Il voto dell'8 e 9 giugno

Appalti, cosa dice il quarto quesito del referendum: cosa cambia se vince il sì

Il quarto quesito riguarda un tema delicatissimo, la sicurezza sul lavoro

Appalti, cosa dice il quarto quesito del referendum: cosa cambia se vince il sì
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L'8 e 9 giugno 2025, gli italiani saranno chiamati a votare su cinque quesiti referendari abrogativi. Il quarto quesito, identificato con la scheda rossa, riguarda la responsabilità del committente in caso di infortuni sul lavoro nell'ambito degli appalti.

 Cosa prevede il quarto quesito del referendum

Attualmente, la normativa italiana prevede che il committente (l'azienda che affida un lavoro in appalto) sia responsabile della sicurezza dei lavoratori solo in determinate circostanze. In particolare, la responsabilità è limitata quando il committente ha adottato tutte le misure necessarie per garantire la sicurezza e ha verificato l'idoneità dell'appaltatore.

Il quarto quesito propone di abrogare le disposizioni che limitano la responsabilità del committente, rendendolo sempre responsabile in caso di infortuni sul lavoro nell'ambito degli appalti, indipendentemente dalle misure adottate. L'obiettivo è rafforzare la tutela dei lavoratori e incentivare una maggiore attenzione alla sicurezza nei luoghi di lavoro.

Cosa succede se vince il sì

Se la maggioranza dei votanti si esprimerà a favore del sì e sarà raggiunto il quorum del 50% più uno degli aventi diritto al voto, le norme che limitano la responsabilità del committente verranno abrogate.

Di conseguenza, il committente sarà sempre responsabile in caso di infortuni sul lavoro nell'ambito degli appalti, anche se ha adottato tutte le misure previste dalla legge.

I sostenitori del sì ritengono che questa modifica aumenterebbe la sicurezza sul lavoro, scoraggiando la pratica di affidare lavori a imprese meno attente alla tutela dei lavoratori e incentivando una maggiore vigilanza da parte dei committenti.

Cosa succede se vince il no

Se la maggioranza dei votanti si esprimerà per il no o non sarà raggiunto il quorum, le norme attuali rimarranno in vigore. Il committente continuerà a essere responsabile solo se non ha adottato le misure necessarie per garantire la sicurezza o non ha verificato l'idoneità dell'appaltatore.

I sostenitori del no sostengono che l'attuale normativa già prevede un adeguato bilanciamento tra responsabilità del committente e dell'appaltatore e che un'estensione della responsabilità potrebbe scoraggiare le imprese dall'affidare lavori in appalto, con conseguenze negative sull'economia.

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