“In questa manovra non c’è nulla per la politica dei redditi. C’è un’operazione ‘brodino’, una serie di misure palliative, che non aiutano né i mercati finanziari né quelli rionali. C’è stata un impennata dei costi finali per i consumatori, in particolare sui beni di prima necessità. Le fasce più deboli si trovano quindi nella doppia condizione negativa di avere salari che non vengono adeguati, e un costo della vita che si alza”.
Lo ha detto ad Aria Pulita di Sera su Netweek il senatore Enrico Borghi, vicepresidente di Italia Viva, rispondendo a una domanda sulle parole del presidente Mattarella sui salari.
“Qui bisogna smettere di giocare con le parole: la verità è che si aumentano le tasse. Se alle banche vengono chiesti 4,5 miliardi all’anno e 11 in tre anni, significa che si alza la pressione fiscale. È automatico. E manca un meccanismo – spiega Borghi – che non scarichi questi maggiori costi per gli istituti di credito sui correntisti e sulle imprese. La realtà è che ha vinto Salvini e ha perso Tajani, il quale aveva bollato queste misure come comuniste e oggi si ritrova con un governo che attua un provvedimento degno dell’Urss“.
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