e le più virtuose

Inflazione: le città (e le regioni) con le impennate più preoccupanti

L'Unione Nazionale Consumatori ha stilato la classifica delle città e delle regioni più care d'Italia, in termini di aumento del costo della vita, sulla base dei dati diffusi dall'Istat.

Inflazione: le città (e le regioni) con le impennate più preoccupanti
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L'inflazione, soprattutto negli ultimi tempi, complice la mancanza di materie prime e la crisi energetica, sta facendo sentire il suo peso. Alcuni stanno subendo il contraccolpo in maniera decisamente più netta. L'Unione Nazionale Consumatori ha stilato la classifica delle città e delle regioni più care d'Italia, in termini di aumento del costo della vita, sulla base dei dati diffusi dall'Istat, da gennaio 2021 a gennaio 2022.

Rincari da 2783 euro a Bolzano, 2467 euro a Piacenza, 2394 ad Aosta. Le regioni più care sono Valle d'Aosta, Trentino e Liguria.

Rincari: le città che hanno subito di più

In testa alla classifica delle città più care d'Italia figura Bolzano, dove l'inflazione tendenziale di gennaio pari a +6,2%, si traduce nella maggior spesa aggiuntiva annua equivalente, in media, a 1972 euro, ma che schizza a 2783 euro per una famiglia di 4 componenti. Al secondo posto Piacenza dove il rialzo dei prezzi del 6,6%, il record italiano, determina un incremento di spesa pari a 1763 euro per una famiglia media, 2467 euro per una di 4 persone, al terzo posto Bologna, dove il +5,8% genera una spesa supplementare pari, rispettivamente, a 1635 euro per una famiglia tipo e a 2255 euro annui per una di 4 componenti.

Al contrario la città più virtuosa è Potenza, con una spesa aggiuntiva per una famiglia tipo pari a "solo" 914 euro su base annua, seguita da Campobasso (918 euro) e, al terzo posto tra le risparmiose, Vercelli, +937 euro.

Stupisce positivamente anche Milano, con un'inflazione pari a +3,9%, sotto il 4,8% della media nazionale, e con una spesa aggiuntiva in linea con quella italiana, +1130 contro 1126 euro.

Le regioni con più rincari

In testa alla classifica delle regioni con più rincari, con un'inflazione annua a +5,7%, la Valle d'Aosta che registra a famiglia un aggravio medio pari a 1449 euro su base annua, e che vince (si fa per dire) la classifica con 2394 euro per una famiglia di 4 persone. Segue il Trentino, dove la crescita dei prezzi del 6% (il record per le regioni) implica un'impennata del costo della vita pari in media a 1626 euro (primato nazionale) e a 2329 euro per una famiglia di 4 componenti. Al terzo posto la Liguria, +5,4%, con un rincaro annuo di 1211 e 1998 euro. Seguono: Emilia-Romagna; Veneto; Friuli-Venezia Giulia; Umbria; Lombardia; Lazio; Toscana; Sicilia; Piemonte, Abruzzo; Marche; Puglia; Molise; Calabria.

Le regioni più convenienti: Campania (+4,9%, +982 euro in media), Basilicata (+4,6%, +918 euro) e Sardegna (+5,4% e 1066 euro).

Impennata quasi storica

"E' da un quarto di secolo, dall'aprile del 1996 che non si registrava un'impennata dei prezzi del 4,8%. La colpa è dei beni energetici, ossia luce, gas e benzina, senza i quali l'inflazione sarebbe pari solo all'1,8%. Per questo il Governo deve fare molto di più, sia su luce e gas, spostando in questo trimestre invece che nel prossimo i 2,7 miliardi stanziati per le famiglie nell'ultimo decreto, sia facendo qualcosa per i carburanti, del tutto dimenticati dall'Esecutivo, ma che hanno lo stesso effetto moltiplicativo sull'inflazione dell'energia, quest'ultima incidendo sui costi di produzione, mentre benzina e gasolio sui costi di trasporto di tutti i beni" afferma Massimiliano Dona, presidente dell'Unione Nazionale Consumatori.

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