Scordatevi il buffet: l'esperimento giapponese sul rischio contagio da coronavirus
Dieci persone in una stanza, mezz'ora di tempo e un gel invisibile: i risultati.
Mettetevi il cuore (e lo stomaco) in pace: del buffet probabilmente non sentiremo parlare per un bel po', nei bar attrezzati per il cosiddetto "apericena", nelle mense come nei ristoranti. E, per carità, fosse solo questo il problema, proprio mentre ci si interroga su come potrebbe avvenire la ripartenza dei locali pubblici in alcune regioni già da lunedì, 18 maggio 2020.
L'esperimento giapponese sulla diffusione
Eppure è interessante l'esperimento condotto dalla televisione di Stato giapponese NHK, per mostrare con uno stratagemma quanto il coronavirus sia potenzialmente in grado di diffondersi. Il "trucco" utilizzato è un gel fosforescente visibile solo con lampade speciali: colpisce dove sia andato a finire.
Simulazione col gel fosforescente: l'esito
Dieci persone sono state messe in una stanza dov'era stato allestito un buffet e sono lasciate libere di servirsi. A una era stato applicato sulle dita il gel fosforescente per simulare la positività al coronavirus.
Mezz'ora dopo, accese le lampade speciali, la sorpresa: il gel fosforescente si era trasferito a tutte le altre nove persone presenti nella stanza, per mezzo di piatti, vassoi e posate, e naturalmente attraverso le mani. Ed è stato trovato anche sul volto di tre dei presenti, che naturalmente s'erano portati inavvertitamente le dita vicino alla bocca o agli occhi.
Buffet ad alto rischio
Insomma, luoghi dove si riuniscono più persone contemporaneamente per un certo periodo di tempo sono comprensibilmente più critici per il rischio contagio. La vicinanza tra i commensali e l’alta probabilità di contatti tra le mani e il viso in una situazione come il buffet aumentano esponenzialmente la velocità di diffusione.
I ristoranti nella Fase 2
La provincia autonoma di Bolzano grazie al suo Statuto speciale (in barba alla "diffidata" Calabria che intendeva fare altrettanto) ha già sperimentato da lunedì cosa significa riaprire bar e ristoranti. Non è semplice, ma entro la settimana dovrebbero giungere anche le attese linee guida del Governo per garantire la sicurezza del settore.
Si è parlato di sanificazioni frequenti, di barriere in plexiglass, ma soprattutto dell'ipotesi dei 4 metri di distanza fra i clienti (a meno di persone dello stesso nucleo famigliare) e le associazioni di categoria hanno a fronte di ciò già stimato una riduzione del 60% dei posti a tavola.
4 metri di distanziamento fisico per cliente
La prima indicazione sarà quella di utilizzare (per chi può) spazi all'aperto in luogo a quelli chiusi.
Il secondo passaggio sarà stabilire la capienza massima, dividendo la metratura del locale per i famosi (se saranno confermati) 4 metri quadrati di distanziamento fisico per ogni cliente (e due tra un tavolo e l’altro).
Ancora, niente menu se non su fogli usa-e-getta, sì alle lavagne. E naturalmente sì ai pagamenti con carta contactless.
E poi ventilazione dei locali, gel disinfettante, bagni igienizzati frequentemente. Niente mascherina per i commensali al tavolo, obbligatoria invece per tutto il personale.