio 2025, la presentazione di una mozione di sfiducia contro Nordio (solo Carlo Calenda di Azione si è smarcato). I partiti accusano il ministro della Giustizia di gravi responsabilità nella gestione della liberazione e del rimpatrio del generale libico con un volo di Stato, definendo l’episodio “un fatto di estrema gravità” che mina la credibilità dell’Italia nella cooperazione internazionale in materia di giustizia.

Liberazione di Almasri

Il dibattito sulla mozione di sfiducia si preannuncia acceso, con il governo chiamato a difendere le proprie scelte davanti a un’opposizione compatta nel chiedere le dimissioni del ministro Nordio.

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