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"Europa, quale confine?". Incontro sulla crisi migratoria bielorusso-polacca del Liceo Leopardi

Si è tenuto martedì 8 febbraio e ha visto la partecipazione di due relatori d'eccezione oltre alla partecipazione e alla curiosità degli alunni del liceo.

"Europa, quale confine?". Incontro sulla crisi migratoria bielorusso-polacca del Liceo Leopardi
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Martedì 8 febbraio, presso l’Auditorium della Camera di Commercio di Lecco, si è tenuto l’incontro, voluto e organizzato dal Liceo Leopardi, dal titolo “Europa, quale confine?”.

Europa, quale confine?

Un focus sulla crisi migratoria tra Bielorussia e Polonia per capirne i retroscena, le cause e le conseguenze. Questi i temi affrontati dai relatori Luigi Geninazzi, giornalista, e Gerolamo Spreafico, professore di Scienze della formazione presso l’Università Cattolica. Ma non è mancata l’attiva partecipazione dei ragazzi del liceo Leopardi: nel ruolo di moderatori due alunni di quinta superiore, Alessandro Prochilo e Paola Rizzi.

La crisi, architettata dal regime bielorusso, negli ultimi mesi ha permesso a migranti provenienti da Iraq, Afghanistan, Turchia e Libano di volare a Minsk e da lì provare a superare il confine polacco attraverso la foresta di Bialowieza. “Un parco nazionale, storica tenuta di caccia dei re polacchi che in questi mesi si è trasformata in un campo di una caccia ben più terribile: la caccia all’uomo” ha spiegato Geninazzi. La risposta polacca si riassume nel “push back”: respingimenti operati con la violenza dalla polizia e dall’esercito polacco. Un ping pong spietato tra due linee di confine che ha fatto e sta facendo registrare numeri allarmanti: più di 40mila tentativi di entrare in Polonia, circa 7mila persone rinchiuse in centri di detenzione o di accoglienza, 11mila migranti entrati in Germania e quattromila rimpatriati. Senza considerare le migliaia di persone non registrate nelle statistiche ufficiali.

L'esempio solidale

Da una tale situazione è nata anche una forte storia di  solidarietà. Alcuni volontari dell’Associazione Eskathon hanno deciso di partire nei primi di gennaio alla volta del confine bielorusso con l’intento di aiutare i migranti bloccati tra le due frontiere. Tre pulmini carichi, sei vecchi e nuovi amici che hanno deciso che non potevano rimanere indifferenti: “Abbiamo raccolto soldi, coperte, indumenti, delle powerbank e videocamere da consegnare ai migranti che cercavano di passare in Polonia”.

Ma come spesso accade, alle buone volontà dei singoli si frappone la cruda realtà difficile da cambiare: ancor prima del loro arrivo il governo polacco aveva istituito una zona rossa lungo il confine nella quale è vietato l’accesso a chiunque, anche a ONG e giornalisti. “Siamo stati alla Caritas di Varsavia dove padre Georg ci ha aiutato a far arrivare i pacchi ai migranti – ha spiegato Filippo Bugiada, membro della spedizione – Il nostro non è stato un gesto eroico, ma risponde a una necessità di fratellanza con gli altri. Come ha ricordato il papa nella recente intervista in tv: ci manca il toccare le miserie e il toccarle ci porta all’eroicità. Toccare è farsi carico dell’altro".

Il commento della preside Perossi

“Questo incontro è stato per i nostri studenti l’occasione di toccare una profonda ferita dell’Europa, grazie all’approfondimento storico di Geninazzi e alla testimonianza di Spreafico – ha commentato la preside Paola Perossi – Desideriamo che la scuola quotidianamente sia proprio questo per i nostri ragazzi: un aiuto a toccare la realtà, perché solo così si può sperimentare il gusto e la bellezza della conoscenza vera”.

L'intero incontro è visibile cliccando su questo link.

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