Riformata decisione Tar

Test sierologici, il Consiglio di Stato legittima l'accordo tra San Matteo di Pavia e Diasorin

La sentenza è stata pubblicata nel tardo pomeriggio di giovedì 17 dicembre.

Test sierologici, il Consiglio di Stato legittima l'accordo tra San Matteo di Pavia e Diasorin
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Legittimo l’accordo di collaborazione tra la Fondazione IRCCS Policlinico San Matteo e la vercellese Diasorin S.p.A. per la validazione dei test sierologici.

Test sierologici: legittimo l'accordo tra San Matteo e Diasorin

Da Prima Pavia

La notizia è arrivata nel tardo pomeriggio di ieri, giovedì 17 dicembre 2020, con la pubblicazione della sentenza del Consiglio di Stato che ha riformato la decisione del TAR Lombardia ed evidenzia come in questo accordo non sussistano “i presupposti per invocare il diritto europeo della concorrenza” perché “a differenza del contratto di appalto e della concessione, strutturalmente non vi è una limitazione nella scelta dell’amministrazione ad un solo partner”.

“Non è un caso che il Ministero della Salute abbia escluso la necessità di procedure di evidenza pubblica non solo per le attività di validazione, ma anche per quelle di sperimentazione” si legge ancora nella sentenza del Consiglio di Stato ritenendo “dirimente l’obiettiva valutazione dell’oggetto dell’accordo in relazione alle finalità istituzionali della Fondazione”.

Soddisfazione del San Matteo

“Con questa sentenza il Consiglio di Stato conferma quanto fino ad oggi fatto dal San Matteo di Pavia nell’ambito della ricerca - commenta Carlo Nicora, Direttore Generale del Policlinico - E’ un tassello importante e per questo siamo molto soddisfatti”.

“La Fondazione IRCCS per ogni progetto di ricerca ha sempre verificato la qualificazione e l’idoneità del proponente, la coerenza della proposta con l’attività istituzionale, nell’ottica di salvaguardare la finalità pubblica della ricerca sanitaria, per garantire una positiva ricaduta per il sistema sanitario italiano – prosegue Nicora -. Sono certo che i nostri giovani ricercatori e i nostri clinici saranno ancor più stimolati a mettere in campo la loro creatività e le conoscenze di oggi per preparare il futuro”.

Caso San Matteo-Diasorin, cos’era successo

Violata la concorrenza, possibile danno erariale e assenza di bandi pubblici. La decisione del Tar dell’8 giugno scorso sull’accordo Diasorin-San Matteo di Pavia dopo il ricorso dell’azienda Technogenetics aveva fatto alzare un  polverone in Lombardia. Il contratto, firmato dal professor Fausto Baldanti (all’epoca anche membro di vari gruppi di lavoro e task force attivati per far fronte all’emergenza coronavirus), prevedeva non solo la validazione dei test sviluppati da Diasorin ma anche la loro realizzazione con il riconoscimento dell’1% dei proventi dalle vendite fuori dalla Lombardia alla fondazione sanitaria pavese.

Secondo il Tribunale Amministrativo che aveva accolto il ricorso e annullato il contratto, “mediante l’accordo il Policlinico ha consentito a un particolare operatore economico, scelto senza il rispetto di alcuna procedura a evidenza pubblica, ancorché non tipizzata, di conseguire un nuovo prodotto, che rimane nell’esclusiva disponibilità e commerciabilità dell’operatore stesso”.

A luglio infine, la decisione del Consiglio di Stato, cui Diasorin aveva fatto ricorso, per la sospensione degli effetti della sentenza del Tar rivelando la presenza di questioni che andavano approfondite.

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