Tutti i dati

Morti per Covid sul lavoro, in Piemonte sono 51 le vittime

Situazione che emerge dall'indagine elaborata dall’Osservatorio Sicurezza sul Lavoro Vega Engineering di Mestre sull’emergenza sanitaria nel Paese sulla base di dati Inail.

Morti per Covid sul lavoro, in Piemonte sono 51 le vittime
Pubblicato:
Aggiornato:

51 morti per Covid sul lavoro in Piemonte. E' questo il dato che emerge dalla recente indagine elaborata dall’Osservatorio Sicurezza sul Lavoro Vega Engineering di Mestre sull’emergenza sanitaria nel Paese sulla base di dati Inail.

Molise, Campania, Abruzzo, Lombardia e Liguria sono le regioni con il più alto indice di mortalità per Covid sul lavoro rispetto alla popolazione occupata nel corso dei 17 mesi di pandemia.

Vittime sul lavoro per Covid: tutti i numeri aggiornati

L'indagine effettuata dall’Osservatorio Sicurezza sul Lavoro Vega Engineering di Mestre sull’emergenza sanitaria nel Paese sulla base di dati Inail mostra i dati aggiornati relativi al numero di vittime per Covid-19 nei posti di lavoro.

Mentre tra quelle in cui l’indice di mortalità risulta essere meno elevato si trovano Trentino Alto Adige, Basilicata, Sardegna, Toscana e Veneto. E proprio il Veneto risulta essere la regione con il minor rischio di mortalità tra le regioni con il più alto numero di occupati.

Infatti, rispetto ad un’incidenza media nazionale pari a 27,9 il Veneto fa registrate un indice di 13,2. Ben lontano dai più preoccupanti valori di Lombardia (41,1) e Lazio (27,4). Tra gli indici più preoccupanti quelli di Molise (75,7), Campania (45,8), Abruzzo (43,0) e Liguria (38,3). Una nuova mappatura quella realizzata dall’Osservatorio mestrino che pone al centro dell’emergenza il rischio reale di mortalità.

Le percentuali di incremento delle denunce si abbassano

Intanto, per quanto riguarda i numeri assoluti da gennaio 2020 a maggio 2021, si contano 639 decessi. Ancora 39 vittime che si aggiungono a quelle rilevate a fine aprile 2021.

“Continuiamo a registrare nuove denunce di infortunio mortali e non mortali – sottolinea Mauro Rossato, Presidente dell’Osservatorio Sicurezza sul Lavoro Vega Engineering di Mestre – ma le percentuali di incremento si abbassano costantemente e questo è certamente dovuto all’effetto vaccini. I nostri grafici mostrano un costante decremento nel totale delle denunce di infortunio, mese per mese, che risultano essere addirittura dimezzate tra gennaio e febbraio e poi comunque in costante calo. Una tendenza favorita certamente dall’arrivo dei vaccini”.

In Piemonte 51 decessi: tutti i numeri Regione per Regione

In Piemonte il numero di vittime sul lavoro per Covid si è assestato a quota 51 decessi. In cima a questa spiacevole graduatoria, tuttavia, si trova la Lombardia, Regione che fa segnare ben 181 vittime per Covid-19 sul lavoro. Di seguito, poi, troviamo: Campania (74 decessi), Lazio (64 decessi), Piemonte (51), Puglia (43), Emilia Romagna (42 decessi), Sicilia (31), Veneto (28), Liguria (23 decessi), Abruzzo (21), Toscana (20), Marche (19), Molise, Calabria e Friuli Venezia Giulia (8), Umbria (6), Sardegna (5), Provincia Autonoma di Trento (3), Valle d’Aosta (2), Basilicata (2).

Sul totale dei decessi, la percentuale di uomini che hanno perso la vita sul lavoro per Covid-19 si assesta a quota 83,6%.

I settori lavorativi

Sul fronte della mortalità per settore, scopriamo che l’89,8% delle denunce di morti sul lavoro per Covid rientra nell’Industria e Servizi. E in questa macroarea produttiva con il 25,1% delle denunce con esito mortale, troviamo ancora il settore Sanità e Assistenza Sociale; seguono con il 12,8% il settore Trasporti e Magazzinaggi e con il 12,1% dei casi le Attività Manifatturiere (lav. prod. chimici, farmaceutica, stampa, industria alimentare…); con il 10,4% invece si trova il settore dell’Amministrazione Pubblica e Difesa (attività degli organi preposti alla sanità es. Asl, legislativi, esecutivi) e con il 9,5% quello del Commercio.

Intanto, in 17 mesi di pandemia e di emergenza, anche le professioni più colpite dal dramma sono e rimangono anche a fine maggio 2021 quelle dei tecnici della salute (infermieri, fisioterapisti) con il 10,7% dei casi. Seguiti da: impiegati, addetti alla segreteria e agli affari generali (10,6%), conduttori di veicoli a motore (7%), i medici (5,9%). E ancora: operatori sociosanitari (4,5%), il personale non qualificato nei servizi sanitari e istruzione (portantini, ausiliari, bidelli) (3,7%).

I numeri degli infortuni per Covid

Infine, accanto ai decessi sul lavoro per Covid, troviamo le denunce di infortunio totali legate al contagio da gennaio 2020 a maggio 2021; si tratta di 175.323 denunce, ovvero circa un quarto del totale delle denunce di infortunio pervenute (secondo dati Inail). L’incidenza degli infortuni del mese di maggio dall’inizio della pandemia è dello 0,4%.

  • Sette contagiati su dieci sono donne.
  • La fascia d’età maggiormente coinvolta è quella tra i 50 e i 64 anni.
  • L’Industria e Servizi il macrosettore più colpito con il 97,1% dei casi.
  • Il settore più colpito, è anche qui quello della “Sanità e Assistenza Sociale” che fa registrare il più elevato numero di denunce con il 65,9% del totale delle denunce.

Le professioni coinvolte

Per quanto riguarda la classifica delle professioni più coinvolte, rimane piuttosto stabile e scopriamo che il 37,7% delle denunce di infortunio riguardano i tecnici della salute, seguiti dagli operatori sociosanitari OSS (assistenti nelle case di riposo) con il 18,5% delle denunce; dai medici (8,6%), e dagli operatori socioassistenziali (nelle strutture ospedaliere) 7%. E ancora dal 4,8% del personale non qualificato nei servizi sanitari e istruzione (portantini, ausiliari, bidelli); dal 4,5% di impiegati amministrativi; dal 2,3% del personale non qualificato nei servizi di pulizia di uffici, alberghi, navi, ristoranti, aree pubbliche e veicoli.

La Lombardia guida anche in questo caso le classifiche delle denunce di infortunio legate al Covid con il 25,6% del totale nazionale. Seguono: Piemonte 13,3%, Veneto 10,6%, Emilia Romagna 8,3%, Lazio 6,5%, Campania 5,7%, Toscana 5,4%, Liguria 3,9%, Puglia 3,8%, Sicilia 3,1%, Marche e Friuli Venezia Giulia 2,4%, Provincia Autonoma di Trento 1,6%, Abruzzo 1,6%, Provincia Autonoma di Bolzano 1,6%, Sardegna 1,5%, Umbria 0,8%, Calabria 0,7%, Valle D’Aosta e Basilicata 0,5%, Molise 0,3%.

Seguici sui nostri canali