Bocciata la mozione di sfiducia a Santanché, ira delle opposizioni. Conte: "Ricatta Meloni?", Schlein: "Pensa alle borsette"
Una giornata tesa, caratterizzata da aspre polemiche tra maggioranza e opposizione
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Martedì 25 febbraio 2025, la Camera dei Deputati ha bocciato la mozione di sfiducia contro la ministra del Turismo, Daniela Santanché, con 204 voti contrari e 136 favorevoli. Una giornata tesa, caratterizzata da aspre polemiche tra maggioranza e opposizione, con la ministra che ha preso la parola per un lungo intervento difensivo, rispondendo anche alle ultime accuse a suo carico, tra cui quella legata alla presunta distribuzione di borse contraffatte a Francesca Pascale.
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Santanchè: autodifesa e disponibilità a valutare dimissioni
Durante i quaranta minuti del suo intervento, Santanché ha difeso il proprio operato, rivendicando i risultati raggiunti e facendo leva sul principio del garantismo. Tuttavia, ha sorpreso anche il suo stesso partito con una dichiarazione inaspettata:
“A breve si terrà un'altra udienza preliminare e finora abbiamo ascoltato solo l'accusa. In quella sede farò una riflessione, per poter anche valutare le mie dimissioni. Sarò guidata dal rispetto verso il premier, il governo, la maggioranza, ma soprattutto dall'amore per il mio partito. Non voglio mai diventare un problema, ma restare una risorsa”.
Le parole della ministra hanno scatenato le reazioni dell'Aula. Dai banchi di Fratelli d'Italia si è levato un applauso, e il partito ha espresso il proprio apprezzamento per l'atteggiamento della ministra.
Il vicepresidente del gruppo, Massimo Ruspandini, ha sottolineato:
“Va ringraziata per la sua disponibilità: qualora venisse rinviata a giudizio per la vicenda Inps, ha chiarito che farebbe prevalere il cuore alla ragione e lascerebbe il suo incarico governativo per rispetto del partito e del presidente del Consiglio”.
L'opposizione all'attacco: dimissioni necessarie
Di tutt'altro tenore le reazioni delle opposizioni. La segretaria del Partito Democratico, Elly Schlein, ha accusato la ministra di occuparsi di difendere le proprie borse mentre gli italiani lottano con il caro bollette.
Ha poi attaccato direttamente la premier Giorgia Meloni:
“Meloni, un tempo campionessa mondiale di richieste di dimissioni, oggi ha disertato l'Aula. Come fa a non vergognarsi della sua incoerenza? Dove si è nascosta? Forse sta registrando un altro video per una convention tra motoseghe e saluti nazisti?”.
Duro anche il leader del Movimento 5 Stelle, Giuseppe Conte, che ha accusato la maggioranza di difendere l'indifendibile:
“Meloni avrebbe dovuto convocare la ministra e chiederle di dimettersi, per il bene dell'immagine del Paese”.
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Conte ha persino ipotizzato che la premier possa essere ricattata dalla Santanché, riprendendo le frequenti dichiarazioni della Meloni sulla sua non ricattabilità.
"O la ministra ricatta la premier, il che spiegherebbe perché ogni giorno Meloni sente il bisogno di precisare che ‘non è ricattabile. La verità è che questo governo sa di truffa, di contraffazione, proprio come le borse della ministra. Lei dice che noi odiamo la ricchezza, ma non dica sciocchezze. Noi odiamo la disonestà. Non cambi l’ordine morale delle cose e si alzi da questa poltrona".
Infine, ha ricordato un episodio televisivo in cui la ministra avrebbe rimproverato un imprenditore in difficoltà per aver richiesto il reddito di cittadinanza: “Ministra, ma si vergogni lei”.
Anche Davide Faraone, capogruppo di Italia Viva, ha attaccato duramente la ministra, sottolineando il silenzio della premier:
“Santanché è stata sfiduciata dalla stessa Meloni, che ha accolto la richiesta di rinvio a giudizio con un gelido silenzio”.
Duro anche Angelo Bonelli (Avs):
“Daniela Santanchè rimane a fare la ministra: è attaccata alla poltrona con il bostik, nonostante i numerosi scandali e il rinvio a giudizio. Non lo dico solo io, ma anche autorevoli esponenti della destra. C’è da domandarsi la ragione per cui la premier continua a tenerla come ministra. Forse ci sono questioni che vanno oltre la politica?".
Per Antonio D'Alessio di Azione:
“Nulla di personale ma è il quadro complessivo che finisce con il restituirci una politica rispetto alla quale scivolano via situazioni che non consentono una azione della ministra libera da condizionamenti”. Considerando che, vista la situazione processuale che ha di fronte "la ministra deve parlare di vicende giudiziarie e non di politiche per il futuro del Paese".
Anche in leader di Azione, Carlo Calenda, entra nella vicenda con un post sarcastico:
"Dopo aver affrontato questioni pressanti e complesse come le borsette della Santanchè si potrebbe organizzare in Parlamento un confronto sulla difesa europea per avere un momento leggero di dibattito su temi ludici. Oggi lo proporremo. Poi potremo ricominciare con le mozioni di sfiducia. Tranquilli".
Dopo aver affrontato questioni pressanti e complesse come le borsette della Santanche’ si potrebbe organizzare in Parlamento un confronto sulla difesa europea per avere un momento leggero di dibattito su temi ludici. Oggi lo proporremo. Poi potremo ricominciare con le mozioni di…
— Carlo Calenda (@CarloCalenda) February 26, 2025
Le accuse e i procedimenti giudiziari in corso
Il prossimo 20 marzo 2025 si aprirà a Milano il processo che vede la ministra Santanché imputata insieme ad altre 16 persone, tra cui il compagno Dimitri Kunz e la sorella Fiorella Garnero. L'inchiesta, partita nel 2022 in seguito a un esposto di piccoli azionisti, riguarda presunte irregolarità nella gestione del gruppo editoriale Visibilia, accusato di aver falsificato bilanci tra il 2016 e il 2022 per mascherare perdite milionarie e ingannare gli investitori.
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Santanché è accusata di false comunicazioni sociali per il suo ruolo di ex amministratrice e presidente del gruppo, ed è sotto inchiesta anche per una presunta truffa aggravata ai danni dell'Inps relativa alla cassa integrazione Covid. La Cassazione ha stabilito che il processo si terrà a Milano, con la prima udienza fissata per il 26 marzo.
Infine, la ministra è indagata per bancarotta nel caso del fallimento di Ki Group srl, un'azienda del settore bio-food, e il suo nome è stato legato ad altre vicende, tra cui la compravendita della villa di Francesco Alberoni a Forte dei Marmi e il caso del fondo Negma, con sede negli Emirati e nelle British Virgin Islands.
Nonostante il voto contrario alla mozione di sfiducia, la posizione di Daniela Santanché resta delicata.
Questo governo ci sta dicendo che chi ha il potere, può permettersi di non rispettare le leggi. Fallimenti, truffe all'INPS, sfruttamento dei propri dipendenti e scandali vari. Hanno la faccia di bronzo e ci raccontano menzogne in continuazione. Vergogna, vergogna, vergogna.