Gli operatori sciistici sperano, ma fino a metà febbraio niente neve
Gli anticicloni invernali possono durare per diverse settimane
Nemmeno i "Giorni della Merla" hanno portato la neve sulle montagne e gli operatori sciistici sono preoccupati. Sperano almeno in un cambio di rotta del clima per il mese di febbraio, eppure all'orizzonte al momento sembra che i modelli non diano gran soddisfazione (in copertina, immagine creata con l'ausilio dell'intelligenza artificiale).
Previsioni meteo: fino a metà febbraio niente neve
La chiave per interpretare questo ennesimo periodo anomalo, con un inverno caratterizzato da temperature sopra la media, resta l'anticiclone invernale di origine nord africana che continua a stazionare sopra la Penisola, per altro causando anche non pochi problemi a livello di inquinamento atmosferico, soprattutto in Pianura Padana.
Questo tipo di fenomeni, in inverno, può durare anche per settimane. E, infatti, almeno fino al 7/8 febbraio le temperature in quota continueranno a mantenersi sopra media, anche di 5/7 gradi.
"Ad esempio, in Lombardia, nessuna speranza di precipitazioni almeno fino a quella data - conferma l'esperto meteo Christian Brambilla - Poi tra il 9 e 15 febbraio i modelli prefigurano la possibilità di temperature leggermente inferiori, ma sempre sopra la norma di 1/3 gradi, comunque con scarse precipitazioni".
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Gli operatori sciistici sperano in febbraio, ma...
Ricordiamo che modelli che vanno più in là di 4 giorni non sono mai realmente affidabili, ma anche previsioni più generiche di medio periodo al momento non consentono di guardare al momento oltre la metà del prossimo mese di febbraio 2024.
Ecco la stima delle temperature in quota nei prossimi giorni (a 1.500 metri). Rispetto alla media del periodo (linea rossa) i valori sono sopra di 4/6gradi, con picchi anche di 7/9 gradi!
Insomma, poco ottimismo per il prosieguo della stagione sciistica, come conferma anche il Centro Internazionale di Studi sull'Economia Turistica CISET. A non aiutare sono anche i rincari di skipass e alberghi (per Trademark Italia +4,8%) e la concorrenza delle stazioni straniere (in particolare quelle dei paesi dell'Est come Bulgaria e Romania per le quali è previsto un incremento di presenze rispettivamente del 22% e del 40%) per un settore che produce in Italia un giro d'affari di circa 10 miliardi di euro (stima ANEF, associazione dei gestori di impianti a fune).