Palinsesti tv, tra inaspettati cambiamenti e gradite riconferme non tutti i mali vengono per nuocere: l'Irriverente commento di Simone Di Matteo
I nuovi palinsesti mostrano cambiamenti inaspettati e alcune gradite riconferme, ma in fondo la televisione rimane sempre la stessa
“Luglio col bene che ti voglio, vedrai non finirà. Luglio m’ha fatto una promessa, l’amore porterà. Anche tu, in riva al mare tempo fa, amore, amore mi dicevi: ‘Luglio ci porterà fortuna’”. Così cantava Riccardo Del Turco nell’ormai lontano 1968, quando si poteva ancora sperare che le cose cambiassero in meglio. Tuttavia, negli ultimi anni, per quanto io continui imperterrito e in maniera del tutto vana ad augurarmelo, puntualmente con l’arrivo di luglio quelle stesse cose tutto fanno fuorché migliorare. Più che all’amore (in fondo quello è dietro ogni cosa, basta soltanto saperlo e volerlo cercare), auspico almeno ad un pizzico di fortuna, anche perché, è risaputo, le sfighe e le disgrazie inaspettate, insieme a quell’infinità di avvoltoi disposti a cibarsene per il proprio tornaconto personale, sono sempre dietro l’angolo.
Rai - Mediaset - La7, i nuovi palinsesti tv: in fondo, nulla di nuovo!
Dopo i falsi allarmi del 2021 e del 2022, ci avevano ripetuto, per l’ennesima volta aggiungerei, che il successivo sarebbe stato l’anno della svolta, del definitivo cambiamento, il momento in cui qualcuno avrebbe potuto riaccendere le speranze e, contro ogni previsione, addirittura il cervello.
E per certi versi, lasciatemelo dire, il 2023 lo è stato davvero, sebbene per altri non lo sia stato nemmeno per un po’. Anzi, in determinati casi la situazione è inesorabilmente peggiorata. A parte qualche rara e improbabile eccezione, in effetti, gli imbecilli sembrano restare tali e l’egoismo, di chi della pretesa di onnipotenza ne ha fatto un mantra di vita, continua a spadroneggiare incontrastato. Basti pensare ai più recenti sviluppi con cui ha avuto a che fare il Governo di Giorgia Meloni, costantemente alle prese con una politica dell’immagine, nella cui concezione il seggio parlamentare pare esser divenuto il profilo Instagram dell’Esecutivo, e con questioni che vanno ben al di là della propria portata che, in confronto, Giovanni il Re fasullo d’Inghilterra assume le sembianze di un abile statista.
Ma, d’altronde, cosa dovevamo aspettarci?! Se un Ministro della Cultura non è in grado di andare oltre la copertina di un libro prima di giudicarlo, non credo che per il resto possano esserci grandi aspettative. Insomma, nulla di nuovo e, senza ombra di dubbio, nulla di buono!
Neppure la televisione, tralasciando una serie di piccoli e attesi avvicendamenti, è rimasta la stessa, specchio e burattinaia di una società che sta raccogliendo i frutti di ciò che in passato ha seminato. E neanche a dirlo, i palinsesti della prossima stagione presentati nei giorni scorsi non fanno altro che confermarcelo! Nel periodo 2023-2024, ad esempio, la tv di Stato, o come piace chiamarla anche a me Mamma Rai, non proporrà chissà quali novità, perlomeno non per me.
D’altro canto, i fedelissimi della Destra Imperante e quei ruffiani che pur di non doversi vedere costretti a perdere più di quanto non abbiano perso già, purtroppo, sarebbero stati ben posizionati, Pino Insegno in primis che tornerà alla conduzione de Il mercante in fiera su Rai2.
Fortunatamente, però, qualche gradita conferma, eccezion fatta per Alessandro Cattelan a Stasera c’è Cattelan dove avrei preferito ci fosse stato qualcun altro, mi consentirà di tornare a fare piacevolmente zapping fra i canali del servizio pubblico. Gli unici, o almeno due dei pochi, che resisterebbero al flusso delle correnti di Viale Mazzini, infatti, sarebbero Antonella Clerici, che rimarrà ben salda alla guida del suo format di cucina, e Amadeus, che con Affari tuoi, Sanremo, L’anno che verrà e chi più ne ha, più ne metta, ha fatto incetta di trasmissioni. Della serie, “chi l'ha duro... la vince”!
In Mediaset, invece, la rivoluzione annunciata con larghissimo anticipo da Pier Silvio Berlusconi, quasi si fosse trattato della tentata e inevitabilmente fallita marcia su Mosca ad opera della Wagner, ha finalmente avuto luogo e i primi a subirne le conseguenze, sia lodato il cielo, sono stati tutti quei prezzemolini televisivi che ora, anziché ridursi a sponsorizzare la qualunque sulle piattaforme social o a mendicare attenzione in quei freak show serali in cui eravamo abituati ad osservarli pur di racimolare un euro, si ritroveranno a fare l’elemosina per strada punto e basta.
Peccato solo che la virata “piersilviana” verso l’informazione abbia inspiegabilmente e inaspettatamente coinvolto per giunta uno dei volti di punta della sua azienda. Dopo le chiusure spalmate nel tempo del Grande Fratello Nip, di Domenica Live e di Live – Non è la d’Urso, Barbara d’Urso ha perso all’improvviso finanche la conduzione del suo storico Pomeriggio 5. Un evento che, non serve ribadirlo, ha fatto immediatamente gola ai suoi più longevi detrattori, ma che sono certo non impedirà a Lady Share di trovare un modo per riscattarsi.
Dopotutto, che piaccia oppure no, era la sola capace di “fare il 22% senza i fratelli Rodriguez” e un trattamento del genere non andrebbe riservato neppure al peggiore dei nemici! Al suo posto, comunque, arriverà Myrta Merlino, quella che “la casalinga di Voghera non esiste più” e che, negli anni, mi è parsa essere particolarmente avvezza all’Aria che tira. Vedremo, è ancora troppo presto per scriverlo, ma chissà che non riesca a stupirmi.
Chi non finisce mai di sorprendere, al contrario, è Maria De Filippi il cui completo ventaglio di trasmissioni, da C’è posta per te a Uomini&Donne, passando per Tu Si Que Vales e Temptation Island (con l’isola delle tentazioni che avrà pure una versione invernale, nonostante a me bastasse e avanzasse quella estiva), è stato riconfermato. La sola cosa che non mi sarei aspettato è il come back de La Talpa sul piccolo schermo, prodotta dalla Fascino PGT, una piacevole sorpresa per la quale non posso che congratularmi e candidarmi in un'ipotetica lista di papabili concorrenti. Che dire, non tutti i mali vengono per nuocere!
Per quel che riguarda La7, infine, non ci saranno numerosi stravolgimenti degni di nota. Enrico Mentana, in fondo, farà ritorno al timone delle sue trasmissioni e continuerà a tenermi compagnia con le sue maratone mentre Massimo Giletti verrà con mia buona pace sostituito, almeno secondo i ben informati, da Massimo Gramellini. Spero solamente che per loro non valga il noto detto "un nome, una garanzia"!