Numeri alla mano

Il mercato del lavoro in Veneto ingrana la marcia, oltre 53mila assunzioni a maggio

L'assessore Donazzan: "Con le riaperture la domanda di lavoro è cresciuta proprio in quei settori che avevano risentito degli effetti della pandemia, come turismo e dal commercio".

Il mercato del lavoro in Veneto ingrana la marcia, oltre 53mila assunzioni a maggio
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Un segnale positivo dopo l'annus horribilis: il mercato del lavoro veneto ingrana la marcia nel mese di maggio registrando oltre 53 mila assunzioni, un dato pari al 2019, e un bilancio di 21.200 posti di lavoro in più. È quanto emerge dai dati della Bussola di Veneto Lavoro relativi ai primi cinque mesi dell’anno, che sembrano certificare un’inversione di tendenza rispetto alle recenti dinamiche occupazionali.

Riparte l'occupazione in Veneto

“Si tratta di un rimbalzo rispetto ad un 2020 terrificante e ad un 2021 che sta registrando forti richieste di lavoro, fenomeno tutto da comprendere. E’ per questo che promuoverò approfondimenti con le diverse filiere proprio sul tema del lavoro. Va compreso quanto di questo rimbalzo possa perdurare nel tempo, per poter attivare con la Regione tutte le misure possibili di accompagnamento, aggiornamento delle competenze e inserimento al lavoro”.

Così l'assessore regionale al Lavoro Elena Donazzan, che sottolinea inoltre:

“Con le riaperture la domanda di lavoro è cresciuta in maniera significativa proprio in quei settori che avevano maggiormente risentito degli effetti della pandemia, a cominciare dal turismo e dal commercio. Giovani e donne sono le categorie che erano state più penalizzate e che ora stanno beneficiando maggiormente della crescita delle assunzioni, e anche questo è un segnale incoraggiante. L’augurio è che la riapertura di tutte le attività e la stagione turistica estiva, che finalmente sembra essere ripartita, possano dare nuovo slancio all’occupazione".

Nell’ultimo mese il volume delle assunzioni è tornato sui livelli di due anni fa, riducendo il gap ad appena il 2% in meno (53.200 in confronto alle 54.200 di due anni fa). Il risultato è interamente imputabile ai contratti a tempo determinato, che dopo diversi mesi di sofferenza hanno beneficiato della ripresa delle attività turistiche e del commercio, sia all’ingrosso che al dettaglio, andando a colmare la domanda di lavoro venuta a mancare nei mesi scorsi. In virtù del recupero di maggio, il bilancio occupazionale dei primi cinque mesi del 2021 sale a 39.000 posti di lavoro guadagnati, un valore ancora lontano dai più 61.000 registrati nel 2019, ma nettamente migliore di quello relativo all’analogo periodo del 2020, che aveva fatto registrare un saldo negativo di 4.500 posizioni lavorative. Il saldo è positivo in tutte le province, seppure con risultati generalmente inferiori rispetto al 2019, mentre, al netto dei miglioramenti registrati a maggio, la domanda di lavoro si è mantenuta in calo ovunque, su valori massimi a Venezia (-47%) e Verona (-28%) e minimi a Rovigo (-5%).

Occupazione femminile, turismo e commercio

Analizzando i dati, per quanto riguarda le caratteristiche anagrafiche dei soggetti coinvolti nel mercato del lavoro nei primi cinque mesi del 2021, le più penalizzate sul versante delle assunzioni risultano essere le donne (in calo del -32% rispetto al 2019, a fronte del -25% degli uomini) mentre la nazionalità non determina un particolare sfavore (con gli italiani al -27% e gli stranieri al -28%).

A livello territoriale risulta in maniera evidente come siano state le province ad elevata propensione turistica, Venezia e Verona, a pagare i costi più rilevanti della crisi pandemica. I dati evidenziano chiaramente come la flessione della domanda di lavoro si sia concentrata  principalmente nei settori soggetti alle restrizioni (servizi turistici e commercio) ma non abbia risparmiato anche quelli manifatturieri, a dimostrazione che il blocco del turnover determinato dall’impossibilità del licenziamento tende a “congelare” il mercato del lavoro; il settore primario e le costruzioni hanno mantenuto andamenti sostanzialmente positivi che si sono intensificati ed estesi all’intera economia a partire da aprile 2021.

Va rilevato come nel mese di maggio 2021 i saldi registrati nei settori del commercio, sia all’ingrosso che al  dettaglio, e nel turismo siano stati decisamente più positivi rispetto allo stesso mese del 2019: le riaperture  hanno fatto sì che il reclutamento che era mancato nei mesi precedenti si concentrasse nell’ultimo periodo. 

Forse è davvero ripartenza.

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