Pioggia di richieste

Assalto alla Manovra: 5.700 emendamenti (1.600 della maggioranza)

Dagli affitti brevi alle banche, passando per l'innalzamento della no tax area e il salario minimo

Assalto alla Manovra: 5.700 emendamenti (1.600 della maggioranza)

C’era una volta la Manovra “emendamenti zero”. Sembrano lontanissimi i tempi (ma sono passati solo tre anni) in cui Giorgia Meloni chiedeva – e otteneva – dalla maggioranza nessuna richiesta di modifica alla Legge di Bilancio.

Alla scadenza dei termini, fissata per venerdì 14 novembre 2025, la commissione Bilancio del Senato si è ritrovata sul tavolo 5.742 proposte di modifica, un volume che fotografa la pressione politica – interna ed esterna alla maggioranza – su un provvedimento che il governo Meloni difende come “necessario per la stabilità dei conti”.

Il presidente della commissione, Nicola Calandrini (FdI), ha ricordato che il prossimo passaggio sarà la deposizione dei circa 400 emendamenti “segnalati”, attesa per il 18 novembre 2025, per poi avviare l’esame dei testi ritenuti ammissibili. Ogni senatore, come da prassi, avrà un margine di 500mila euro per eventuali modifiche finanziariamente coperte.

Maggioranza: oltre 1.600 emendamenti, addio all’era della disciplina totale

Nonostante gli inviti passati a evitare emendamenti “inutili”, i partiti di governo hanno presentato oltre 1.600 proposte, così suddivise:

  • Forza Italia: 677
  • Fratelli d’Italia: circa 500
  • Lega: 399
  • Noi Moderati: 62.

Richieste definite “nella norma” da fonti parlamentari, ma che mostrano una maggioranza tutt’altro che compatta sul testo della manovra.

Le modifiche più rilevanti richieste dal Centrodestra

I temi su cui si chiedono le modifiche principali sono quelli che hanno tenuto acceso il dibattito nelle ultime settimane.

  • Affitti brevi: FI e Lega chiedono di cancellare l’aumento della cedolare secca al 26%.
  • Dividendi: proposta FI per eliminare la nuova tassazione; si valuta anche di abbassare dal 10% al 5% la soglia di partecipazione qualificata o fissare un tetto a 1,2 milioni.
  • Tassa sull’oro: tra le ipotesi più avanzate per reperire risorse c’è una rivalutazione straordinaria dell’oro da investimento al 12,5% (anziché 26%), con un potenziale gettito fino a 2 miliardi.
  • Pacchi extra-UE: valutata l’introduzione di un prelievo aggiuntivo.
  • Incentivi alle imprese: richiesto il potenziamento della Transizione 5.0 con credito d’imposta triennale fino al 2028.
  • Partecipazione dei lavoratori: probabile rifinanziamento con 49 milioni più 25 milioni di risorse residue.
  • Sanatorie edilizie: FdI chiede la riapertura dei termini per chi era rimasto escluso dalla procedura del 2003.
  • Fondo sanitario e riduzione delle tasse: un emendamento della Lega propone di cedere le quote italiane del MES (non ratificato) per liberare fino a 15 miliardi destinabili al FSN o al taglio della pressione fiscale.

Opposizioni: 3.800 emendamenti e un fronte unitario su alcuni temi chiave

Il Movimento 5 Stelle è il gruppo più attivo con 1.671 emendamenti, seguito dal Partito Democratico con 1.160. Con Avs e Italia Viva, le opposizioni hanno firmato anche sedici proposte comuni, segno di una convergenza politica su alcuni capitoli della manovra.

Le proposte unitarie delle opposizioni

Ecco le proposte unitarie del Centrosinistra:

  • Fiscal drag: meccanismi anti-inflazione per salvaguardare il potere d’acquisto.
  • Salario minimo: fronte comune per reintrodurre una soglia legale, sostenuto anche dai renziani.
  • Opzione Donna: ripristino dei requisiti precedenti alla stretta del governo.
  • Fondo Sanitario Nazionale: richiesta di incremento per stabilizzare personale e servizi.
  • No tax area: estensione a 15mila euro.
  • Aliquota Irpef 33%: proposta di trascinamento fino a 60mila euro di reddito.
  • Pensioni comparto sicurezza: stop all’innalzamento dell’età pensionabile.
  • Congedi paritari e assegno unico: aumento dell’assegno di 70 euro.
  • Transizione 4.0: ripristino delle misure tagliate dal governo.
  • Scuola e università: cancellazione dell’art. 106 sulla limitazione dell’autonomia scolastica; aumento dell’Ffo per docenti e ricercatori.
  • Giustizia: stabilizzazione del personale e più fondi per le sedi giudiziarie.

Lo scenario politico ed economico: coperture strette e malcontento crescente

Il punto più delicato della manovra resta il tema delle coperture, con il Mef impegnato a trovare risorse aggiuntive senza compromettere l’equilibrio dei conti pubblici. Molte delle richieste di partiti e opposizioni rischiano infatti di rivelarsi difficilmente finanziabili.

Intanto, mentre prosegue il lavoro parlamentare, la manovra ha già provocato nuove mobilitazioni sindacali: il 5 dicembre 2025 sciopereranno anche i lavoratori della giustizia, precari e non, con una manifestazione nazionale a Roma.

Una manovra sotto assedio

La manovra 2026 si conferma dunque un terreno di scontro politico e programmatico.
La maggioranza cerca margini per modificare un testo che essa stessa ha approvato, mentre le opposizioni puntano a correggerne l’impianto a tutela di salari, welfare e investimenti.

Con 5.742 emendamenti complessivi, il Parlamento si prepara a un percorso ad alta intensità, in cui l’effettiva compattezza della coalizione di governo e la capacità del Mef di garantire coperture saranno gli elementi decisivi per l’esito finale.