Ecco i dati aggiornati al primo trimestre appena concluso di Veneto Lavoro.
Mercato del lavoro, in Veneto cresce l’occupazione
Sono disponibili i dati aggiornati al primo trimestre appena concluso di Veneto Lavoro, relativi allo stato di salute del Mercato del lavoro e dell’Economia del nostro territorio regionale. Nei primi tre mesi del 2022 il saldo tra assunzioni e cessazioni dei rapporti di lavoro a tempo indeterminato, a tempo determinato e di apprendistato è pari a +23.600 posizioni lavorative.
Rispetto allo scorso anno si registra, quindi, una crescita di +12.600 unità, legata principalmente alle conseguenze della pandemia da Covid-19, ora meno gravi che in passato. Solo nel mese di marzo, il bilancio occupazionale è stato positivo per +16.000 posizioni lavorative.
La crescita dei posti di lavoro riguarda sia i contratti a tempo indeterminato (+10.600) che quelli a tempo determinato (+13.700); l’apprendistato, al contrario, registra un calo di -800 posizioni, a causa della crescita costante delle trasformazioni a tempo indeterminato. Le assunzioni registrano nel trimestre preso in esame un aumento del 45% rispetto al 2021 (+63% nel solo mese di marzo) e del 21% sul 2020, toccando nel trimestre quota 152.300.
Da segnare il fatto che ben un terzo dei nuovi contratti riguarda i giovani, che in termini tendenziali registrano la crescita più vigorosa rispetto al 2021 (+47%). In sostanza, stiamo velocemente tornando ai livelli pre-Covid, sia sul versante dei saldi che della domanda di lavoro.
Dando uno sguardo ai settori, il terziario vede le assunzioni raddoppiate nelle attività culturali e nell’editoria, e addirittura quadruplicate nel turismo, nonostante le difficoltà legate al reperimento di figure da impiegare nella ricezione e ristorazione (cuochi, baristi, camerieri, portieri notturni, ecc.), in vista dell’imminente apertura della stagione balneare lungo il litorale veneto.
L’industria registra un aumento delle assunzioni del 37% e un bilancio positivo per oltre 10 mila posizioni lavorative, grazie ai settori dell’occhialeria, calzature, macchine elettriche e mezzi di trasporto. L’ agricoltura, invece, segna un calo del -9% sul 2021, ma a causa di fattori esterni alle logiche di mercato. Il recuperato buono stato di salute del turismo si evidenzia nelle provincie a maggior vocazione turistica, quali Verona e Venezia, registrano i saldi occupazionali più positivi (rispettivamente +7.800 e +7.100 posizioni lavorative dipendenti).
Le cessazioni sono state nel trimestre complessivamente 128.700 (+39%), la maggior parte delle quali relative alla chiusura di tempi determinati o dimissioni, che nel periodo gennaio-marzo sono aumentate del 52%. Aspetto molto interessante, come conseguenza alla progressiva uscita dallo stato di emergenza pandemica, è quello che si sta verificando nella dinamicità del mercato del lavoro.
È aumentato, infatti, il desiderio di cambiamento di mansioni, ruoli e professionalità che spingono molti lavoratori a spostarsi sia di azienda che di territori, con un ricollocamento marcato. I licenziamenti, quindi, sono praticamente raddoppiati, e le nuove disoccupazioni registrano un +9% sul 2021. L’aumento maggiore è avvenuto nelle province in cui si è osservato il miglior risultato occupazionale del trimestre, ovvero Venezia e Verona (+17% di dichiarazioni di disponibilità DID).
Concludendo, i livelli occupazionali non stanno particolarmente risentendo delle ormai note criticità legate al vertiginoso aumento dei costi dell’energia e delle materie prime e alla loro carenza di approvvigionamento, nemmeno dalla spinta inflazionistica, e del conflitto russo-ucraino, tuttavia le previsioni economiche sono orientate ad un forte ridimensionamento della crescita del Pil, abbassata a circa il +2% rispetto il +4% stimato a fine 2021. Il raggiungimento definitivo dei livelli precedenti alla pandemia, pertanto, è rimandato al prossimo anno.
Il Presidente di Confapi Venezia, Marco Zecchinel, commenta:
“La dinamica occupazionale in Veneto è tornata ai livelli pre pandemici; questo è merito dell’ecosistema delle PMI venete, che si dimostra ancora una volta tra i più resilienti del nostro Paese. Come Confapi Venezia guardiamo con preoccupazione al ridimensionamento delle previsioni del Pil: una crescita per il 2022 al 2%, congiuntamente al fenomeno inflazionistico in essere, potrebbe determinare gravi criticità per l’equilibrio finanziario delle nostre imprese. A tal proposito stiamo promuovendo iniziative formative in favore degli imprenditori, al fine di migliorare le loro competenze in tema di controllo di gestione.”