Per protesta

Dopo Regeni e Zaki, la Scala rinuncia a una tournée milionaria in Medioriente

A stretto giro la semi smentita del sovrintendente Meyer, che accusa i sindacati di aver gonfiato la vicenda per manie di "protagonismo".

Dopo Regeni e Zaki, la Scala rinuncia a una tournée milionaria in Medioriente
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Ha fatto molto rumore, nella giornata di ieri, la scelta coraggiosa compiuta dal Teatro Alla Scala di Milano che non andrà in Tournée in Egitto e Medio Oriente nonostante l'allettante offerta economica per protestare contro la loro violazione dei diritti umani. A stretto giro, però, è arrivata anche la precisazione del sovrintendente Dominique Meyer che ha chiarito che non vi era alcuna tournée programmata e che la Scala riceve molte proposte che spesso declina.

La Scala boicotta Egitto e Medioriente: "violazione diritti umani"

Come racconta Prima Milano, l'ipotesi di una Tourneé in Egitto pensata per settembre è sfumata prima ancora di essere concretamente proposta perché i lavoratori della Scala non hanno lasciato alcuno spiraglio: nessuna trasferta in un paese dove i diritti umani non sono garantiti. I lavoratori, anche tramite i sindacati, fanno sapere che la loro decisione si lega indissolubilmente al trattamento subito da Patrick Zaki e alle troppe luci che ancora, a distanza di 6 anni, ci sono sul caso Regeni.

"Inopportuno suonare in un paese che non dice la verità su Giulio Regeni" è la posizione ufficiale dei musicisti.

Una scelta anti-economica

Dopo il periodo difficile causato dal Covid, che ha imposto la chiusura di teatri e concerti per un lunghissimo periodo di tempo, non era scontato assumere una posizione così decisa, anzi. Si parla di un tour da 5-6 milioni di euro che non si farà esclusivamente per ragioni etico-politiche. Fa sapere Adriano Gnani (segretario regionale Uilcom):

"Ci rendiamo conto dell'importanza ma nulla può valere economicamente parlando rispetto a una tournèe in un paese che ha tantissime ombre e pochissime luci".

Anche Francesco Lattauda, delegato SLC CGIL Orchestra Scala, spiega la decisione:

"Non volevamo far uscire dalle mura scaligere questa vicenda però è un'occasione per ribadire che quando la Scala si muove e va in trasferta forse deve fare attenzione a dove va e i soldi da chi li prende".

Il ringraziamento dei coniugi Regeni

I genitori di Giulio Regeni, che da sempre combattono per scoprire la verità sull'atroce morte del figlio, hanno ringraziato ogni singolo lavoratore della Scala per la coraggiosa decisione compiuta: "Vorremmo che tutti seguissero il loro esempio lodevole".

La semi smentita

Nella serata di ieri, 17 febbraio 2022, è arrivata anche la versione del sovrintendente Meyer, che è differente e che arriva ad accusare Lattuada di "protagonismo". Stando alle sue parole nessun sindacato ha 'bloccato' qualcosa di già organizzato. Semplicemente, la tournée in Egitto sarebbe stata una delle tante proposte giunte, che non era neppure stata ancora presa in considerazione:

"C’è stato tanto rumore per nulla. Si è trattato solo di una proposta arrivata al Teatro e non c’è stato alcuno scontro con i sindacati. Capisco la famiglia Regeni e l’attenzione dopo un disastro del genere, la cosa peggiore che possa succedere a un genitore. Ma noi non abbiamo rinunciato a fare qualcosa che non volevamo fare".

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