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La mafia al tempo del Covid e i rischi per le imprese

Cresce l'allarme infiltrazioni mafiose in Lombardia: gestione rifiuti, sanità e servizi, gli ambiti più a rischio

La mafia al tempo del Covid e i rischi per le imprese
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Le conseguenze della pandemia sul piano sanitario, sociale ed economico si riflettono sui processi evolutivi della criminalità organizzata. In questo contesto, la vulnerabilità di alcuni settori, maggiormente colpiti dalle chiusure e dalle misure di contenimento del virus, ha creato condizioni favorevoli al subentro nelle compravendite della mafia. Un rischio che chi sostiene il sistema Paese, ovvero gli imprenditori, non può e non deve correre. Il tema è stato analizzato durante l’incontro “Le infiltrazioni mafiose al tempo del Covid-19”, che si è svolto mercoledì 21 aprile su Genio & Impresa, magazine di Assolombarda, in diretta streaming.

Le infiltrazioni mafiose al tempo del Covid

L’appuntamento, ideato da Assolombarda, ha avuto lo scopo di rafforzare la cultura della sicurezza, promuovere maggiore consapevolezza e alzare l’attenzione delle imprese sui rischi della criminalità organizzata.

“Le organizzazioni mafiose, colpiscono il sistema produttivo con conseguenze devastanti sulla competitività, l’attrattività e la sostenibilità economica e sociale delle imprese, soprattutto piccole e medie”.

Ha affermato Giovanni Quartiroli, Presidente Piccola Industria Assolombarda, in apertura dell’incontro.

I rischi per il mondo dell'economia

La mafia non è un agenzia di servizi, e il rapporto con la mafia rovina un'impresa per sempre. Questo il concetto alla base dell'incontro e che ha voluto trasmettere Antonio Calabrò, Vice Presidente Assolombarda con il suo intervento.

"Oggi la mafia in Lombardia coinvolge un numero sempre più consistente di imprese. Questo grazie alla sua capacità di offrire soluzioni rapide, servizi a basso costo e prestiti in denaro. Stravolgendo e corrompendo, però, imprese, mercato, economia. Dobbiamo dunque prestare la massima attenzione: gli effetti della pandemia hanno prodotto una notevole espansione sia degli interessi sia della sfera d’azione della criminalità organizzata. Dalle infiltrazioni, attraverso il gioco dei capitali, alle attività di estorsione e usura a danno degli imprenditori, fino al cybercrime che colpisce il patrimonio informativo aziendale. Oltre alla gestione illecita dei rifiuti, le attività nell’edilizia e la presenza nel settore dei servizi, compresa la sanità. I clan mafiosi operano anche attraverso "zone grigie" tra soggetti economici, politici e sociali del mondo legale, disponibili ai legami d’affari e di potere".

Il porsi delle organizzazioni mafiose come risolutrici di problemi è la chiave dell'azione criminale. L'idea di offrire all'imprenditore una soluzione semplice, mentre quest'ultimo si illude di riuscire a controllare il rapporto con la mafia.

"Il contrasto all’azione delle mafie deve partire, in primo luogo, dalla costruzione di un credito più accessibile e con tempi di erogazione più vicini alle esigenze delle imprese. Oltre alla creazione di un ambiente normativo e burocratico semplice, trasparente, efficiente ed efficace. Anche in prospettiva del Recovery Fund, che rischia altrimenti di essere compromesso da infiltrazione criminali. Uno dei maggiori pericoli per la crescita economica interna del Paese. In secondo luogo, questo contrasto deve partire dalle associazioni d’impresa, affinché denuncino ogni forma di criminalità organizzata”.

I numeri della mafia

Successivamente è intervenuto Giorgio De Rita, Segretario Generale del Censis che ha illustrato, attraverso i numeri, quanto pesano le attività illecite della mafia sul tessuto economico italiano, ma soprattutto lombardo.

“L’inquinamento economico ha tantissime facce. Se guardiamo i dati Istat il complesso delle economia cosiddetta "non osservata" vale tra i 210 e i 215 miliardi all’anno. Di questi 70 miliardi vengono dall'evasione fiscale, una quota inoltre è dovuta dal lavoro nero, ma 21 miliardi sono conseguenza diretta di operazioni di economia criminale. La Lombardia è al primo posto per giro d’affari in quest'ambito, registrando circa il 17% del totale delle azioni. Il valore dell'economia illegale sul territorio lombardo è intorno ai 4 miliardi di euro. Infine la nostra regione assorbe il 18% delle segnalazioni per riciclaggio fatte dalla Banca d’Italia, e Milano è al secondo posto per segnalazioni dopo Roma".

Il lavoro delle forze dell'ordine

Successivamente sono intervenuti anche i rappresentanti delle forze dell'ordine, che si occupano di contrasto alla mafia. Nello specifico Alessandra Dolci, Procuratore aggiunto e Capo della Direzione Distrettuale Antimafia di Milano, ha spiegato come le strategie mafiose si siano evolute rapidamente, per approfittare della situazione emergenziale di molte imprese.

Dopo di lei sono intervenuti il Comandante del Reparto Operativo del Comando Provinciale Carabinieri di Milano, Michele Miulli e il Capo centro operativo di Milano della Direzione Investigativa Antimafia, Piergiorgio Samaja. I quali hanno illustrato i risultati del lavoro di contrasto fatto nell'ultimo anno. Ad oggi il valore patrimoniale dei beni e degli immobili confiscati alla mafia è di circa 25 miliardi di euro. Una somma che equivale a circa un punto e mezzo del PIL italiano.

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