"Stangata" in arrivo?

Aumento sigarette, 5 euro in più a pacchetto: cosa prevede la nuova proposta di legge

Avviata la raccolta firme che punta a un maxi-aumento delle accise, che si sommerebbe a quelli già previsti

Aumento sigarette, 5 euro in più a pacchetto: cosa prevede la nuova proposta di legge

Un aumento di 5 euro sul prezzo di ogni pacchetto di sigarette e dei prodotti da fumo, compresi quelli elettronici e a tabacco riscaldato: è questa la proposta contenuta nella legge d’iniziativa popolare lanciata a Roma da AIOM (Associazione Italiana di Oncologia Medica), Fondazione AIRC, Fondazione Umberto Veronesi e Fondazione AIOM.

L’obiettivo è duplice: ridurre il numero dei fumatori in Italia e sostenere economicamente il Servizio sanitario nazionale (SSN), gravato dai costi delle patologie fumo-correlate.

Secondo i promotori, l’aumento del prezzo rappresenta una misura efficace di prevenzione, in linea con le esperienze di altri Paesi europei dove politiche simili hanno prodotto un calo significativo dei fumatori.

Raccolta firme in tutta Italia: l’obiettivo è raggiungere 50mila sottoscrizioni

La campagna, presentata durante un convegno al Senato in occasione del XXVII Congresso Nazionale AIOM, punta a raccogliere 50.000 firme entro la primavera per avviare l’iter legislativo.
L’iniziativa è sostenuta anche da Fondazione The Bridge e dalla vicepresidente del Senato Mariolina Castellone.

Nei prossimi mesi, centinaia di oncologi e volontari saranno presenti in tutta Italia per la raccolta firme. Una volta autenticate, le sottoscrizioni saranno consegnate al Parlamento insieme al testo della proposta di legge.

“Un segnale forte contro il tabagismo”

“Il tabagismo è uno dei principali fattori di rischio oncologico e servono strumenti concreti per ridurlo” – dichiarano Francesco Perrone (AIOM), Daniele Finocchiaro (Fondazione AIRC), Giulia Veronesi (Fondazione Veronesi) e Saverio Cinieri (Fondazione AIOM).

Le fondazioni ricordano che un incremento di prezzo è la strategia più efficace per scoraggiare il consumo di sigarette. Secondo le stime, un aumento di 5 euro a pacchetto potrebbe ridurre del 37% il consumo complessivo di tabacco in Italia.

I costi del fumo: 24 miliardi di euro ogni anno

Ogni anno, le malattie legate al fumo generano in Italia oltre 24 miliardi di euro di costi diretti e indiretti.
Solo le ospedalizzazioni per patologie fumo-correlate ammontano a 1,6 miliardi di euro, mentre il tabacco è responsabile di circa 93.000 morti l’anno e di oltre 27 malattie croniche, tra cui:

  • tumore al polmone, gola, esofago, pancreas e vescica;
  • patologie cardiovascolari e respiratorie;
  • aumento del rischio di morte prematura fino a cinque volte rispetto ai non fumatori.

L’Italia fanalino di coda sulle accise europee

Rispetto ad altri Paesi dell’Unione Europea, l’Italia applica accise più basse sui prodotti del tabacco.
In Francia, la tassa supera 7,45 euro a pacchetto, mentre in Irlanda arriva a quasi 10 euro.

“L’esperienza internazionale dimostra che l’aumento del prezzo è il deterrente più efficace contro il fumo” – spiega Maria Sofia Cattaruzza, docente di Sanità Pubblica alla Sapienza di Roma.

Un’iniziativa bipartisan per la salute pubblica

Le fondazioni promotrici auspicano che la proposta venga accolta con ampio consenso politico, come già avvenuto per la legge sul diritto all’oblio oncologico.

“Chiediamo al Parlamento di riconoscere l’importanza di questa misura per la salute dei cittadini e la sostenibilità del sistema sanitario”, affermano i promotori.

L’iniziativa fa parte di un più ampio progetto di educazione sanitaria e responsabilità civica, con particolare attenzione ai giovani, la fascia di popolazione più esposta all’iniziazione al fumo.

Come funziona la proposta di legge d’iniziativa popolare

La legge d’iniziativa popolare è prevista dall’articolo 71 della Costituzione italiana e consente ai cittadini di presentare un disegno di legge al Parlamento raccogliendo almeno 50.000 firme autenticate.
Una volta depositata, la proposta segue l’iter legislativo ordinario.

Nel caso specifico, la proposta prevede di introdurre un’accisa fissa di 5 euro su tutti i prodotti da fumo e da inalazione di nicotina, destinando l’intero gettito al finanziamento del SSN e ai programmi di prevenzione oncologica.

L’accisa sul tabacco: come funziona in Italia

L’accisa è un’imposta indiretta che grava su beni come alcol e tabacchi. In Italia viene applicata su sigarette, tabacco trinciato e prodotti riscaldati, con importi variabili a seconda della tipologia.
L’aggiunta di 5 euro fissi per confezione, come proposto dalle fondazioni oncologiche, rappresenterebbe un incremento uniforme e immediato del prezzo finale, con effetto diretto sulla riduzione dei consumi.

I fumatori in Italia: i numeri

Secondo l’Istituto Superiore di Sanità (ISS), il 24% degli adulti italiani fuma regolarmente.
Tra i giovani tra i 15 e i 19 anni, uno su cinque dichiara di fumare quotidianamente, mentre cresce l’uso di sigarette elettroniche e prodotti a tabacco riscaldato.

Gli esperti sottolineano che l’aumento dei prezzi può disincentivare l’iniziazione al fumo e favorire i percorsi di cessazione, soprattutto nelle fasce più giovani della popolazione.

L’esempio francese: due milioni di fumatori in meno

La Francia è spesso citata come modello nella lotta al tabagismo. Negli ultimi anni, il governo francese ha aumentato progressivamente il prezzo delle sigarette fino a quasi 11 euro a pacchetto.
Il risultato? Oltre due milioni di fumatori in meno e una significativa diminuzione delle malattie correlate.

Secondo il Ministero della Salute francese, la leva economica è stata il principale fattore di cambiamento nelle abitudini dei cittadini, a conferma che il prezzo è una delle armi più potenti contro il fumo.

Gli incrementi già decisi  e la proposta di 3 euro in più a pacchetto

La proposta di legge, però, non è la sola possibile “mazzata” per i fumatori. Già in Manovra è previsto neo prossimo triennio l’aumento delle accise che porterà a una serie di rincari nei prossimi tre anni (fino a circa 60 centesimi in più a pacchetto una volta arrivati nel 2028).

Ma c’è di più: la Ue, infatti, prepara una stretta che potrebbe portare ad aumenti di circa 3 euro a pacchetto in Italia.

Ue prepara stretta sul tabacco

Nei giorni scorsi si è chiusa la consultazione pubblica avviata dalla Commissione Ue per aggiornare – a partire dal 2028 – la Direttiva sulle accise del tabacco (TED), il testo che uniforma la tassazione sui prodotti nicotinici in tutto il continente, e-cig incluse.

Secondo quanto riferisce il Sole 24-Ore, a Bruxelles circola un documento interno, portato avanti dal commissario olandese Wopke Hoekstra, che fisserebbe aumenti fino al 1.000% per alcuni prodotti.

L’intervento non riguarderebbe soltanto le “bionde” classiche, ma tutti i prodotti destinati ai fumatori, quindi anche sigari, tabacco riscaldato e da arrotolare, sigarette elettroniche e via dicendo.

L’aumento in Italia

In Italia l’aumento sarebbe intorno ai 3 euro a pacchetto, portando dunque il prezzo medio – che oggi si aggira sui 5,50 euro – oltre gli 8 euro.

Una bella “mazzata” per i fumatori. Certo, sempre meno dei 13 euro pagati in Irlanda o Norvegia, ma abbastanza creare preoccupazione e allarmismo non solo nei consumatori, ma anche negli operatori del settore.

Il perché del piano Ue

Ma perché la Ue ha deciso di intervenire in maniera così massiccia contro il tabacco?

L’obiettivo dichiarato di Bruxelles è ridurre la spesa sanitaria legata al fumo. Ma c’è anche un altro aspetto tutt’altro che secondario. La Commissione Europea stima infatti che dall’aumento delle sigarette possa arrivare un extra gettito di circa 15 miliardi di euro l’anno (a cui se ne aggiungerebbero altri 6 – sempre stimati – di risparmio si spesa sanitaria).

La reazione dei tabaccai

Ma per i tabaccai italiani si tratta di una stangata difficile da assorbire. E non mancano le critiche.

Secondo la Federazione Italiana Tabaccai (Fit), “la Commissione Ue non coglie il legame strettissimo tra incremento della tassazione ed espansione del mercato illecito“, cioè il contrabbando e la produzione illegale.

“Si ignorano gli effetti economici negativi delle misure proposte sulle tabaccherie, microimprese familiari che costituiscono una rete insostituibile nel panorama distributivo e nel tessuto sociale del Paese. Prima di ogni ulteriore valutazione sulla proposta, consideriamo positivamente e riteniamo fondamentale il mantenimento dell’ipotesi di adeguamento della tassazione al potere di acquisto di ogni Stato membro, per salvaguardare la competitività del settore produttivo e distributivo italiano”.

Secondo la Fit, l’aumento esponenziale dei prezzi allontanerebbe anche l’obiettivo primario, cioè salvaguardare la salute dei cittadini.

 “La Francia, l’Irlanda, i Paesi Bassi hanno dimostrato con i fatti che l’aumento eccessivo dei prezzi causa immediatamente un’espansione incontrollata di contrabbando e contraffazione a livelli drammatici, con gravissimi danni per tutti gli operatori economici, per l’erario e per gli stessi cittadini che si rivolgono al mercato illegale acquistando prodotti che non rispettano i rigorosi standard qualitativi europei, con rischi evidenti per la salute”.