L’Aula della Camera dei Deputati ha negato l’autorizzazione a procedere nei confronti del ministro della Giustizia Carlo Nordio, del ministro dell’Interno Matteo Piantedosi e del sottosegretario alla Presidenza del Consiglio Alfredo Mantovano nell’ambito del cosiddetto caso Almasri, la vicenda legata al generale libico accusato dalla Corte penale internazionale di crimini contro l’umanità, arrestato a Torino e poi rilasciato e rimpatriato dalle autorità italiane con un volo di Stato.
I numeri del voto: le accuse saranno archiviate
Giovedì 9 ottobre 2025, l’Aula di Montecitorio si è espressa in tre distinte votazioni a scrutinio segreto. Per Nordio i voti favorevoli alla negazione dell’autorizzazione a procedere sono stati 251, i contrari 112; per Piantedosi 256 favorevoli e 106 contrari; per Mantovano 252 favorevoli e 112 contrari.

Alle votazioni ha partecipato anche la premier Giorgia Meloni, presente in Aula come deputata. L’esito conferma la linea già espressa dalla Giunta per le autorizzazioni, che nei giorni scorsi aveva respinto la richiesta di giudizio avanzata dal Tribunale dei ministri.
I tre esponenti del governo erano indagati per favoreggiamento e peculato, mentre per Nordio si ipotizzava anche il reato di omissione di atti d’ufficio. Le indagini, come detto, riguardano il rimpatrio di Osama Almasri, ricercato a livello internazionale. Dopo il voto della Camera, le accuse saranno archiviate.
Nordio attacca il Tribunale dei ministri
Dopo il voto, Carlo Nordio ha commentato duramente l’operato del Tribunale dei ministri:
“Da modesto giurista, lo strazio che il Tribunale dei ministri ha fatto delle norme più elementari del diritto è tale da stupirsi che non gli siano schizzati i codici dalle mani, ammesso che li abbiano consultati”.
Il guardasigilli, visibilmente soddisfatto, ha ricevuto applausi dai banchi del centrodestra e si è intrattenuto con la premier Meloni, che si è congratulata con lui e con Piantedosi.

Secondo il capogruppo di Fratelli d’Italia Galeazzo Bignami, tra le opposizioni ci sarebbero stati “15-20 franchi tiratori” che hanno votato insieme alla maggioranza. Un’ipotesi confermata anche dallo stesso Nordio:
“Il risultato è andato oltre le aspettative della maggioranza, segno che anche nell’opposizione vi è una riluttanza ad affidare alla magistratura competenze che dovrebbero essere politiche”.
La maggioranza di governo conta circa 242 deputati, a cui se ne aggiungono tre del gruppo misto, mentre i voti contrari all’autorizzazione sono risultati superiori: 251 per Nordio e Mantovano, 256 per Piantedosi.
Le reazioni e le polemiche
In Aula non sono mancati applausi e proteste. Dopo il voto, il deputato Riccardo Ricciardi (M5s) ha invitato la premier a “tornare più spesso in Aula”, accusandola di esserci solo “per salvare i suoi ministri dal processo per aver salvato con soldi pubblici uno stupratore”. Le parole hanno scatenato proteste dai banchi del centrodestra.

Intanto, i legali di una delle vittime di Almasri, Lam Magok Biel Ruei, hanno annunciato la volontà di chiedere al Tribunale dei ministri di sollevare un conflitto di attribuzione davanti alla Corte Costituzionale, sostenendo che il voto “calpesta la Costituzione e la legalità internazionale”.
Le indagini ancora aperte
Se per i tre membri del governo la vicenda giudiziaria può dirsi chiusa, resta ancora aperta l’indagine sulla capo di gabinetto del ministro Nordio, Giusi Bartolozzi, accusata di false dichiarazioni al pubblico ministero in relazione al caso. Ex deputata di Forza Italia, Bartolozzi è iscritta nel registro degli indagati della Procura di Roma.

“Speriamo che il capitolo su Bartolozzi si chiuda così come questo”, ha commentato Nordio.