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Sala: "Serve un forte progetto di rilancio post Coronavirus"

Il vice presidente Fabrizio Sala sollecita il Governo Conte.

Sala: "Serve un forte progetto di rilancio post Coronavirus"
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La Lombardia è uno dei Quattro Motori d’Europa; ha un sistema imprenditoriale forte, innovativo e internazionalizzato; è leader in fatto di ricerca, sviluppo, brevetti e start up; e dispone (o disponeva?) di una sanità eccellente. Oggi questo quadro idilliaco è stato rovinato dall’esplosione del Coronavirus.

Tutta colpa della pandemia di Coronavirus?

"Sì - esordisce Fabrizio Sala, vice presidente di Regione Lombardia, ma anche assessore a Ricerca, Innovazione, Università e Internazionalizzazione. Nella Lombardia - una delle aree democratiche ed economiche più importanti del mondo - il virus è circolato indisturbato per due mesi e a marzo ci siamo trovati con un numero alto di contagiati che ha provocato questo disastro. Un virus di cui nessuno, in nessuna parte del mondo, ad esclusione della Cina, aveva conoscenza. Poi, una volta individuato, i “pompieri” della sanità hanno fatto un grandissimo lavoro per spegnere questo vasto e pericoloso incendio".

Qualcuno però ha gestito meglio di noi l’emergenza...

"Pochissimi, soprattutto se consideriamo che siamo stati i primi ad essere stati attaccati dopo la Cina. Basta guardare a cosa sta avvenendo a New York, negli Usa, in Brasile, in Gran Bretagna e persino in Svezia. Ancora oggi vi sono Paesi in lockdown".

Regione Lombardia ha istituito la Commissione d’Inchiesta sul Coronavirus, ma il cammino sin qui è stato caratterizzato solo da polemiche

"Giusto istituire la Commissione e che ci siano i controlli per capire cosa è stata fatto bene e cosa meno. Ma la verità la dirà solo la storia. Oggi conosciamo solo il 5% del Covid-19 e proprio per questo persino gli esperti hanno avuto e hanno ancora visioni diverse. Non mi piacciono però le strumentalizzazioni politiche; preferirei vedere un confronto su come favorire la ripresa, dove indirizzare le risorse, mettere a punto un piano strategico. Questa è la sana politica".

Ora l’emergenza Coronavirus sembra sotto controllo. Possiamo stare tranquilli?

"Al di là dei numeri la certezza sta che il tasso di contagio è inferiore a 1. Di Covid-19 non si muore più, ma ora si rischia di morire di fame perché aumenta il ricorso alla Cassa integrazione, crescono purtroppo anche i licenziamenti, le imprese faranno fatica a pagare le tasse che servono allo Stato per erogare i servizi, a partire dalla sanità".

Dall’Europa stanno arrivando molti soldi. Solo grazie al Recovery Fund sono previsti 172 miliardi di cui 80 a fondo perduto

"I soldi però devono essere investiti bene. Va bene qualche provvedimento assistenziale, ma la stragrande maggioranza delle risorse devono essere investite su progetti strategici, devono finire alle imprese manifatturiere, agli operatori del turismo e alle attività commerciali. Alle imprese sino ad oggi non è arrivato nulla".

Governo Conte bocciato senza appello

"I pochi contributi erogati alle imprese sono stati fatti attraverso sistemi burocratici vecchi. Il Governo ha puntato soprattutto sui crediti, sui prestiti e non su progetti che creano redditività e occupazione. I soldi vanno investiti su un forte progetto di rilancio del Paese e su manovre intelligenti come ad esempio sull’Industria 4.0 o la famosa Tremonti".

Cosa ne pensa di task force, commissioni di esperti, Vittorio Colao e Stati generali?

"Per ora vedo poca concretezza e un mondo economico che sta soffrendo a tutti i livelli. Le conseguenze le pagheremo fra qualche mese".

La Lombardia ha presentato una sorta di Piano Marshall da 3 miliardi. Basterà?

"Più di 500 milioni sono già stati messi a disposizione di Comuni e Province per riaprire i cantieri, avviare le prime opere pubbliche e mettere in moto l’economia locale. E’ stato un modo per immettere liquidità sul mercato. Poi abbiamo fatto la nostra parte sulle tasse regionali, sospese fino al 30 settembre con pagamento senza interessi fino al 31 ottobre".

E gli altri 2,5 miliardi come verranno spesi?

"Nelle grandi opere".

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