Miss Hitler e i suoi amici nazisti nella rete dei Carabinieri del Ros
12 persone sono finite nel registro degli indagati per associazione finalizzata alla propaganda e all'istigazione per motivi di discriminazione etnica e religiosa.
In 12 sono finiti indagati per associazione finalizzata alla propaganda e all'istigazione per motivi di discriminazione etnica e religiosa: diffondevano idee naziste e antisemite, tramite video e immagini palesemente razzisti e discriminatorie. Erano pronti a commettere azioni violente contro i "diversi" (secondo loro principalmente ebrei ed extracomunitari). Apparentemente appena usciti dal 1945, nel 2021 si ritrovano invece iscritti nel registro degli indagati per crimini dal peso notevole al termine di una lunga indagine dei Carabinieri del Ros.
Sono scattate oggi, lunedì 7 giugno 2021, perquisizioni a Roma, Cagliari, Cosenza, Frosinone, Latina, L’Aquila, Milano e Sassari.
Ma la stessa galassia è sotto osservazione dal 2017: nel 2019 era stato stroncato il tentativo di dar vita a un vero e proprio partito nazista, con perquisizioni a Siracusa, Milano, Monza Brianza, Bergamo, Cremona, Genova, Imperia, Livorno, Messina, Torino, Cuneo, Padova, Verona, Vicenza e Nuoro. E proprio allora era salita alla ribalta un'attivista milanese con un'aquila del terzo reich tatuata sulla schiena, subito ribattezzata "Miss Hitler".
12 persone indagate
Fanno tutti parte di un'organizzazione chiamata "Ordine ario romano" e l'indagine è ora gestita dai Ros e dalla procura di Roma. Secondo gli inquirenti i 12 soggetti, uomini e donne di età compresa tra i 26 e i 62 anni, avevano iniziato a programmare un'azione contro - niente popò di meno che - la Nato.
I militari sono sulle tracce dei 12 indagati da tempo: l'avvio delle ricerche dell'Arma infatti risale al 2009, quando è stata scoperta l'esistenza dell'Ordine, molto attivo specialmente sui social grazie ai quali come troppo spesso accade venivano diffusi contenuti razzisti e antisemiti, appoggiando e diffondendo tesi complottiste.
Gli inquirenti sono riusciti a scoprire anche l'esistenza di un gruppo WhatsApp dal nome "Judenfreie Liga (Oar)" tramite il quale venivano proposte e incentivate azioni violente contro stranieri ed ebrei. E' proprio qui che tra le chat è stato possibile scoprire il piano messo in piedi dagli indagati per realizzare un attentato contro una struttura della Nato, utilizzando ordigni esplosivi home made.
Una rete dalle maglie larghe che collega questo gruppo ai cugini portoghesi, che pare stessero collaborando nella pianificazione dell'attentato condividendo le follie razziste.
Scattate le perquisizioni anche in Lombardia
Grazie alle indagini dei Ros sono scattate oggi perquisizioni a Roma, Cagliari, Cosenza, Frosinone, Latina, L’Aquila, Milano e Sassari.
Tra gli indagati rispunta anche il nome di Francesca Rizzi, 36enne di Pozzo d'Adda (nel Milanese), la "Miss Hitler" lombarda tristemente famosa per l'enorme svastica con ali di aquila tatuata sulla schiena e che nel novembre di due anni fa era stata protagonista di un'altra indagine (denominata "Ombre Nere") partita da un monitoraggio di militanti di estrema destra della zona di Enna e che ha interessato diverse province lombarde.
Ai tempi l'indagine aveva consentito di far emergere l’esistenza di una vasta schiera di soggetti, residenti in tutta Italia, che avrebbero voluto costituire un nuovo movimento di ispirazione filonazista: il Partito nazionalsocialista italiano dei lavoratori. C’erano anche simbolo e programma, oltre ad account social e chat per l’addestramento dei militanti.
La Rizzi, inoltre, era stata segnalata anche per diversi post di insulti contro la senatrice a vita Liliana Segre.
Il fondatore è un 46enne di Sassari
Secondo le indagini "Ordine ario romano" sarebbe stato fondato da un uomo di 40 anni residente a Sassari, le cui generalità per il momento non sono state rivelate. Il giudice delle indagini preliminari di Roma incaricato del caso ha disposto l'obbligo di firma settimanale per tutti e 12 gli imputati che, secondo quanto scritto dal provvedimento del gip, sarebbero "accumunati da un’univoca concezione politica e culturale infarcita di sentimenti suprematisti e di disprezzo".
Un sentimento comune che si percepisce forte e chiaro dal materiale che circolava nei gruppi interessati, di propaganda nazista e incitamento all'odio specialmente nei confronti degli ebrei.
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