FESTA DELLA REPUBBLICA

Appello di Mattarella per Gaza nella ricorrenza del 2 Giugno: "Disumano affamare un popolo"

Il Capo dello Stato: "La nostra Repubblica nata all'insegna del ripudio della violenza tra le nazioni. L’occupazione illegale di territori di un altro Paese non può essere presentata come misura di sicurezza"

Appello di Mattarella per Gaza nella ricorrenza del 2 Giugno: "Disumano affamare un popolo"
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Nella tradizionale festività del 2 Giugno, anche quest'anno il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella deporrà in mattinata una corona all'Altare della Patria. A seguire la parata militare ai Fori imperiali, con l'esibizione delle Frecce tricolori.

Alla viglia, al Quirinale, un altro appuntamento fisso, il concerto per il Corpo diplomatico: nel suo discorso il Capo dello Stato è intervenuto nelle principali situazioni di conflitto a livello internazionale, a partire dalla Striscia di Gaza, un'emergenza umanitaria che precipita di giorno in giorno sempre più nel baratro.

Il discorso di Mattarella nella ricorrenza del 2 Giugno

Il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella
Il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella

Ringrazio il Maestro Riccardo Frizza e l’Orchestra del Teatro San Carlo di Napoli che, tra poco, ci offriranno un momento artistico coinvolgente.

Rivolgo un saluto anche a quanti ci seguono attraverso la radio, la tv, il web.

È per me un piacere – insieme con i Presidenti degli organi costituzionali della Repubblica Italiana – dare il benvenuto, in questa occasione di festa per l’Italia, agli Ambasciatori accreditati al Quirinale.

La vostra presenza manifesta i legami e l’intenso dialogo che uniscono i nostri rispettivi Paesi nell’ambito di un ordine internazionale basato su una rete di positive relazioni tra le nazioni nel mondo.

Domani, 2 giugno, si celebra la nascita della nostra Repubblica, frutto di una scelta di pace, di libertà, di indipendenza, all'insegna del ripudio della violenza tra le nazioni.

Da quel voto del popolo italiano è emersa la nostra Costituzione, “ambiziosa” nell’identificare nella pace e nella collaborazione la vocazione della Repubblica nei rapporti internazionali.

Una scelta che il percorso di integrazione europea ha rafforzato e consolidato.

Il rifiuto della categoria del “nemico”, la vocazione al dialogo, il ripudio della guerra quale strumento di offesa alla libertà degli altri popoli, la promozione di organizzazioni internazionali rivolte a pace e giustizia, hanno contrassegnato e contrassegnano le scelte della Repubblica Italiana in questi 79 anni di vita.

Il tema della pace è al centro della nostra comune attenzione.

Tanti sono i tristi scenari di conflitto aperti.

Il pensiero si rivolge anzitutto all’Ucraina, che da più di tre anni sta opponendo una strenua resistenza all’aggressione della Federazione russa. Nel confermare il nostro fermo e convinto sostegno a Kiev, continuiamo a lavorare perché si possa giungere a una pace che sia giusta, complessiva e duratura.

Il Medio Oriente, dopo il sanguinario attacco di Hamas contro vittime israeliane inermi – con ostaggi odiosamente rapiti e ancora trattenuti, e che vanno immediatamente liberati - vive il dramma in atto nella striscia di Gaza.

È inaccettabile il rifiuto di applicare le norme del diritto umanitario nei confronti dei cittadini di Gaza.

Si impone, subito, il cessate il fuoco.

In qualunque caso, è indispensabile che l’esercito israeliano renda accessibili i territori della Striscia all’azione degli organismi internazionali, rendendo possibile la ripresa di piena assistenza umanitaria alle persone. Che venga ridotta alla fame un’intera popolazione, dai bambini agli anziani, è disumano.

È grave l’erosione di territori attribuiti alla Autorità Nazionale Palestinese. I Palestinesi hanno diritto al loro focolare entro confini certi.

Questa prospettiva e la sicurezza di Israele – elementi imprescindibili – appaiono gravemente minacciate dalla semina di sofferenza e di rancore prodotta da quanto sta accadendo.

Vi si aggiunge l’alta preoccupazione per le manifestazioni di antisemitismo che si riaffacciano nel mondo.

Dal territorio d’Europa al Medio Oriente – come ovunque, in qualsiasi continente - l’occupazione illegale di territori di un altro Paese non può essere presentata come misura di sicurezza: si rischia di inoltrarsi sul terreno della volontà di dominio, della barbarie nella vita internazionale.

In tanti luoghi del mondo emergono teatri di instabilità agevolati dalla violenza e dallo scontro che sembrano, per taluno, essere divenuti la misura dei rapporti internazionali.

La pace non è un ideale per anime ingenue, stroncato poi dal severo giudizio della storia.

La pace è esperienza che statisti lungimiranti hanno saputo pazientemente costruire: occorre proseguirne l’opera. Non ci si deve - e non ci si può - limitare a evocarla.

È necessario impegnarsi perché prevalgano i principi della leale collaborazione internazionale, della convivenza pacifica, realizzati mediante il dialogo, la costruzione di misure crescenti di fiducia vicendevole.

L’ordine mondiale che abbiamo conosciuto per decenni appare compromesso. Le regole sono destinate a evolvere ma un quadro di riferimento, un ordine globale, basato sul rispetto e sul riconoscimento reciproco, è essenziale per scongiurare i conflitti e destinare, così, forze e risorse ad affrontare le grandi sfide epocali di fronte alle quali si trova l’umanità e a conseguire uno sviluppo sostenibile e condiviso.

In questa giornata di festa vorrei condividere l’auspicio che ciascuno dei nostri Paesi faccia la sua parte per restituire ai popoli del mondo un futuro di serenità, a beneficio soprattutto delle giovani generazioni.

Con questo impegno rivolgo a tutti gli auguri della Repubblica Italiana.

Il Presidente Mattarella, aveva inviato qualche ora prima anche un messaggio ai Prefetti d'Italia:

Cari Prefetti,

con il referendum del 2 giugno 1946, il libero voto del popolo italiano per la Repubblica - con la partecipazione, per la prima volta, delle donne - coronò la lotta di Liberazione dal nazifascismo, di cui quest’anno ricorre l’80° anniversario, e fu premessa della Costituzione.

Quel patto tra popolo e istituzioni, fondato sui principi di libertà, democrazia e solidarietà, ispirato alla centralità della dignità umana e del lavoro, seppe realizzare, con il concorso di posizioni e culture plurali, una sintesi di valori condivisi e avviare la ricostruzione e il rilancio sociale ed economico dell’Italia.

Il compito di attuare in concreto gli ideali costituzionali, di renderli vivi nella società quale costante criterio ispiratore delle scelte, è una missione mai esaurita, affidata ogni giorno anzitutto alla premura di quanti, con dedizione e competenza, prestano la loro opera nelle istituzioni e nella società civile.

La Costituzione affida, infatti, a ciascun cittadino la responsabilità di concorrere alla coesione sociale del Paese.

Nei diversi ambiti di azione, interviene l’impegno per assicurare effettiva pienezza dei diritti, con servizi efficienti, legalità e sicurezza.

Promuovere iniziative e progettualità che favoriscano lo sviluppo delle diverse aree del Paese, ne valorizzino la ricchezza culturale e ambientale, affrontino i divari territoriali e le problematiche dei grandi centri urbani come delle aree interne, sollecita lo sforzo di chi sia investito di pubbliche responsabilità.

I Prefetti, nelle rilevanti funzioni loro affidate a tutela dell’interesse generale, della sicurezza e della coesione sociale, sono chiamati in prima persona a essere in ogni provincia motore dei processi di cooperazione istituzionale e qualificati artefici di dialogo e di mediazione, promuovendo in concreto i principi di imparzialità e buon andamento.

La comunità nazionale vi è grata per l’equilibrata opera che, insieme agli altri attori istituzionali, svolgete prevenendo e contrastando ogni forma di criminalità e violenza, assicurando il sereno esercizio delle libertà dei cittadini.

Nell’azione di sostegno agli enti locali, soprattutto nei momenti di crisi amministrativa e finanziaria, negli interventi per superare le emergenze che colpiscono i territori, nella gestione del fenomeno migratorio, nell’opera prestata in occasione delle consultazioni elettorali, la rete delle Prefetture è risorsa preziosa al servizio del principio di unità del Paese e di valorizzazione delle sue autonomie istituzionali e sociali.

Rinnovo ai Prefetti e, loro tramite, a quanti si adoperano a servizio del bene comune, sentimenti di apprezzamento e di stima, unitamente ad auguri di buon lavoro, nell’auspicio che le celebrazioni del 2 giugno siano momento di unità e concordia intorno ai valori della Repubblica.

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