Tutto ancora in forse

La riapertura delle discoteche slitta ancora (e spunta l'ipotesi ristori)

A pesare, il diffondersi della variante Delta e il fatto che la campagna vaccinale per i più giovani è decisamente indietro: molti per la seconda dose dovranno attendere ancora fino a fine settembre.

La riapertura delle discoteche slitta ancora (e spunta l'ipotesi ristori)
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La riapertura delle discoteche ad oggi, giovedì 1 luglio 2021, continua ad essere un miraggio.

Nonostante se ne sia discusso a margine dell'ultimo Consiglio dei Ministri, sul tema non è ancora stata presa una decisione definitiva ed anzi, al tavolo delle discussioni, si sarebbe parlato della possibilità di riconoscere delle risorse economiche per le mancate entrate subite dall'intero settore fino ad ora.

Per le associazioni di categoria e gestori delle discoteche, come ci aveva spiegato il presidente di Silp-Fibe, Maurizio Pasca, si è giunti ad un punto di non ritorno. Pasca era stato chiaro:

"Se non verranno rispettate le scadenze e se entro il 10 luglio non verranno riaperte le discoteche e le sale da ballo, sarà disobbedienza civile da parte di tutto il comparto".

Slitta ancora la decisione sulla riapertura delle discoteche

Nonostante il parere favorevole dello scorso venerdì alla riapertura delle discoteche da parte del Comitato tecnico scientifico, il Governo Draghi tiene ancora in bilico le speranze di un intero comparto lavorativo bloccato causa pandemia da Covid-19 da ben 17 mesi e unico a non aver ancora riaperto i battenti in Italia.

A pesare, naturalmente, il diffondersi della variante Delta e il fatto che la campagna vaccinale per i più giovani è ancora indietro: molti per la seconda dose dovranno attendere ancora fino a fine settembre.

Secondo quanto appreso da fonti ministeriali, il tema della riapertura delle discoteche e delle sale da ballo è stato affrontato a margine dell'ultimo Consiglio dei Ministri di ieri, mercoledì 30 giugno 2021. A riguardo, tuttavia, una decisione definitiva non è stata ancora presa e anzi, al tavolo delle discussioni, si sarebbe parlato della possibilità di attuare un piano di ristori per le mancate entrate subite dall'intero settore fino a ora.


"Non riaprire le discoteche è un errore"

Interpellato sull'argomento, Marco Bassetti, primario di Malattie infettive all'ospedale San Martino di Genova, ha dichiarato che il ritardo nella riapertura delle discoteche rappresenta un errore sia perché i giovani vanno a divertirsi nei locali in Spagna, Grecia e Francia, sia perché organizzano serate in altri luoghi come bar, spiagge e case private dove non ci sono controlli.

Su tale problematica ci aveva detto la sua anche Maurizio Pasca, presidente di Silp-Fibe, associazione di categoria della Confcommercio:

"Durante l’incontro al Ministero della Salute con il Sottosegretario Andrea Costa abbiamo presentato un protocollo di sicurezza atto a garantire il rispetto delle misure a contrasto della pandemia da Covid-19 e a consentirci di poter tornare a lavorare in normalità. Nonostante le rassicurazioni, le autorità sanitarie e governative non si sono espresse concretamente a riguardo e la cosa mi sembra paradossale considerando che dappertutto in Italia la gente si ritrova nelle piazze e nei pubblici esercizi a ballare senza il minimo controllo".

I dubbi del Governo sul protocollo di sicurezza

Protocollo di sicurezza a cui il Cts ha dato il suo via libera sottolineando tuttavia la necessità che i clienti siano "resi consapevoli che tali attività sono tra quelle a maggior rischio di assembramento e trasmissione del Covid".

La procedura per la ripartenza elaborata dal sindacato Silb-Fibe e da Assointrattenimento prevede di ammettere in discoteca o nelle sale da ballo solo le persone munite di Green Pass che accerti l’avvenuta guarigione da Covid-19, l’avvenuta vaccinazione o l’esito negativo di test molecolari o antigenici effettuati nelle 48 ore precedenti l’accesso alla struttura.

I dubbi del Governo su una presa di posizione favorevole alla riapertura delle discoteche ruotano tuttavia su due punti cardine:

  1. il numero massimo degli avventori ammessi contemporaneamente nel locale, fattore per cui l’attuale normativa già particolarmente restrittiva, prevede un affollamento massimo che va da 0,7 a 1,2 persone al metro quadro
  2. l’utilizzo della mascherina all’interno delle discoteche e delle sale da ballo. Su quest’ultimo aspetto il dibattito è infuocato, in quanto, se il protocollo propone l’uso delle mascherine solamente negli ambienti al chiuso laddove non è possibile rispettare la distanza interpersonale di un metro, di contro afferma che le attività di ballo effettuate in una discoteca o sala da ballo sono considerabili alla stregua di attività fisico sportive che causano un maggior fabbisogno di ossigenazione nel sangue, per cui obbligare l’uso della mascherina durante tali attività potrebbe nuocere alla salute delle persone.

"Se non si riapre sarà disobbedienza civile"

Alla luce degli ultimi avvicendamenti, quindi, il settore delle discoteche rischia di restare ancora bloccato. La deadline del 10 luglio, indicata sia dagli esperti del Cts, sia da recenti dichiarazioni del sottosegretario alla Salute, Pierpaolo Sileri, qualora non si trovasse una chiave di svolta, potrebbe rappresentare per l'intero comparto l'ennesimo nulla di fatto. Il presidente Maurizio Pasca, in tal senso, ci aveva spiegato verso quali tipo di conseguenze si arriverebbe se le discoteche non dovessero ancora aprire:

"Discoteche e sale da ballo riapriranno lo stesso. Sono più di 17 mesi che siamo chiusi e di decisioni relative alle riaperture non sono state prese. In tutta Italia stanno dilagando nelle piazze e nei pubblici esercizi Se non verranno rispettate le scadenze e se entro il 10 luglio non verranno riaperte le discoteche e le sale da ballo, sarà disobbedienza civile da parte di tutto il comparto".

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