Fiorello e l'assemblea di condominio infuocata: tutta colpa di un ascensore
Durante la riunione tra i proprietari, come sempre, la situazione si è scaldata. Ma alla fine il progetto è passato con un solo "no"...
Niente da fare, è un destino per tutti, anche se sei Fiorello. Alle riunioni di condominio volano gli stracci. E non si è smentita neppure quella che si è tenuta a Venezia, settimana scorsa, a Palazzo Bernardo, che annovera tra i suoi residenti niente meno che lo showman siciliano. Al centro della discordia il progetto di un ascensore voluto da alcuni proprietari, fra cui anche Fiorello, che ha votato sì alle modifiche che riguardano il cortile neogotico. Come racconta Prima Venezia, i toni della discussione si sono accesi, ma chi si opponeva ai lavori di Palazzo Bernardo, edificio quattrocentesco sul Canal Grande, ha perso.
Fiorello vota sì all'ascensore nell'edificio storico veneziano
La realizzazione di un ascensore esterno, nel cortile, per collegare il piano terra al secondo piano nobiliare - a beneficio di due residenti con seri problemi di mobilità - ha spinto Fiore e molti altri condomini a dire "sì". Insomma, le ragioni per ritenere l'intervento strutturale, necessario, ci sarebbero tutte. Ma non tutti erano allineati. E l'assemblea di condominio è diventata in poco tempo infuocata. Il tema, d'altronde, non è semplice come sembrerebbe: a Venezia, infatti, spesso, il dibattito tra i puri rigoristi che vorrebbero lasciare tutto com'è e tra quelli aperti alle innovazioni, è vecchio come il mondo.
E si intreccia a ragioni che vanno oltre gli interessi personali. Ma un dato è certo: la popolazione è sempre più anziana e vivere a Venezia comporta diverse difficoltà. Qualche accorgimento, insomma, serve... E poi c'è sempre la Soprintendenza che vigila e garantisce il rispetto e la tutela degli immobili.
L'assessore all’Urbanistica Massimiliano De Martin, si è così espresso:
"Senza entrare nel caso di Palazzo Bernardo, che non conosco, la popolazione è sempre più anziana, vivere a Venezia comporta non poche difficoltà tra cui il dover fare magari quatto o cinque piani a piedi: se si vogliono raggiungere standard abitativi di qualità, non invasivi e inclusivi, c’è la soprintendenza che vigila e garantisce che gli immobili siano tutelati".