E' successo di nuovo

E’ successo di nuovo: un tabaccaio sorprende il ladro, spara e lo uccide

La rapina con sparatoria in provincia di Frosinone. Il tabaccaio avrebbe riferito di aver agito per legittima difesa poiché il ladro era armato.

E’ successo di nuovo: un tabaccaio sorprende il ladro, spara e lo uccide
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"Ho sparato per difendermi". Queste le parole che Sandro Fiorelli avrebbe riferito agli inquirenti nel corso dell'interrogatorio. A Santopadre, in provincia di Frosinone, il tabaccaio 58enne ha sparato e ucciso uno dei tre ladri che gli erano entrati in casa per rapinarlo.

Tabaccaio spara e uccide uno dei tre ladri che lo stavano rapinando in casa

La tragedia si è verificata in provincia di Frosinone, nel Comune di Santopadre, verso le 19,40 di ieri, lunedì 25 ottobre 2021. Il 58enne Sandro Fiorelli, titolare della tabaccheria di famiglia in piazza Guglielmo Marconi, dopo aver sorpreso tre ladri in casa, ha sparato un colpo di fucile  colpendo al fianco uno dei tre malviventi di 34 anni e uccidendolo. Accanto al corpo la replica di una pistola caricata a salve.


 

A dare l'allarme è stato proprio il commerciante che ha riferito di aver subito un furto nella sua abitazione dove era appena ritornato con il figlio. Il tabaccaio 58enne, nel corso dell'interrogatorio da parte dei carabinieri della compagnia di Sora, ha dichiarato che ha sparato perché uno dei ladri stava impugnando una pistola che poi avrebbe rivolto verso di lui. Gli altri malviventi si sono invece dati alla fuga.

Al momento sono in corso le indagini da parte dei militari dell'Arma che stanno cercando conferme al racconto del tabaccaio. Accertamenti sono stati svolti anche nella villetta, per capire come i ladri siano entrati in azione e cosa abbiano portato via. Sequestrati il fucile da caccia, regolarmente detenuto dal padrone di casa con altre armi dello stesso tipo, e anche la replica. Sul posto sono intervenuti anche un’ambulanza dell’Ares 118, alcune pattuglie della polizia e il pm di Cassino Marina Marra che ha disposto l’autopsia. Attualmente sono in corso le ricerche dei complici del 34enne ucciso.

Gioielliere cuneese rapinato, spara e uccide due ladri

La vicenda avvenuta in provincia di Frosinone è solo l'ultima in ordine di tempo che riguarda la legittima difesa. In provincia di Cuneo, a Grinzane Cavour, nel mese di aprile aveva tenuto banco a livello nazionale la rapina con sparatoria che si era verificata nella gioielleria di Mario Roggero.

Rapinato da tre malviventi, il gioielliere cuneese aveva aperto il fuoco contro di loro: Andrea Spinelli e Giuseppe Mazzarino erano morti sul colpo, mentre il terzo malvivente sopravvissuto, Alessandro Modica, era rimasto ferito ad una gamba. Dopo diversi mesi di distanza dal caso, è giunto l'esito delle indagini del procuratore della Repubblica Vincenzo Paone presso il Tribunale di Asti: il gioielliere Mario Roggero è accusato di omicidio doloso plurimo, tentato omicidio e porto illegale di arma comune da sparo.

Dagli elementi raccolti nel corso delle investigazioni, è emerso che Mario Roggero, dopo la conclusione della rapina, aveva inseguito all’esterno dell’esercizio i tre rapinatori che, già usciti dalla gioielleria con la refurtiva, stavano dandosi alla fuga e da distanza ravvicinata aveva sparato contro gli stessi, disarmati, scaricando l’intero caricatore, con la volontà di cagionarne la morte, eccedendo in tal modo volontariamente i limiti della legittima difesa patrimoniale.

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Eccesso colposo di legittima difesa per il tabaccaio torinese

Ma restiamo in Piemonte. Dopo due anni di indagini, la Procura di Ivrea ha accusato di eccesso colposo di legittima difesa il tabaccaio di Pavone Canavese (Torino), Franco Iachi Bonvin, 69 anni, che nella notte fra il 6 e il 7 giugno del 2019 uccise con un colpo di pistola Ion Stavila, 24enne moldavo, sorpreso durante un furto alla sua tabaccheria.

Il tabaccaio, dal balcone di casa sua che si trova sopra il negozio, sparò dei colpi di pistola dopo aver sorpreso la banda di malviventi a compiere il furto. Il corpo senza vita del ladro moldavo venne ritrovato dalla polizia sul marciapiede di fronte al cortile del negozio. Il 24enne non era solo quella notte, altri due malviventi tentarono con lui il colpo: uno è ancora sconosciuto, mentre l'altro è un connazionale di 27 anni irreperibile. I due ladri sopravvissuti sono accusati di furto aggravato.

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Due casi simili in provincia di Lodi

In provincia di Lodi si sono verificati infine altri due casi con le medesime dinamiche.

Mario Cattaneo, oste 69enne, il 10 marzo 2017 ferì a morte uno dei ladri che erano entrati nella sua proprietà per derubarlo. Il 24 gennaio 2020 il Tribunale di Lodi aveva emesso una sentenza di assoluzione nei suoi confronti, motivata secondo la logica dell'insussistenza del fatto. Su volere della Procura di Lodi, tuttavia, è stata però presentata un appello alla sentenza. Il motivo riguarda il fatto che il 69enne di Casaletto Lodigiano non aveva raccontato tutta la verità su quanto successe quella notte, dichiarando di aver sparato solo un colpo quando, secondo il pm, i colpi partiti sarebbero stati due. Cattaneo avrebbe sì agito per legittima difesa, ma eccedendone i limiti: questo il punto del pubblico ministero, contrario a quanto affermato dalla difesa.

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Sempre nel Lodigiano, il gioielliere Ermanno Pellegrini, lo scorso 29 agosto 2019 è stato aggredito da un ladro che, per derubarlo di qualche oro, ha tentato di ucciderlo con un coltello. Alessio dello Stritto è il ladro che ha messo a repentaglio la vita del gioielliere, ora in carcere.

Secondo quanto raccontato da Ermanno stesso, Dello Stritto è entrato una prima volta in gioielleria per poi uscirne senza far nulla, forse perchè voleva studiare l’ambiente o forse avrebbe voluto agire subito ma non ne ha avuto il coraggio. Pochi minuti dopo esserne uscito, comunque, Dello Stritto è rientrato in gioielleria, questa volta attuando il piano premeditato da tempo. Con un coltello in mano si è avvicinando al bancone puntandolo all’addome di Ermanno e minacciandolo per farsi dare oro e gioielli, ma la situazione non è proseguita come il ladro sperava e si immaginava potesse andare. Ermanno infatti non ha esitato e non si è arreso alla paura reagendo alla minaccia e scagliandosi contro l’aggressore.

I due sono caduti a terra e, fortunatamente, il coltello del ladro si è spezzato poco prima che lui, senza accorgersi della rottura dell’arma, colpisse ripetutamente alla testa Ermanno. Sentiti rumori sospetti, il primo dei due figli del gioielliere dal retro del negozio è accorso a vedere cosa stesse succedendo e, trovando il ladro intento ad aggredire il padre, si è scagliato su di lui nel tentativo di bloccarlo. Poco dopo è intervento anche il secondo figlio, chiamato dalle grida di aiuto, e insieme sono riusciti ad immobilizzare Dello Stritto salvando la vita al padre.

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Macellaio spara al ladro: lui è in carcere, il malvivente è libero

L'ultimo eclatante precedente di questo tipo è quello che ha riguardato Walter Onichini, commerciante padovano, che da lunedì 13 settembre 2021 è in carcere per tentato omicidio. In una notte di luglio del 2013, il macellaio di Legnaro (Padova) aveva ferito a colpi di fucile uno dei ladri che aveva tentato di rubargli l'auto in giardino. Onichini sparò due volte ferendo l'albanese Elson Ndreca. Il commerciante padovano non si limitò a questo, però: sceso in cortile, caricò in auto il ladro per poi abbandonarlo in mezzo ai campi.

La speranza del diretto interessato e dei suoi più stretti familiari, nonché di molti sostenitori del "diritto alla difesa" che lo hanno sostenuto in questo otto lunghi anni di processi, era appunto che la Suprema Corte rivedesse, in toto o al ribasso, la sentenza di condanna. Invece niente. I Carabinieri si sono presentati alla sua porta per portarlo in carcere. Una vicenda giudiziaria che si chiude così, lasciandosi dietro uno strascico di polemiche, anche per il risarcimento da 25mila euro che il macellaio padovano dovrà al ladro.

In tutta questa vicenda, poi, il malvivente ferito nella sparatoria è stato condannato a tre anni e otto mesi per quel furto: una condanna scontata solo in minima parte perché ora l'albanese vive all'estero da uomo libero. Sparito nel nulla. Per molti un'autentica beffa, una vera e propria ingiustizia.

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