Caso Almasri: il governo chiede una proroga per l'informativa alla Corte Penale Internazionale
L’esecutivo italiano intende attendere la conclusione dell’indagine del tribunale dei ministri prima di rispondere ufficialmente alla CPI

Il governo italiano ha richiesto una proroga alla Corte penale internazionale (CPI) per l’invio dell’informativa relativa al caso di Mahmoud Almasri, capo della polizia giudiziaria del governo libico. L’uomo, arrestato a Torino su mandato della Corte dell’Aja, era stato successivamente rilasciato e riaccompagnato a Mitiga il 21 gennaio scorso. La scadenza per la presentazione dell’informativa era fissata per il 17 marzo 2025.
Caso Almasri: governo chiede una proroga alla Corte Penale Internazionale
Il governo italiano ha motivato la richiesta di proroga con la necessità di attendere gli esiti dell’indagine condotta dal tribunale dei ministri. Quest’ultimo sta valutando l’esposto presentato dall’avvocato Luigi Li Gotti, il quale ha chiesto accertamenti su presunti reati di favoreggiamento e peculato. Il fascicolo in esame riguarda figure di spicco del governo, tra cui la presidente del Consiglio Giorgia Meloni, l’Autorità delegata alla sicurezza della Repubblica Alfredo Mantovano, il ministro della Giustizia Carlo Nordio e il ministro dell’Interno Matteo Piantedosi.

L’accusa di inadempienza da parte della CPI
La Corte penale internazionale ha avviato una procedura di accertamento formale nei confronti dell’Italia, ritenendola "inadempiente" per non aver consegnato Almasri, accusato di crimini contro l’umanità. Secondo lo Statuto di Roma, ratificato da 124 Stati, tra cui l’Italia, i mandati d’arresto emessi dalla CPI sono vincolanti. Pertanto, la Corte ha chiesto chiarimenti sul mancato adempimento dell’obbligo di consegna e ha richiesto al governo italiano di presentare osservazioni riguardo alla mancata perquisizione e al sequestro di materiali in possesso di Almasri.
L’indagine del Tribunale dei Ministri
L’esecutivo italiano intende attendere la conclusione dell’indagine del tribunale dei ministri prima di rispondere ufficialmente alla CPI. Il tribunale ha un periodo di 90 giorni per completare il proprio lavoro, con scadenza a fine aprile, sebbene tale termine possa essere prorogato.
Negli ultimi sviluppi, il tribunale ha richiesto documentazione anche all’Aise, l’agenzia estera dell’intelligence italiana, per approfondire alcuni aspetti chiave del caso. Tra i punti sotto esame figura l’utilizzo del Falcon 900, l’aereo a disposizione dei servizi segreti, impiegato per il rimpatrio di Almasri.