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I giovani incontrano le istituzioni: "Non smettete di sognare!"

All’istituto Magistri Cumacini di Como la 4^ tappa del tour organizzato dal Consiglio regionale per conoscere i bisogni giovanili

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"I giovani incontrano le Istituzioni. Sogni e bisogni tra democrazia e partecipazione". All'istituto Magistri Cumacini di Como ieri, venerdì 25 febbraio, è andata in scena la quarta tappa del percorso di ascolto che vede coinvolti Regione Lombardia, Anci e gli istituti scolastici lombardi e che mira a condividere e spronare le politiche indirizzate alle giovani generazioni.

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Quarta tappa di I giovani incontrano le istituzioni

Il compito educativo della scuola nel "formare i cittadini del domani" è stato il refrain nelle prime battute affidate alla preside Laura Francesca Rebuzzini, mentre il provveditore Marco Bussetti ha descritto invece tale attività come "occasione per occuparsi degli adolescenti, ossia persone nel pieno del loro divenire, che non hanno ancora concluso il loro percorso di crescita".

I giovani, ha scandito Bussetti,

"vivono l'età degli ideali, degli entusiasmi e della felicità totale e talora della tristezza, delle passioni tristi e delle emozioni, del fiato del cuore, dell'altalena tra le passioni". E’ il clima nel quale si è svolto il quarto appuntamento voluto dal Pirellone per costruire, tramite gli input degli studenti, la legge sui giovani che entro l’estate dovrebbe vedere la luce. Studenti ancora una volta a tu per tu con le istituzioni, con la conduzione di Andrea Quadroni de La Provincia di Como. L’avvio dei lavori si è caratterizzato per la spinta d'incoraggiamento arrivata dal sindaco di Como Mario Landriscina. Un monito ai ragazzi affinché

"scoprano le proprie carte, esprimano il proprio parere, anche se a una sola persona questa cosa possa non piacere".

Un sindaco, ha continuato Landriscina,

"non agisce mai da solo. E per questo è importante che ognuno giochi il proprio ruolo. E' importante che i giovani, con la loro vitalità e i sogni, siano affamati ma soprattutto curiosi di andare oltre e interessarsi alle questioni della nostra società".

Parole riprese anche dal consigliere della Provincia di Como e sindaco di Albavilla, Giuliana Castelnuovo. A seguire l’intervento del questore di Como Giuseppe De Angelis:

"Di solito intervengo in convegni dove si parla di devianza giovanile, tra bullismo e altre problematiche. Per risolvere i problemi che si riscontrano nella società non bisogna puntare l'indice contro qualcuno. E’ un concetto che non ci deve appartenere. La prima “arma” a nostra disposizione è il voto, preludio per il cambiamento. E’ il primo seme per fare emergere i talenti all'interno delle Istituzioni. Infatti non si cambia una città attaccandone i luoghi del potere".

Da qui la posizione del presidente del Consiglio regionale lombardo, il comasco Alessandro Fermi, che ha fatto il punto sul progetto di confronto nel suo insieme:

"Siamo alla quarta tappa del tour e continua il nostro tentativo di ascolto dei giovani faccia a faccia. Entro l'estate approveremo in Consiglio regionale una legge dedicata ai giovani e questo percorso servirà, una volta tanto, a capire che cosa possiamo fare per inserire nuovi stimoli e spunti"

Le domande dei ragazzi

Spazio dunque alle domande formulate dagli studenti dell’istituto di Lazzago. Un ragazzo, Cristian Gravina, ha rotto il ghiaccio ponendo l’accento sull’importanza della famiglia. Un assist per le osservazioni della vicepresidente Udp Francesca Brianza:

"La famiglia è un'istituzione, un pilastro fondamentale nella nostra società e ha un ruolo imprescindibile. E’ sinonimo di assistenza e vicinanza. Quando dico che la famiglia ha un ruolo sociale è perché i suoi membri quotidianamente si sostituiscono alle Istituzioni. Le stesse hanno tuttavia l’obbligo di rivolgersi a queste realtà affinché ci siano ricadute importanti proprio dal punto di vista socio-economico".

Un ’esigenza a cui Regione Lombardia ha risposto mettendo in campo politiche mirate, vale a dire un fondo della famiglia che ammonta a quasi 4 milioni di euro per sostenere i nuclei nelle varie difficoltà. Tra i temi affrontati, quindi, la partecipazione dei giovani alla politica. E qui Eros Robba, sindaco di Garzeno, ha richiamato il lavoro di don Milani quale promotore dell’educazione dei giovani appartenenti ai ceti più disagiati:

"Quello che si evince dall’opera politica di don Milani è che il problema degli altri diventa anche il nostro. E la politica non deve essere avara, ma serve a sviluppare una coscienza".

A fare eco a questo pensiero è stata Martina Gammella, consigliere con delega alle Politiche giovanili del Comune di Casnate con Bernate, che ha evidenziato come l’esperienza politica possa nascere dalle scuole.

"Uno studente che si impegna per il proprio istituto lo farà anche per la propria comunità".

Affrontato poi il tema della disoccupazione giovanile, con il consigliere membro dell’Udp Dario Violi, che ne ha individuato apertamente le cause:

"E’ un tema complesso che va affrontato a livello europeo. I fattori determinanti? Anzitutto la mancanza di attività di orientamento. E’ fondamentale che il giovane o la giovane si sappiano orientare non solo nel mondo dell'offerta formativa ma anche nel prosieguo della vita della persona. Serve quindi partire dai percorsi scolastici più idonei in base alle esigenze dell'individuo".

Altro esercizio da compiere, sempre a detta di Violi, è

"prendere in considerazione l’utilità di un percorso scolastico in Istituti tecnici e professionali".

Questo perché, ha aggiunto,

"è come se il mondo universitario avesse paura della concorrenza di altre realtà. Istituzioni differenti si fanno la guerra e non guardano invece allo sviluppo e alla crescita del giovane".

Interessante pure il momento in cui si è parlato di disagio giovanile, un fenomeno cresciuto notevolmente sulla scia della pandemia ma non solo. Oggi, infatti, un ragazzo su 7 è affetto da disturbi diagnosticati tra i quali ansia e depressione. Ha cercato di fornire una strategia proprio in tal senso Aldo Riva, sindaco di Dizzasco:

"Arriviamo da due anni di pandemia dove siamo stati per tante ore chiusi nelle nostre case. Il che ha comportato sofferenza e isolamento, ha visto accentuarsi la didattica a distanza. Tuttavia è venuta meno la socialità. Un giorno allora mi sono chiesto che cosa potessi fare per il mio paese, composto da 650 abitanti. Ho chiamato gli studenti in aula consiliare e proposto loro la partecipazione ad attività legate al Comune. E il risultato è stato una crescita a livello umano: i ragazzi sono tornati a stare insieme".

In scaletta, inoltre, il tema sanitario. E così Angelo Orsenigo, consigliere regionale, ha spiegato la ratio dietro alla riforma approvata nei mesi scorsi in Consiglio regionale:

"Con l'arrivo della pandemia nel 2020 abbiamo vissuto una situazione che nessuno di noi si sarebbe mai aspettato. Un vero e proprio tsunami si è abbattuto nelle nostre esistenze. Inevitabile dunque un confronto tra le forze politiche e la necessità di una nuova riforma. Riforma che prima di essere approvata ha visto discutere i consiglieri regionali per 20 giorni. Ed è emerso, al di là delle diversità, come l’obiettivo di migliorare la sanità fosse trasversale. La sanità lombarda era troppo sbilanciata sul privato ma che invece si appresta ad avvicinarsi al cittadino. Per mesi, scanditi comunque da toni aspri, ci siamo messi al lavoro per dare una risposta rassicurante ai cittadini, specie dopo gli insegnamenti derivati dall’emergenza Coronavirus".

Sul finire del dibattito il tema delle aree dismesse, attorno alle quali si è alimentata grande attenzione a partire dai banchi di scuola. Ed è stato citato, come esempio di opera ferma, quella del palazzetto di Muggiò.

"E’ un caso dietro al quale ci saranno motivazioni tecniche. Ma la cosa più importante è che i giovani non pensino che, di fronte a interventi che non vanno in porto, manchi la volontà politica. Non è questa la funzione dei decisori politici".

I dati del sondaggio

Per inquadrare meglio le aspirazioni e gli ideali in cui credono i protagonisti dell’incontro svoltosi ieri, gli organizzatori del tour, di cui il nostro gruppo editoriale Netweek è media partner, hanno somministrato loro un rapido questionario. Alla domanda su che cosa sia importante nella vita, gli studenti hanno risposto mettendo al primo posto la famiglia, con il 76% delle preferenze, poi gli amici, con il 66%, e il tempo libero, con il 41%. In ambito lavorativo, i desiderata dei giovani hanno a che fare essenzialmente con lo stipendio. A reputarlo importante è l’82% dei votanti, i quali credono che sia altrettanto importante fare carriera (64%) e avere un contratto a tempo indeterminato (53%). Meno di 3 ragazzi su 10 svolgono attività di volontariato.  Il 55% degli intervistati crede infine che la politica possa influenzare concretamente la loro vita. E lo strumento del referendum resta la forma di partecipazione che predilige il 68% degli stessi. Al centro della priorità, tuttavia, ci deve essere l’economia, nell’ordine del 65%.

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