ALTA TENSIONE

25 Aprile, rischio contestazioni per il presidente Anpi a Milano. Il sindaco Sala: "Chiarisca". Lui: "Resistenza armata è legittima"

Giorni di polemiche attorno e in seno all'Associazione partigiani d'Italia per le posizioni assunte dal suo leader sulla guerra in Ucraina. Alla fine Pagliarulo più d'un punto l'ha chiarito.

25 Aprile, rischio contestazioni per il presidente Anpi a Milano. Il sindaco Sala: "Chiarisca". Lui: "Resistenza armata è legittima"
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A tre anni di distanza dall'ultimo corteo in presenza, in piazza Duomo a Milano, lunedì, 25 Aprile, Festa della Liberazione, sul palco della manifestazione più importante a livello nazionale saliranno il presidente nazionale dell'Anpi, Gianfranco Pagliarulo, il presidente provinciale di Anpi Milano, Roberto Cenati, il sindaco Beppe Sala e una cittadina ucraina che racconterà la resistenza del suo popolo nella guerra scatenata da Putin.

E proprio l’Anpi, e in particolare il suo leader, stavolta potrebbero rappresentare un “casus belli”. Il rischio di contestazioni che potrebbero guastare la festa è concreto, proprio per la posizione assunta dal presidente dell’Associazione nazionale partigiani sulla guerra in Ucraina negli ultimi tempi. In sintesi, Pagliarulo s’è dimostrato critico sull’invio di armi all’Ucraina, ha preso con le pinze la ricostruzione dell’eccidio di Bucha e secondo molti s’è dimostrato troppo morbido nei confronti di Putin.

Che proprio i partigiani siano contrari ad armare un popolo contro l’invasor in effetti suona concettualmente paradossale.

Tanto che anche il sindaco di Milano Beppe Sala, prima di trovarsi con lui lunedì sul palco in piazza Duomo, ha chiesto a Pagliarulo di chiarire la propria posizione. Ma se il “problema” è Pagliarulo (che ha rimandato al mittente molte richieste di dimissioni), è possibile che sotto i fischi in piazza ci possa finire l’Anpi intera. Si vedrà soprattutto dalle parole dei protagonisti del comizio finale del corteo di Milano, che fino al pre Covid s’è sempre rivelata una festa pacifica e molto partecipata.

Le parole del sindaco di Milano

"L'ho detto che non mi ritrovo in tante dichiarazioni di Gianfranco Pagliarulo, lui ci sarà alla manifestazione del 25 Aprile a Milano, ma non credo sarà quello il momento per chiarire. Mi piacerebbe che chiarisse meglio il suo pensiero in questi giorni e magari aiuterebbe un po' la serenità di quella data. Credo che si debba stare inequivocabilmente dalla parte dell'Ucraina, credo che sia corretto fornire loro le armi per combattere, d'altro canto festeggiamo la Liberazione che non è stata ottenuta con le margherite in mano. Tutti desideriamo la pace e una tregua, la possibilità di non vedere più vittime, ma quella oggi è la situazione. Per me sarà un momento importante e ci andrò con grande piacere. Cercherò di interpretare il 25 Aprile pensando a quello che è stato, al fatto che è il momento della memoria della Liberazione e non è tanto importante quello che è oggi, con queste divisioni".

E più di un punto Pagliarulo alla fine l'ha chiarito

"Tutto è nato dall'invasione russa, moralmente e giuridicamente da condannare e condannata, senza se e senza ma, a cui hanno fatto e stanno facendo seguito uno scempio di umanità e di vita del popolo ucraino e una legittima resistenza armata. Oggi il punto è: come arrivare a una pace vera".

Pagliarulo, intervenendo sul palco del teatro Kursaal Santalucia di Bari all'evento organizzato in occasione del 77esimo anniversario della Liberazione dell'Italia dal nazifascismo "La resistenza è un bel futuro", in effetti, più d'un punto l'ha chiarito.

"L'utopia non è ciò che non si potrà realizzare, ma ciò che non è stato ancora realizzato. Si può fare, se si è uniti nella diversità, se prevale la politica, se suonano più alte le parole della vita sulle parole della morte".

25 aprile, ma questa volta si spacca l'Anpi

Tutto era nato da post del passato "spuntati dai social" del presidente nazionale Gianfranco Pagliarulo. Esternazioni sulle piazze virtuali del web datate di qualche anno fa, nella fattispecie in occasione dell'invasione del Donbass del 2014, quando il numero uno dell'associazione partigiani aveva condannato il “regime nazistoide di Kiev, responsabile di eccidi efferati, assassinii e torture”.

In quelle occasioni Pagliarulo aveva denunciato anche l'espansionismo della Nato. Post dove tra l'altro difendeva Putin, "dipinto come il nemico cattivo dagli americani".

Un vespaio di polemiche su esternazioni datate cui il presidente dell'Anpi è però tornato in queste ore proprio mentre in molti ne chiedono le dimissioni:

"Non sono putiniano e sarò antifascista sempre. Scavano nei miei post di anni fa per spaccare l'Anpi".

Anpi, le bacchettate della vice al suo "capo"

A bacchettare però Pagliarulo sono arrivate anche le parole della sua vice, Albertina Soliani, già sottosegretaria del Governo Prodi, che ha bollato come inadeguate le parole del presidente Anpi:

"Bisogna riconoscere la Resistenza nel mondo, come quella in Ucraina, stare dalla sua parte e sostenerla. Sono in gioco i valori della democrazia. Non bisogna offuscare con singoli episodi i valori del 25 aprile e ciò che significa per noi questa giornata".

Un posizione condivisa e supportata anche dal presidente dell'Anpi provinciale di Milano, Roberto Cenati, mentre anche il sindaco di Bologna Matteo Lepore è andato "in soccorso" dell'associazione:

"Sempre al vostro fianco".

Invasione in Ucraina, che polverone sull'Anpi

Certo è che dall'invasione russa in Ucraina le polemiche sull'associazione partigiani non sono certo passate inosservate.

Nelle scorse settimane era stato l'archistar Stefano Boeri, già assessore alla Cultura del Comune di Milano a prendere le distanze dall'associazione per la tiepida condanna alla strage di Bucha e la richiesta di una commissione d'inchiesta "per appurare" la verità su quanto accaduto.

Una condanna a quella posizione arrivata da più parti.

A stemperare le polemiche non hanno nemmeno aiutato i manifesti che l'Anpi sta divulgando per il 25 aprile con le bandiere italiane ai balconi appese in orizzontale, che ricordano invece quelle dell'Ungheria.

Il quesito del "polverone": dare o no armi all'Ucraina?

Ma in questo scontro divisivo e ideologico tutto interno all'Anpi, un quesito quasi amletico sta rimbalzando con sempre più insistenza: dare o no armi all'Ucraina?

Il nodo, oltre che sulle simpatie o meno verso Putin o l'analisi ideologica sull'Ucraina, è tutto nella posizione espressa e ribadita da Pagliarulo anche nelle scorse ore.

Ovvero l'idea che l'Ucraina è foraggiata dagli Stati Uniti e che è "inopportuno dare armi a Kiev".

Una posizione non condivisa dalla vice Soliani che rilancia:

"C’è un travaglio di coscienza, ma mi chiedo come si fa a fermare l’invasore o a difendere le vittime. Anche i partigiani hanno usato le armi".

Mattarella: "La liberazione fu ottenuta con le armi"

A tirare una riga, ci ha pensato ancora una volta il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella, rievocando il 25 Aprile e la Liberazione in un discorso davanti alla rappresentanza delle Associazioni Combattentistiche e d'Arma.

"La pace fu conquistata con le armi. Oggi c'è chi manifesta disinteresse per la sorte dell'Ucraina. L'attacco violento della Federazione Russa non ha giustificazione. La pretesa di dominare un altro popolo, di invadere, ci riporta alle pagine più buie dell'imperialismo e del colonialismo".

ECCO IL SUO INTERVENTO:


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