TORMENTONE

Autonomia differenziata: il ministro Musumeci (FdI) "raffredda" il governatore Zaia (Lega)

Intanto le cinque regioni guidate dal Centrosinistra avviano l'iter per arrivare a un referendum abrogativo

Autonomia differenziata: il ministro Musumeci (FdI) "raffredda" il governatore Zaia (Lega)
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Al lupo al lupo sull'autonomia differenziata.

Dopo  la "fuga in avanti" del governatore campano Vincenzo De Luca pronto a lanciare per primo il referendum per dire no alla riforma costituzionale, ecco ora quasi in contemporanea arrivare lo scontro all'interno del Centrodestra tra il ministro di FdI (ed ex governatore della Sicilia) Nello Musumeci e il numero uno del Veneto Luca Zaia.

Senza contare che proprio sull'onda dell'iniziativa di De Luca in Campania altre quattro Regioni "rosse" vogliono accelerare per il referendum, mentre alcune Regioni a guida Centrodestra spingono invece per allargare ulteriormente il fronte dell'autonomia reclamando nuove competenze.

Musumeci contro Zaia, lite nel Centrodestra

Come detto, in mezzo alla "ribellione" del Centrosinistra su autonomia e premierato, ecco che sulla prima riforma (storico cavallo di battaglia della Lega) è arrivato però uno scossone anche all'interno del Centrodestra.

Con lo scontro tra il ministro per la Protezione civile e le Politiche del Mare, Nello Musumeci (quota Fratelli d'Italia ed ex governatore della Sicilia) e il presidente del Veneto (uomo forte della Lega in ormai perenne odore di leadership) Luca Zaia.

L'oggetto del contendere è presto detto: il governatore del Veneto vuole subito le competenze per le Regioni, mentre il ministro, a margine di un convegno, ha manifestato l'intenzione di "frenare".

Le frasi dei protagonisti: i dubbi di Musumeci

La frenata di Musumeci è arrivata davanti alla richiesta proprio del Veneto per riaprire il tavolo delle trattative per il trasferimento immediato delle competenze sulle nove materie per cui non è prevista la definizione dei Livelli essenziali delle prestazioni (gli ormai famigerati Lep).

Una richiesta formalizzata da Zaia in una lettera alla premier Meloni e al ministro per le Autonomie Roberto Calderoli.

Una posizione di fronte alla quale l'ex governatore ha espresso le sue perplessità:

"Una sollecitazione assolutamente precoce, legittima "in linea di principio, ma che solleva problemi di opportunità. a decidere sarà il capo del governo e il governo nel suo insieme. Io sono per l'Autonomia a patto che tutte le Regioni partano dalla stessa linea e chiederei a Zaia di accelerare invece il processo che porti all'individuazione dei Lep che costituisce una garanzia per le Regioni svantaggiate. Acceleriamo sui Lep, e poi procediamo".

L'ira di Zaia: "Le leggi si rispettano e si applicano"

A stretto giro di posta è arrivata però la replica del governatore veneto Luca Zaia:

"Non c'è alcuna fuga in avanti. C'è una legge della Repubblica italiana, che io ho seguito. Le leggi ci sono. Se poi qualcuno pensa che si facciano delle leggi di facciata, lo dica... Questa legge darà il via a una grande devoluzione, necessaria per il Paese, con ricadute positive anche ad esempio sulla Protezione civile (di cui Musumeci è ministro...)".

Una riflessione e una stoccata non proprio indolore tanto che in serata è stato proprio Musumeci ad annacquare la polemica:

"L'autonomia differenziata esalta il valore della coesione e della sussidiarietà, responsabilizza le classi dirigenti, stimola le potenzialità dei territori e libera le regioni del Sud dalla gabbia ideologica della questione meridionale".

Le Regioni "rosse" pronte a dar battaglia sull'autonomia

Ecco allora che a fronte di Veneto, Lombardia e Piemonte che già hanno di accelerare sulla realizzazione della riforma, nel frattempo, come detto, le Regioni a guida Centrosinistra che si sono subito manifestate contrarie all’Autonomia differenziata sono invece pronte a dar battaglia.

Nella fattispecie, anche a fronte della reunion di tutti i partiti di opposizione radunati a Bologna dall'Anpi, il no all'autonomia lo si vuol perseguire attraverso le firme che Partito democratico, Movimento 5 Stelle e Alleanza verdi e sinistra si preparano a raccogliere appunto per chiedere il referendum abrogativo.

Campania ed Emilia Romagna chiedono la consultazione referendaria e così pure la Toscana, mentre a onor di cronaca va detto che nel Centrodestra tiepide, per usare un eufemismo, sull'autonomia sono schierate Basilicata e Calabria.

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