intervento a cremona

Suona "Jingle Bells" mentre gli asportano un tumore al cervello

La particolare tecnica serve a monitorare in tempo reale la risposta del paziente. Che alla fine ha raccontato: "Non volevo smettere, l'applauso dei medici mi ha commosso".

Suona "Jingle Bells" mentre gli asportano un tumore al cervello
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Un'operazione incredibile, non soltanto per la difficoltà e per la delicatezza della zona su cui intervenire. Ma anche perché il paziente l'ha affrontata da sveglio, suonando "Jingle Bells". E stiamo parlando dell'asportazione di un tumore al cervello...

Paziente (musicista) suona "Jingle Bells" durante l'intervento

Come racconta Prima Cremona, l'operazione è stata eseguita all'ospedale di Cremona ed è il trentesimo intervento di chirurgia da sveglio eseguito con successo dall'equipe di Neurochirurgia diretta da Antonio Fioravanti. Si è trattato dell’ asportazione di un tumore cerebrale non comune (recidiva di oligodendroglioma) su   un paziente di cinquant’anni.

A spiegare come è avvenuto l'intervento è stato lo stesso dottor Fioravanti:

"La metodica impiegata è di alta specialità: viene applicata per togliere masse tumorali in aree critiche del cervello (linguaggio, movimento, ecc) e vede il paziente collaborante durante la seduta operatoria. Lo scopo è  valutare in diretta gli esiti dell’azione del neurochirurgo e ridurre al minimo i rischi che un intervento così delicato può comportare".

Durante la prima parte della seduta operatoria il paziente è stato sottoposto ad anestesia e svegliato durante l'asportazione del tumore. Questo  ha consentito all'equipe medica di interagire con lui, chiedergli di parlare e contare in modo da poter controllare nell’immediato la comparsa di eventuali deficit nel linguaggio.

"L’operazione chirurgica interessava la parte sinistra del cervello in cui si trovano, come dimostrano studi recenti, le aree che controllano le facoltà musicali e il linguaggio. Guarda caso, il nostro paziente è un musicista, così abbiamo pensato di fargli suonare una tastiera durante l’intervento come ulteriore elemento per valutare la sua risposta cerebrale. Questo ci ha consentito di capire e decidere progressivamente come proseguire, preservando le abilità di Enrico".

"Non dimenticherò mai l'applauso dei sanitari"

Naturalmente entusiasta il paziente, Enrico Presti, che ha raccontato quei momenti straordinari:

"Sembra impossibile, ma l’altro giorno in sala operatoria ho provato una sensazione di normalità.  All’inizio la neuropsicologa mi ha chiesto di muovere la mano e contare. Poi mi ha chiesto di suonare. Io sono un organista, ho fatto molti concerti in Europa, Russia e Finlandia, mai avrei pensato di esibirmi durante il mio intervento chirurgico.
Quando il dottor Fioravanti mi ha detto che l’operazione si era conclusa con successo non volevo più smettere di suonare, l’applauso dei sanitari non lo dimenticherò mai.

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Non è il primo caso: dalle olive ascolane ai disegni

Quello di Enrico, però, per quanto eccezionale, non è un caso unico. Anzi, sono sempre più gli interventi - anche delicati - che vengono eseguiti con questa modalità.

Proprio al  Maggiore di Cremona nell'agosto 2020 un sessantenne era stato sottoposto all'asportazione di un tumore cerebrale con questa tecnica. Prima dell'intervento aveva rivelato ai medici durante i colloqui preparatori la sua passione per il disegno, e così gli era stato chiesto di farlo mentre veniva operato

Una 60enne abruzzese, invece, ha raccontato ai medici la sua passione per la cucina. Detto fatto! Mentre veniva sottoposta a un delicato intervento al cervello per rimuovere un tumore nell'area deputata al controllo ed organizzazione del linguaggio e dei movimenti complessi della parte destra del corpo, nell'Azienda Ospedali Riuniti di Ancona, la signora ha preparato una novantina di olive ascolane. La donna è stata monitorata durante le due ore e mezza di intervento dal team multidisciplinare che, vedendola impegnata nella azioni quotidiane, ha potuto confermare il buon funzionamento dell'organo.

Un'operazione analoga è stata eseguita anche alle Molinette di Torino su un giovane musicista di professione, monitorandone la creatività mediante il suono di strumenti musicali in sala operatoria. Alan Brunetta, polistrumentista, ha suonato la chitarra durante l’intervento. Il 35enne era portatore di una neoformazione a livello del lobo temporale ed insulare destro. L’intervento richiedeva di preservare, con la massima probabilità possibile, le sue abilità creative e di improvvisazione musicale, cardine fondante della sua vita privata e lavorativa. Anche per lui è andato tutto bene, il team di medici ha apprezzato la colonna sonora dal vivo.

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