EXPLOIT SOTTO LA MADONNINA

Calenda, il Napoleone dei Parioli ha conquistato la “Milano da bere”

L'ex protagonista di Cuore deluso dal voto, ma quello nel capoluogo lombardo ( e in altre zone del nord) è stato un vero successo elettorale.

Calenda, il Napoleone dei Parioli ha conquistato la “Milano da bere”

Si aspettava di più. Di entrare in doppia cifra. Di essere in qualche modo “decisivo” o “ago della bilancia”. Così invece non è stato, ma le urne delle Politiche del 25 settembre hanno dato un risultato sorprendente: Carlo Calenda e Azione hanno conquistato la “Milano da bere” perché sotto la Madonnina (ma anche in molte zone del Nord Italia, come ad esempio a Monza dove ha ottenuto il 14%) il risultato del terzo polo è stato eccellente.

Per il Napoleone dei Parioli Calenda boom nella Milano da bere

Come raccontato dai colleghi di Prima Milano, la vera sorpresa di queste elezioni a nel capoluogo lombardo è l’importante affermazione del partito di Calenda che in città ha ottenuto un vero boom di consensi.

Oltre all’affermazione del PD come primo partito a Milano città (mentre il Centrodestra vince quasi ovunque), la vera sorpresa è l’importante affermazione di Azione-Italia Viva.

Doppia Doppia cifra, Azione a Milano al 23%

Un vero e proprio boom per Azione (con la candidata Giulia Pastorella), che ha preso il 23,05% delle preferenze e addirittura alla Camera è risultata la seconda lista in città dopo il Partito democratico e prima di FdI.

Un risultato decisamente superiore rispetto alla media italiana anche in diversi comuni del capoluogo lombardo attinente alla città metropolitana.

Alla Camera a Basiglio si è raggiunto il 19,75%, a Segrate la lista ha raggiunto il 17,1%, a San Donato Milanese il 15,4%. Risultati in doppia cifra anche in altri grandi comuni dell’hinterland: Arese (14,3%), Cernusco (13,6%), Magenta e Peschiera Borromeo (12,4%), Assago (11,9%) Buccinasco e Legnano (all’11,6%), Lainate (10,3%).

I voti da Comunione e liberazione e dai delusi del Pd

Un exploit che come detto si è avuto anche a Monza e in alcuni Comuni della Brianza dove Calenda sembra aver raccolto i voti di Comunione e Liberazione (dai delusi di Forza Italia e di Noi Moderati) e dai delusi del Partito democratico.

Come appunto ad esempio a Monza dove in molti appartenenti all’universo del Centrosinistra, nonostante il burrascoso matrimonio-lampo con i dem, hanno sostenuto il duo Calenda-Renzi.

Nemo profeta in patria, Calenda male a Roma

Anche in questo caso il detto “Nessuno è profeta in patria” non è stato smentito.

Perché a “casa sua”, a Roma, l’ex protagonista del film Cuore ha raggiunto un deludente 11% (e complessivamente in Italia sotto la doppia cifra) che lo hanno portato a una disamina anche fin troppo autocritica e negativa nel commentare il risultato elettorale di Azione.

In Parlamento, la “nuova” realtà avrà comunque un ruolo, con una discreta batteria di deputati e senatori, ma come si “disegnerà” il futuro del movimento (vedi le Regionali in Lombardia) è ancora tutto da scrivere.

Anche se proprio i risultati al Nord devono aver ridato energia e ottimismo a Calenda che ha polemizzato con Tajani riguardo i risultati del terzo polo e più in generale ha appena commentato sui social: