Perché in Piemonte ci sono 60mila imprenditori "fantasma": chi sono e cosa fanno
La classifica regionale vede infatti in testa la Lombardia dove l’economia sommersa ne ‘arruola’ 130.800. Seguono la Campania (121.200), il Lazio (111.500), Sicilia (95.600) e Puglia (78.100).
Con la pandemia sono aumentati gli imprenditori fantasma.
Sono 191mila pericolosi ‘fantasmi’ si aggirano per il Piemonte (3,2 milioni in Italia): sono i lavoratori irregolari e gli operatori abusivi che popolano il sommerso, quel mondo parallelo in cui non esistono regole e che produce danni ingenti alle imprese, alla sicurezza dei consumatori, alle casse dello Stato.
60.500 è, invece, la stima degli indipendenti irregolari attivi in Piemonte che minacciano con il loro operato i “regolari” nei vari settori più coinvolti. A denunciare le cifre del fenomeno è uno studio di Confartigianato che lancia l’allarme sulla minaccia del sommerso per le attività dei piccoli imprenditori.
Le stime
Secondo le stime contenute nell’analisi di Confartigianato è nel Nord che si annida il maggior numero di abusivi che si fingono imprenditori. La classifica regionale vede infatti in testa la Lombardia dove l’economia sommersa ne ‘arruola’ 130.800. Seguono la Campania (121.200), il Lazio (111.500), Sicilia (95.600) e Puglia (78.100). A livello provinciale, Roma batte tutti con 84.000 abusivi, seguita da Napoli (59.500), Milano (47.400), Torino (30.600).
“L’abusivismo è un fenomeno che perseguiamo da sempre con forza e determinazione - afferma Dino De Santis, Presidente di Confartigianato Torino -. In Piemonte il tasso di irregolarità nell’occupazione è pari a 10,0% rispetto ad una media nazionale del 12,6%; la stima degli indipendenti non regolari è di 11,3% rispetto ad una media di 14,4%; la quota di valore aggiunto generato da impiego di lavoro irregolare in Piemonte è di 3,9% ed una media Italia del 4,8%”.
“Le imprese del Piemonte che operano nei settori più colpiti dal fenomeno, subiscono quotidianamente la concorrenza sleale di 60mila 500 operatori abusivi che si spacciano per imprenditori, ma che di regolare non hanno nulla. E’ irregolare l’11,3% dei soggetti che svolgono attività indipendente. Un fenomeno che purtroppo vede Torino con 30.600, al terzo posto a livello nazionale come numero di abusivi che si fingono imprenditori”.
I numeri
In particolare, i rischi maggiori di infiltrazione abusiva li corrono le 56.886 imprese artigiane del Piemonte, soprattutto nei settori dell’edilizia (21.450), dell’acconciatura ed estetica (10.400), dell’impiantistica (10.900), dell’autoriparazione (6.200), della riparazione di beni personali e per la casa (2.680), del trasporto taxi (2.250), della cura del verde (1.900), della comunicazione (960), dei traslochi (87).
“Chiediamo tolleranza zero per un fenomeno che sottrae lavoro e reddito ai piccoli imprenditori e risorse finanziarie allo Stato, oltre a minacciare la sicurezza e la salute dei consumatori - conclude De Santis -. Ma in questa battaglia ci devono essere anche i cittadini. A tale scopo lanciamo la campagna nazionale di informazione contro l’abusivismo dal titolo ‘Occhio ai furbi! Mettetevi solo in buone mani’. Tre gli obiettivi dell’iniziativa: mettere in guardia i consumatori dal rischio di cadere nelle mani di operatori improvvisati, valorizzare qualità, durata, rispetto delle norme, convenienza e sicurezza del lavoro dei veri artigiani, richiamare le Autorità ad un’azione di controllo”.
(immagine di repertorio)