Finte vaccinazioni: c'è anche chi in cambio chiedeva di pagare "in natura"
In tutta Italia continua il canovaccio delle truffe legate alle certificazioni verdi. Nelle Marche chiesto sesso, in Veneto nei guai tre medici.
Sesso in cambio di vaccini e somministrazioni "tarocche". L'ultima frontiera dei raggiri della campagna anti Covid e delle certificazioni verdi finisce a luci rosse. Perché quanto accaduto ad Ancona ha di fatto dell'incredibile.
Sesso orale in cambio di vaccini, il green pass diventa a luci rosse
In realtà, l'episodio rientra nel più ampio raggio dell'inchiesta “Euro green pass”, coordinata dalla procura di Ancona: un'attività investigativa che ha portato a 35 provvedimenti cautelari emessi dal gip del tribunale del capoluogo marchigiano e riferiti alla seconda tranche dell'inchiesta, che il 10 gennaio scorso, ha portato in carcere un infermiere accusato di gettare via vaccini e all'emissione di altre 49 misure cautelari.
Ed è proprio in una delle dichiarazioni messe a verbali dagli inquirenti che l'infermiere avrebbe confessato di aver ricevuto del sesso orale da una delle pazienti che hanno ottenuto le false vaccinazioni e di conseguenza le false "certificazioni verdi".
False vaccinazioni, un tormentone da mesi in tutta Italia
Gli sviluppi dell'attività investigativa di Ancona non solo vanno ad aggiungersi ad episodi più o meno analoghi (eccezion fatta per le prestazioni sessuali) avvenuti praticamente in tutta Italia con denunce e arresti, ma seguono di poche ore quanto accaduto anche in Veneto, a Vicenza dove sono finiti nei guai tre persone, arrestate, ai domiciliari. Tra queste, due medici.
Anche in questo caso l'accusa è di false vaccinazioni.
Come racconta infatti Prima Vicenza, l'indagine è partita dopo la segnalazione della dirigenza dell’Ulss 8 Berica, che aveva segnalato un numero troppo elevato di vaccinazioni anti Covid eseguite in un ambulatorio.
Ecco allora che la Squadra Mobile nella giornata di ieri ha proceduto a una serie di arresti: si tratta nello specifico del medico di base con studio a Vicenza, del suo compagno e di uno specialista in nefrologia che dal novembre 2021 svolgeva mansioni di medicina generale.
E' stato possibile appurare che la dottoressa facesse finta di vaccinare contro il Covid i pazienti in modo tale da permettergli di ottenere il Green Pass per poter accedere ai servizi e al lavoro. Il compenso ricevuto per mettere in atto il raggiro veniva poi giustificato con fatture relative a trattamenti di ozonoterapia.
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