Tiraboschi: "Eliminare le bocciature a scuola? Serve una vera riforma"
Per la senatrice torinese di Forza Italia è necessario un cambiamento rivoluzionario che interessi l’intero comparto educativo coinvolgendo docenti, studenti, famiglie e aziende.

La senatrice torinese di Forza Italia, Maria Virginia Tiraboschi, commenta la proposta di eliminare le bocciature a scuola: per lei sarebbe invece necessario un cambiamento rivoluzionario che interessi l’intero comparto educativo coinvolgendo docenti, studenti, famiglie e aziende.
Tiraboschi: "Eliminare le bocciature a scuola? Serve una vera riforma"
Afferma, infatti, la senatrice Tiraboschi:
"Nel programma di Fratelli d’Italia pare esserci la proposta di eliminare le bocciature a scuola. In via di principio mi sento di dire di non essere d’accordo, non perché non sia aperta a valutare il sistema dei livelli utilizzato nel Regno Unito, al quale la leader Giorgia Meloni si è ispirata, ma perché credo che la proposta abbia solo un fine elettorale e non già riformatore.
Il cambiamento rivoluzionario dovrebbe interessare l’intero comparto educativo coinvolgendo docenti, studenti, famiglie e aziende in una community fortemente corsa sulla centralità del capitale umano, risorsa strategica per la crescita socioeconomica e culturale di un Paese, che sempre più necessita qualità.
Certificare il falso, come oggi troppo sovente avviene, pur di non bocciare, certamente non va bene e non aiuta la sempre più scarsa e poco allineata qualità formativa alle esigenze del mercato del lavoro, ma un sistema di certificazione all’inglese sul livello di conoscenze raggiunte rappresenterebbe solo una riforma di facciata e non sostanziale.
Ciò che, invece, credo vada riformato è tutto il corpo docente, oggi troppo sindacalizzato. La scuola italiana è concepita e organizzata non sull’alunno, ma su altre mille, presunte, necessita, in primis quelle degli insegnanti che manifestano sempre meno passione e attaccamento al loro mestiere di educatori che non sanno guardare al futuro.
Una scelta seria di politica economica sarebbe investire sull’educazione, da un lato pagando diversamente è meglio i docenti valutati attraverso un sistema che premi le performance qualitative e punisca l’assenteismo e, dall’altro offrendo borse di studio agli studenti meritevoli.
Mi chiedo se una simile riforma si possa mai concretizzare con una scuola pubblica per la quale sono sempre stata favorevole. Inizio però a pensare come Luca Ricolfi che la scuola progressista abbia ampliato le disuguaglianze e tradito l’articolo 34 della Costituzione sui 'capaci e meritevoli'".