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Caso Al Masri, l'Anm: "Liberato non per decisione della Magistratura, ma per l'inerzia di Nordio"

Ma il Guardasigilli dice che sarà il collega Piantedosi a chiarire tutto durante il suo intervento in Senato

Caso Al Masri, l'Anm: "Liberato non per decisione della Magistratura, ma per l'inerzia di Nordio"
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Il viaggio in Arabia Saudita della premier Giorgia Meloni non è stato solo occasione di dialogo internazionale, ma anche un momento per affrontare temi scottanti di politica interna. Fra questi, il caso di Najeem Osema Almasri, il generale libico accusato di crimini contro l’umanità e liberato in circostanze che hanno sollevato aspre critiche e acceso un dibattito politico e istituzionale.

Almasri

Almasri: le dichiarazioni della premier

Intervenendo sulla questione, Meloni ha sottolineato che la liberazione di Almasri non sarebbe stata una scelta del governo italiano, bensì una decisione della magistratura.

"Il generale libico è stato liberato su disposizione della Corte d’appello di Roma, non del governo – ha dichiarato –. Quello che il governo ha fatto è procedere alla sua espulsione dal territorio nazionale”.

La premier ha inoltre evidenziato che il mandato di arresto emesso dalla Corte Penale Internazionale (CPI) è arrivato solo dopo che Almasri aveva attraversato diversi Paesi europei, sollevando così dubbi sui tempi e sui meccanismi di coordinamento dell’organismo internazionale.

“Daremo tutti i chiarimenti necessari,” ha aggiunto Meloni, “ma chiederemo anche spiegazioni alla CPI su perché ci siano voluti mesi per emettere questo mandato.”

La premier ha inoltre difeso la prassi consolidata di non utilizzare voli di linea per il rimpatrio di individui pericolosi, sottolineando che si tratta di una misura adottata per la sicurezza di tutti i passeggeri.

La risposta dell'Anm

L'Associazione Nazionale Magistrati (ANM) non ha tardato a replicare, puntando il dito contro il Ministero della Giustizia, Carlo Nordio.

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Carlo Nordio

Secondo i togati, il ministro avrebbe potuto e dovuto richiedere la custodia cautelare di Almasri, come previsto dagli obblighi internazionali, al fine di agevolare la sua consegna alla Corte Penale Internazionale.

“La liberazione di Almasri – ha dichiarato la giunta esecutiva centrale dell’ANM – è avvenuta per inerzia del ministro della Giustizia. Era suo dovere, una volta notificato il mandato di arresto, chiedere una misura coercitiva in vista della consegna all’Aja.” Secondo l’ANM, la scelta di non intervenire sarebbe quindi di natura politica, frutto del “silenzio del Guardasigilli”, l’unico autorizzato a prendere iniziative di questo tipo.

La posizione della Corte Penale Internazionale

La Corte Penale Internazionale ha espresso forte disappunto per il rilascio e il successivo rimpatrio di Almasri, lamentando di non essere stata consultata preventivamente dalle autorità italiane. La pre-trial Chamber della CPI ha infatti evidenziato che il generale libico è responsabile di crimini gravissimi, commessi mentre era direttore del carcere di Mitiga, in Libia.

Secondo le accuse, sotto la sua direzione, nel carcere sono avvenute torture, violenze sessuali, esecuzioni sommarie e altre gravi violazioni dei diritti umani. Fra le vittime figurano almeno 34 persone uccise e 22 sottoposte a violenze sessuali, incluso un bambino di 5 anni. Testimonianze e prove raccolte indicano che Almasri avrebbe personalmente torturato e picchiato detenuti, oltre a ordinare alle guardie di perpetrare violenze.

Opposizioni all’attacco

La gestione del caso Almasri ha scatenato un’ondata di critiche da parte delle opposizioni. Angelo Bonelli, esponente di Alleanza Verdi e Sinistra, ha richiesto un’indagine approfondita da parte della Procura della Repubblica di Roma per accertare eventuali responsabilità e omissioni.

Riccardo Magi, segretario di Più Europa, ha invece proposto l’istituzione di una commissione parlamentare d’inchiesta sugli accordi tra Italia e Libia. “Meloni deve riferire in Parlamento,” ha dichiarato. Posizione condivisa anche da Partito Democratico e Movimento 5 Stelle.

La segretaria del PD, Elly Schlein, ha attaccato duramente il governo, e la premier:

“Meloni aveva promesso di dare la caccia ai trafficanti di esseri umani in tutto il mondo, ma quando ne avevano arrestato uno in Italia, lo hanno liberato e rimandato a casa. La smetta di nascondersi dietro ai suoi ministri e venga a riferire in Parlamento".

confronto meloni schlein porta a porta 23 maggio 2024
Shlein-Meloni

Il ruolo delle forze speciali libiche e le accuse della CPI

La Corte Penale Internazionale ha tracciato un quadro inquietante delle attività delle Forze speciali di deterrenza, conosciute come “Rada”, di cui Almasri faceva parte. Questa milizia, nata per combattere il regime di Gheddafi, ha trasformato il carcere di Mitiga in un centro di detenzione tristemente noto per abusi e violenze. Tra il 2015 e il 2024, circa 5.140 persone sono state incarcerate, molte delle quali per motivi religiosi, morali o di orientamento sessuale. Le condizioni dei detenuti erano disumane: torture, stupri, privazioni mediche e, in alcuni casi, schiavitù.

La CPI ha rilevato che Almasri non solo era consapevole di queste atrocità, ma le incoraggiava attivamente, ordinando alle guardie di infliggere punizioni fisiche che non lasciassero segni visibili. In alcuni casi, avrebbe persino punito le guardie che cercavano di aiutare i detenuti a contattare le loro famiglie.

Piantedosi atteso in Parlamento

La vicenda Almasri continua a scuotere l’opinione pubblica e la politica italiana. Mentre il ministro dell’Interno, Matteo Piantedosi, è atteso in Parlamento per fornire ulteriori dettagli, rimangono aperte molte domande sulla gestione del caso.

Il ministro dell'Interno Matteo Piantedosi
Il ministro dell'Interno Matteo Piantedosi

La Corte Penale Internazionale, i magistrati italiani e le opposizioni chiedono chiarezza, e la pressione sul governo Meloni continua a crescere.

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