Trovato morto l'informatico 30enne scomparso: i punti ancora oscuri
Il cadavere del giovane era appeso con un cavo elettrico a una quercia a 200 metri dal punto in cui è stata ritrovata la sua auto.
La domanda è una sola: il cadavere di Giacomo Sartori - scomparso sette giorni fa e ritrovato ieri, venerdì 24 settembre 2021, impiccato a un albero a Casorate Primo, vicino a Pavia, dove la sua auto era stata ritrovata - è rimasto lì per una settimana intera senza che nessuno se ne accorgesse, malgrado la campagna di ricerche? Probabilmente sì, ma gli investigatori non escludono ancora che ci possa essere dell'altro: i punti oscuri sono ancora molti.
Insomma, il 30enne di origini bellunesi, informatico per una ditta di Assago, dileguatosi dopo una serata con amici a Milano, s'è probabilmente tolto la vita forse a causa del rimorso per essersi lasciato rubare, mentre si trovava nel locale, pc e cellulare aziendali (era già successo qualche tempo prima). Oppure è stato assassinato e qualcuno ha inscenato una finta impiccagione alcuni giorni dopo il ritrovamento della sua auto nella campagna pavese?
Le ricerche nella zona fra Casorate Primo e Motta Visconti sono partite subito dopo il ritrovamento della Polo grigia aziendale in dotazione a Sartori, mercoledì 22 settembre e, allargatesi a raggiera fino al non vicinissimo corso del Ticino, non hanno dato alcun frutto. E' vero però che il corpo del giovane sarebbe stato trovato dalla vice-coordinatrice della Protezione civile di Bereguardo appeso ai rami alti di una quercia:
anche se a soli 200 metri dall'auto abbandonata, non è affatto escluso che chi ha preso parte alle ricerche non abbia alzato gli occhi al cielo per pura casualità e che le spoglie esanimi di Giacomo fossero quindi lì già da una settimana.
In effetti anche Ilaria Campeggio, Comandante della Compagnia dei carabinieri di Milano Porta Magenta, intervistata dal telegiornale regionale Rai, ha confermato che anche gli inquirenti propendono per la pista del gesto estremo.
Chi ha scoperto il cadavere ha trovato, infatti, alla base dell'albero il telefono del 30enne e le chiavi della sua auto. Erano appoggiati a un cartello stradale che Sartori aveva preso perché voleva probabilmente servirsi della catenella rossa e bianca agganciata al segnale per impiccarsi, ma quando l'ha provata s'è spezzata. Allora dev'essere sceso dalla pianta ed è tornato verso la vicina cascina dove ha trovato un cavo elettrico.
Ma la vera domanda è perché Sartori è arrivato fino alla campagna pavese. Tutto porta a concludere che ha cercato disperatamente di ritrovare pc e cellulare aziendali: se ha seguito un segnale geolocalizzato, significa con tutta probabilità che il ladro entrato in azione nella vineria di Milano proveniva da quelle zone: è lì che deve ora concentrarsi l'azione degli investigatori.
Scomparso venerdì a Milano Giacomo Sartori
Giacomo Sartori era scomparso venerdì sera, 17 settembre 2021, da Milano. Aveva 30 anni, laureato in management aziendale, lavorava ad Assago come informatico, ma come racconta Prima Belluno, Sartori veniva dalla provincia veneta, dal paese di Mel, dove, quando tornava, era anche capo scout.
Come racconta Prima Milano, Giacomo Sartori era scomparso dopo una serata con amici in un'enoteca in zona Porta Venezia, dove s'è accorto che gli avevano rubato lo zaino.
Quella sera è partito con l'auto aziendale, una Polo grigia, e ha raggiunto Casorate, nella campagna pavese (dove l'auto è stata ritrovata alcun giorni dopo, chiusa a chiave). Il suo telefonino ha agganciato una cella verso le 2 di notte, poi ancora verso le 7 del mattino, poi più nulla.
Il luogo dove è stato visto l'ultima volta:
Rubato all'informatico in un locale il suo pc aziendale
Nello zaino c'erano un pc aziendale, uno personale e altri oggetti personali, ma anche un cellulare aziendale. Portafogli (con tanto di documenti e carte di credito) e chiavi sono stati trovati nei Giardini di Porta Venezia: il ladro deve averli abbandonati subito dopo il colpo. Dei computer invece nessuna traccia.
Perché il giovane è partito da Milano con una meta così precisa? Se ha passato la notte nella campagna pavese, un'ipotesi è che possa essere andato in cerca del computer aziendale, che magari conteneva qualcosa di importante: per lui, oppure per la sua azienda, tanto da cercare di far di tutto per ritrovarlo.
E' possibile che avesse agganciato il cellulare personale a qualche sistema di tracciamento in grado di geolocalizzare il cellulare aziendale, arrivando a colpo sicuro a Casorate.
Fra l'altro, pare che Sartori fosse rimasto vittima di un furto fotocopia qualche tempo prima: vien naturale chiedersi se si sia trattato solo di una coincidenza, oppure se qualcuno cercava proprio di impadronirsi di qualche segreto aziendale.
Il punto dove è stata ritrovata l'auto aziendale:
Ha usato l'autostrada pur sapendo di non poter pagare
L'altra ipotesi è che l'informatico bellunese sia stato sopraffatto dalla preoccupazione per essersi fatto rubare il pc lavorativo.
C'è però un dettaglio che fa pensare che le azioni di Sartori fossero ragionate. Gli amici hanno raccontato d'averlo visto andarsene molto scosso, in seguito al furto, ma il tragitto verso Casorate è stato fatto in autostrada, lo sappiamo perché, come racconta Prima Pavia, al casello di Binasco ha ritirato una ricevuta di mancato pagamento, perché di soldi Giacomo non ne aveva: se invece di prendere le strade statali, ha comunque scelto l'autostrada, fa pensare che Sartori volesse arrivare a Casorate il più velocemente possibile, come se avesse un obiettivo ben preciso da raggiungere e non che vagasse sconvolto e in preda ai rimorsi.
Il tragitto percorso in auto:
Avanti e indietro tra Motta Visconti e Casorate
Altri particolari fanno pensare che Sartori sapesse bene come e cosa stava cercando, presumendo che sia arrivato nella campagna pavese tra mezzanotte e l'una.
Le telecamere di videosorveglianza di Motta Visconti e Casorate lo inquadrano più volte prima delle 2.30: sembra che stia girando in auto in cerca di qualcosa (il ladro che nel frattempo si stava spostando?). Oppure stava trattando il punto per la restituzione del maltolto?
Alle 2.30 il suo cellulare personale produce traffico dati (chat o altro), nessuna telefonata. Ma sembra abbia provato a fare una chiamata vocale via WhatsApp il fratello, che però non ha risposto.
Poi una telecamera comunale di Motta Visconti, vicino al cimitero, lo immortala verso le 7.15 di sabato. Alla stessa ora il suo telefonino dà l'ultimo segno di vita: c'è traffico dati, nessuna chiamata. Poi tutto si fa nero.
Una pagina Facebook per ritrovarlo
Anche Chi l'ha visto aveva naturalmente dato ampio spazio alla vicenda di Giacomo sartori:
Mentre la famiglia (il padre a Belluno è uno stimato veterinario) aveva aperto anche una pagina Facebook per agevolare il ritrovamento del giovane:
daniele.pirola@netweek.it