Tensione Berlusconi-Meloni

Niente accordo di pace ad Arcore: il Centrodestra diviso in Sicilia potrebbe innescare effetto domino

FdI in pressing, gli azzurri alle prese anche con i mal di pancia dopo il cambio di coordinatore regionale in Lombardia. "Rifiata" la Lega.

Niente accordo di pace ad Arcore: il Centrodestra diviso in Sicilia potrebbe innescare effetto domino
Pubblicato:
Aggiornato:

Se doveva essere l'incontro della riappacificazione e della ripartenza, non è stato così. L'atteso vertice ad Arcore tra Silvio Berlusconi, Giorgia Meloni e Matteo Salvini come per ammissione della stessa leader di Fratelli d'Italia, ha lasciato aperti alcuni nodi spinosi.

Il tutto mentre da parte loro, il leader di Forza Italia e quello della Lega avevano invece commentato molto positivamente il faccia a faccia nella storica residenza brianzola del Cavaliere.

Berlusconi-Meloni, centrodestra ancora ad alta tensione?

Detto dei rapporti ai minimi storici in questi ultimi mesi tra Matteo Salvini e Giorgia Meloni, il vertice di ieri a quanto pare sembra aver registrato anche un clima di alta tensione invece tra l'ex premier e la leader di FdI in ascesa.

Oltre ad alcuni temi spinosi di interesse nazionale che sono stati messi sul tavolo e vi rimarranno (legge elettorale, presidenzialismo, ruolo del Centrodestra se Lega e Forza Italia rimangono nel Governo), il tavolo del confronto pare si sia arenato sul tema Sicilia ed elezioni regionali.

La partita in Sicilia e l'effetto domino su Lombardia e Lazio

Come noto infatti, Fratelli d'Italia vorrebbe ricandidare il presidente uscente Musumeci, mentre FI e Lega vorrebbero trovare altre soluzioni.

Una divergenza di posizioni che pare abbiano portato all'impasse, anche perché la "partita" in Sicilia segna poi altre due campagne elettorali di cruciale importante per il Centrodestra: Lombardia e Lazio.

A Berlusconi e Salvini, Meloni pare non abbia mancato di evidenziare il proprio risentimento perché, nell'ottica di candidature che cinque anni anni fa erano risultate vincenti, l'unica a essere messa in discussione e anzi osteggiata è quella di Musumeci in Sicilia.

E come se non bastasse, non solo la partita delle Regionali nell'isola avrebbe l'effetto domino su Lombardia e Lazio, ma rimescolerebbe le carte anche sulle Amministrative di Palermo, a un mese dal voto.

Il commento di Berlusconi: "Si vince se si è uniti"

Il commento all'incontro di Silvio Berlusconi (reduce da una gaffe a Treviglio dove aveva giustificato Putin dicendo che non va al tavolo della diplomazia perché in occidente non abbiamo un vero leader, salvo poi smentire in una nota) è parso incentrato a buttare acqua sul fuoco e cercare la strada della mediazione:

"Il nostro incontro è stato molto positivo. Non ci vedevamo da tanto tempo perché i leader politici di partiti importanti hanno tanti impegni. Ci rivedremo presto. Il Centrodestra deve essere unito. E’ così evidente che se si disunisse perderemmo le elezioni e vincerebbe la sinistra. Soltanto un pazzo potrebbe pensare di mandare all'aria questa coalizione. Ci possono essere differenti posizioni su certi argomenti, ma sull'argomento principale 'si vince se si è uniti' non c'è alcun disaccordo possibile".

La nota di Fratelli d'Italia

Tanto che in serata, dopo la conclusione del vertice, è stata proprio Fratelli d'Italia a trasmettere una nota stampa:

"Su 26 città capoluogo sono solo cinque, ma purtroppo importanti, le città in cui il Centrodestra andrà diviso al primo turno ma restano ancora diversi nodi aperti. Se è positiva la comune contrarietà ad una futura legge proporzionale per le elezioni politiche, restano ancora fumose le regole d'ingaggio sulle modalità con cui formare liste e programmi comuni. Fratelli d'Italia, nel confermare la sua indisponibilità a qualsiasi futura alleanza con il Partito democratico e/o Cinquestelle, confida nella stessa chiarezza da parte degli alleati, convinta che occorra essere uniti non solo nella forma ma anche nelle scelte, nei progetti e nei programmi".

Berlusconi e FI acque agitate dopo il cambio di coordinatore regionale

Di certo però, se la Lega negli ultimi giorni è uscita rinfrancata dal proscioglimento del Governatore della Lombardia Attilio Fontana, Forza Italia vive invece momenti piuttosto agitati.

Specie dopo il cambio al vertice del coordinamento regionale lombardo del partito con la promozione della fedelissima di Silvio Berlusconi Licia Ronzulli e il conseguente siluramento (con il contemporaneo ridimensionamento di Mariastella Gelmini) di Massilimilano Salini.

Il vertice in Regione

La neo coordinatrice proprio ieri, martedì 17, tradizionale giornata di assemblea regionale al Pirellone ha incontrato i consiglieri e gli assessori di Forza Italia.

Ad augurarle "buon lavoro" è stato proprio Silvio Berlusconi, intervenuto telefonicamente alla riunione al Pirellone, prima appunto del vertice ad Arcore con Matteo Salvini e Giorgia Meloni.

Berlusconi ha garantito il suo sostegno al gruppo regionale, sottolineando “l'importanza della Lombardia per lo sviluppo di tutto il Paese”.

Forza Italia divisa tra ala governista e ala sovranista

Il vertice in Regione Lombardia è arrivato a pochi giorni di distanza da uno sfogo piuttosto clamoroso della ministra per gli Affari regionali e le autonomie, Mariastella Gelmini, con il coordinatore nazionale, Antonio Tajani.

Gelmini non ha usato mezzi termini:

"Qui si va a sfasciare il partito".

Del resto, si tratta di uno sfogo "figlio" anche dell'accesa rivalità tra la stessa Ronzulli e la Gelmini.

Ma se un incontro tra le due sembra escluso, pare che in queste ore proprio l'attuale ministro del Governo Draghi (che lavora in sintonia con gli altri ministri Renato Brunetta e Mara Carfagna) possa incontrare Berlusconi.

Ad ogni modo, anche sulla "gaffe" in Bergamasca la Gelmini un macigno dalla scarpa se l'è voluto togliere:

"Dannose le ambiguità pro Putin. Non riconosco più lo spirito di Silvio Berlusconi. Quello che sta accadendo ha poco a che fare con la storia del partito in cui milito da vent’anni"

L'esito del vertice al Pirellone

Il cambio della guardia era comunque nell'aria. Da tempo si parlava della possibilità che a guidare il partito in Regione fossero chiamati Alessandro Cattaneo o Andrea Mandelli, poi la scelta è caduta su Ronzulli.

Dopo il confronto al Pirellone l'ordine in casa azzurra sembra essere quello di serrare le fila. Un sentimento espresso in una nota stampa:

"La riunione al Pirellone ha visto la partecipazione di tutti i consiglieri regionali e degli assessori azzurri, in un clima di unità e condivisione in vista delle elezioni amministrative che il 12 giugno coinvolgeranno 128 Comuni lombardi".

Seguici sui nostri canali