La truffa dei giochini (e non solo) a cui ti trovi abbonato dal cellulare senza volerlo
Nessuno può ritrovarsi abbonato a un servizio se non lo dichiara esplicitamente: pronto un giro di vite per chi sgarra.
Il “gioco” è semplice quanto astuto e letale: navigate su un sito oppure usate una app, a un certo punto salta fuori il solito banner rompiscatole, voi cercate di cliccare col vostro pollicione la X per chiuderlo e invece finite per essere reindirizzati a una pagina promozionale: il problema è che a volte, il solo fatto di finire su una pagina come quella equivale ad aver sottoscritto un abbonamento! A cosa? Di tutto e di più: si va dai giochini, agli oroscopi, alle notizie di gossip e via dicendo.
Ma è una truffa: nessuno può ritrovarsi abbonato a un servizio se non lo dichiara esplicitamente. Ed è per questo che il Parlamento ha pronto un giro di vite per chi sgarra, grazie a un aumento dei poteri dell’Autorità Garante.
GUARDA IL SERVIZIO:
Abbonato dal cellulare senza volerlo
Nuovi poteri all'autorità antitrust per i servizi di telefonia senza consenso degli utenti e quanto prevede un emendamento a firma del forzista Renato Brunetta approvato dalla Commissione Bilancio della Camera che prevede che l'Autorithy possa ordinare anche in via cautelare la rimozione di iniziative o attività destinate ai consumatori, diffuse attraverso le reti telematiche o di telecomunicazione, che integrano gli estremi di una pratica commerciale scorretta.
La truffa dei giochini (e non solo)
La misura è scattato all'indomani dell'inchiesta della procura di Milano per la quale sono indagate oltre 10 persone sulle truffe delle compagnie telefoniche nei confronti di centinaia di utenti che si sono visti ad addebitare servizi a pagamento senza aver mai dato il proprio consenso.
Parliamo di giochini, suonerie, meteo, oroscopi e gossip attivati con sovrapprezzo sulla scheda sim senza una richiesta con doppio clic ma con l'inganno di banner pubblicitari fraudolenti.
I destinatari degli ordini dell' Authority hanno l'obbligo di inibire l'uso delle reti che gestiscono o in relazione alle quali forniscono servizi al fine di portare avanti attività in violazione del codice del consumo.
Altrimenti possono scattare multe fino a 5 milioni di euro.