Ecco perché i profughi accolti negli hotel romagnoli non vogliono più andare via
Sugli oltre 700 solo in 128 hanno accettato il trasferimento, predisposto, per distribuire le presenze anche in altri territori.
Sono scappati dalla guerra e sono andati lì dove avrebbero trovato amici e parenti. Ora che sono troppi, però, devono essere trasferiti, ma non vogliono più andarsene dagli hotel.
Ecco perché i profughi accolti negli hotel romagnoli non vogliono più andare via
Sono stati predisposti punti di accoglienza in sette regioni. E da sabato 26 marzo 2022 l'operazione di trasferimento per alleggerire le zone a più alta concentrazione è partita. Peccato che siano pochissimi i rifugiati accolti in Emilia, soprattutto nella riviera romagnola, ad aver aderito a questa iniziativa. Vogliono, in pratica, restare lì, negli hotel di Rimini messi a disposizione, lo ricordiamo, per dare un tetto soprattutto a donne e bambini in fuga dagli orrori della guerra. Il motivo? E' presto detto.
Il piano deciso dal ministero
La decisione di trasferire i rifugiati in altre regioni (Liguria, Piemonte, Molise, Abruzzo, Marche, Basilicata e Puglia) è stata presa dal ministero dell'Interno, come detto, per evitare sovraffollamenti. Il Dicastero, inoltre, sta studiando un piano su scala nazionale. Quindi il problema riminese potrebbe essere un campanello d'allarme che svela una falda in un sistema tutto da gestire. Il motivo del "no" di massa di più di 700 profughi risiede nel motivo per cui sono arrivati in Romagna: principalmente ricongiungimenti famigliari.
Ricongiungimenti famigliari
Lungo la riviera, infatti, c'è una corposa comunità ucraina composta da circa 5mila persone. E chi è scappato dalla guerra ha raggiunto immediatamente parenti o amici. Qui, Riviera Sicura e Prefettura di Rimini hanno fatto in modo che le famiglie non venissero separate. E la conseguenza è stata molto semplice: 128 profughi hanno accettato il trasferimento, 700 hanno declinato l'offerta. Ma c'è un altro aspetto, questo forse più preoccupante.
Proposte soluzioni non all'altezza...
Alcune delle altre regioni individuate per il ricollocamento dei profughi non sarebbero affatto pronte all'accoglienza. Tra le chat su Telegram usate dai rifugiati, infatti, starebbero già girando immagini e video di strutture fatiscenti, precarie e infestate da insetti. Ma pure appartamenti senza riscaldamento, sporchi e con problemi strutturali. Insomma, non proprio adatti ad accogliere persone in fuga dalla guerra, soprattutto, lo ricordiamo, donne con bambini e persone in stato di fragilità.