allerta massima

25 Aprile: Schlein e Landini a Milano. Rischio tafferugli: i giovani palestinesi contro la brigata ebraica

La Brigata Ebraica sarà scortata, attivisti pro Palestina rivendicano la testa del corteo

25 Aprile: Schlein e Landini a Milano. Rischio tafferugli: i giovani palestinesi contro la brigata ebraica
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Sarà una giornata carica di significato e, allo stesso tempo, ad alto rischio quella di domani a Milano, 25 aprile 2025, dove si celebrerà l’ottantesimo anniversario della Liberazione dal nazifascismo. Una ricorrenza di enorme valore simbolico e civile, che riunirà in corteo circa 70mila persone, ma che si svolgerà in un clima di forti tensioni politiche e di massima allerta sul fronte della sicurezza.

Milano: 70mila in corteo per la Liberazione

Il corteo partirà da Porta Venezia alle 14.30 e si snoderà lungo le vie del centro fino a piazza Duomo, dove si terranno i discorsi ufficiali a partire dalle 16. A prendere la parola saranno, tra gli altri, Elly Schlein, segretaria del Partito Democratico, il presidente nazionale dell’ANPI Gianfranco Pagliarulo, il sindaco Giuseppe Sala, l’ex partigiana Sandra Gilardelli, 99 anni, e il segretario generale della Cgil Maurizio Landini.

La questione sicurezza è stata affrontata in una riunione del Comitato per l’ordine pubblico svoltasi mercoledì 23 aprile, presieduta dal prefetto di Milano Claudio Sgaraglia. Sarà messo in campo un dispositivo capillare, con una presenza massiccia delle forze dell’ordine e l’attivazione di numerosi “micro-dispositivi” sparsi sul territorio, incaricati di monitorare in tempo reale ogni possibile minaccia o criticità.

Particolare attenzione sarà rivolta ai cosiddetti obiettivi sensibili, come i luoghi di culto, le sedi istituzionali e i punti di partenza o arrivo del corteo. Non si esclude il rischio di provocazioni, vista la molteplicità delle realtà coinvolte e la delicatezza del momento internazionale.

Il nodo della Brigata Ebraica e i precedenti di tensione

A rafforzare il clima di vigilanza è il ricordo degli incidenti avvenuti negli anni scorsi, in particolare nel 2024, quando un esponente della Brigata Ebraica fu ferito da un giovane manifestante in piazza Duomo.

Il timore che episodi simili possano ripetersi è alto, anche a causa delle recenti tensioni in Medio Oriente e delle manifestazioni pro Palestina che hanno scosso Milano lo scorso 12 aprile.

Davide Romano, direttore del Museo della Brigata Ebraica, ha spiegato che il clima attuale non appare più disteso rispetto al passato, ma anzi, la situazione è resa più delicata dai fatti internazionali recenti e dal dibattito interno alla manifestazione.

Come sempre, la Brigata Ebraica sarà scortata dai City Angels, e saranno operativi anche servizi d’ordine interni dei partiti e dei sindacati, oltre alla Polizia.

I Giovani Palestinesi vogliono aprire il corteo

A infiammare ulteriormente il contesto è stata la richiesta dei Giovani Palestinesi di aprire il corteo. In un comunicato diffuso nei giorni scorsi, il gruppo ha dichiarato:

“È tempo di restituire al 25 aprile il suo significato politico, radicale, popolare. Rivendichiamo con forza il diritto di aprire il corteo insieme ai partigiani e a chi porta avanti oggi la loro memoria”. Secondo loro, qualsiasi altra collocazione rappresenterebbe “un tentativo di silenziare il vero senso di questa giornata”.

Una presa di posizione forte, che rischia di creare ulteriori tensioni interne al corteo, soprattutto in presenza di delegazioni come quella della Brigata Ebraica. Gli organizzatori dovranno lavorare di equilibrio per garantire spazio e visibilità a tutti, senza mettere a rischio la tenuta della manifestazione.

La politica e le polemiche sulla “sobrietà” richiesta dal Governo

Ad alimentare il dibattito anche la richiesta del Governo, che nei giorni scorsi ha invitato a celebrare la Liberazione in forma “sobria”, in rispetto del lutto nazionale proclamato per la morte di Papa Francesco. Una richiesta che ha suscitato immediate polemiche, soprattutto a Milano.

Milano, 25 aprile ad alta tensione: 70mila in corteo per la Liberazione. Sala: "Non so cosa intenda il Governo con sobrietà"
Beppe Sala, sindaco di Milano

Il sindaco Beppe Sala, interpellato al termine della messa di suffragio per il Pontefice, ha commentato con tono critico:

“Ne parlavo con il prefetto. È il 25 aprile, però. Non so cosa voglia dire esattamente sobrio. Bisognerebbe chiederlo al Governo”. E ha poi aggiunto: “Detto ciò, ovviamente bisognerà farlo nel rispetto del significato del 25 aprile: il ricordo di ciò che è accaduto 80 anni fa. La manifestazione si farà”.

Il focus resta sul corteo di domani, che non sarà solo un momento di celebrazione e ricordo, ma anche una prova di convivenza civile in un momento storico complesso. Tra memoria storica, attualità politica e conflitti internazionali, Milano si troverà al centro di un crocevia simbolico e reale.

L’auspicio delle istituzioni è che la giornata si svolga senza incidenti, “con lo spirito giusto”, come ha ribadito lo stesso Sala:

“Il dovere, ma anche il piacere di ricordare un momento fondamentale della storia del nostro Paese”.

Abu Mazen contro Hamas

Assolutamente da evitare il rischio che la causa "pro Pal" si trasformi in piazza in un sostegno ad Hamas, anche alla luce di quanto sta avvenendo nella stessa Gaza, dove la Anp ha formalmente chiesto ad Hamas di lasciare il Governo della Striscia.

Ieri l'appello del presidente dell'Autorità palestinese Abu Mazen, che ha chiesto ad Hamas di "consegnare tutti gli ostaggi a Israele", durante un discorso davanti al Consiglio centrale dell'Anp.

Tuonando:

"Figli di cani, liberate gli ostaggi".

Secondo Abu Mazen, l’organizzazione islamista che controlla la Striscia di Gaza, continuerebbe ad alimentare gli attacchi israeliani, dopo aver innescato la distruzione dell'interno territorio in seguito all'indifendibile azione del 7 ottobre 2023.

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