Vaccini Covid in Lombardia: "Perchè prenotare deve essere così difficile?"
Per molti ultraottantenni prenotarsi è stato un calvario e non tutti ci sono riusciti.
Perché prenotare una vaccinazione è così difficile? Se lo sono chiesti i tanti anziani che oggi si sono rivolti alle nostre sedi sparse in tutto il territorio lombardo dopo aver tentato di accedere alla piattaforma predisposta da Regione Lombardia. Almeno quelli che hanno tentato, perché molti ultra-ottantenni non ci hanno neanche provato, non essendo in grado o non avendo a disposizione gli strumenti informatici per farlo.
Così la Cgil lombarda scende in campo a difesa degli anziani che hanno riscontrato non pochi problemi con la prenotazione del vaccino anti Covid a partire dal booking day (con tanto di lunghe attese e qualche falla nel sistema) dal 15 febbraio 2021.
Le difficoltà degli anziani lombardi a prenotare il vaccino anti Covid
La Cgil ha deciso di raccontare agli organi di stampa ciò che sta succedendo a molti ultra ottantenni che non hanno la fortuna di poter contare su un familiare che si occupi di loro.
"Il calvario, ci racconta uno di loro, inizia alle 13.15 quando accede alla piattaforma e si trova già 67.245 persone in attesa (tempo di attesa stimato 1 ora). Già, perché il sistema funziona come quello del bonus bicicletta, sperimentato e fortemente contestato qualche mese fa. Ammesso che chi è in attesa possa rimanerci per un’ora, il problema più grosso sopraggiunge quando viene chiesto un numero di telefono cellulare. Il sistema, successivamente, chiede di inserire un codice a 6 cifre che viene inviato al numero comunicato. O meglio dovrebbe essere inviato, perché in realtà si rimane in attesa per minuti e minuti fino a quando il sistema non ti butta fuori e ti costringe a rimetterti in coda. Questa volta con ben 124.732 persone in coda prima di te. E quindi riprende l’attesa, questa volta per quasi 2 ore, fino a quando alle 16.10 si riceve l’SMS che consente finalmente di completare l’operazione e aderire alla tanto attesa campagna vaccinale."
Non poteva essere più semplice?
“E’ davvero impossibile trovare modalità più semplici ed accessibili, almeno per le persone più anziane, che si muovono con difficoltà nel mondo digitale e che spesso abitano in luoghi dove la rete Wi-Fi non esiste o non vi sono parenti in grado di aiutarli?”
dichiara Federica Trapletti Segretario SPI Cgil Lombardia.
“Speriamo che questa disorganizzazione sia solo dovuta all’avvio della prima fase, necessaria a rendere più funzionale l’organizzazione e che per il proseguo le cose vadano meglio. Ci riferiamo a tutti quegli anziani che hanno difficoltà a spostarsi o che addirittura sono costretti a letto: si è detto che interverranno le USCA, la protezione civile, AREU, l’esercito… lo speriamo, perché se lo slogan della regione di lasciare libera scelta ella sanità è questo, meglio tornare ad un sistema univoco ma che risponde immediatamente a tutti non solo a chi ne ha le possibilità economiche”, conclude Trapletti.