Bufera

Dopo la figuraccia di Salvini in Polonia, anche Confindustria Veneto rincara la dose

Il presidente Carraro: "Che schifo di politica. Sta sempre a mettere la povera gente l’uno contro l’altro"...

Dopo la figuraccia di Salvini in Polonia, anche Confindustria Veneto rincara la dose

La bufera sulla Lega non si arresta. Dopo la contestazione del sindaco polacco al leader Matteo Salvini, a buttare benzina sul fuoco è stato un tweet dell’ex segretario lombardo Paolo Grimoldi. Il tema? I profughi ucraini e non. Parole, quelle di Grimoldi, che hanno provocato una serie di reazioni anche al di fuori del mondo politico. A condannare il Grimoldi-pensiero è stato il presidente di Confindustria Veneto, Enrico Carraro, che non le ha mandate decisamente a dire…

Dopo la figuraccia di Salvini in Polonia, anche Confindustria Veneto rincara la dose

Profughi di serie A e profughi di serie B. I primi, gli ucraini in fuga dalla guerra. I secondi, le donne e gli uomini che lasciano il Bangladesh.

Questo è il concetto di accoglienza espresso dal tweet dell’ex segretario lombardo Paolo Grimoldi, finito sotto la lente del presidente di Confindustria Veneto Enrico Carraro e che ha provocato, come ci si sarebbe potuti aspettare, una vera e propria bufera.

Il presidente Carraro non le ha mandate a dire…

Parole, quelle di Grimoldi, (poi non molto diverse da quelle di Salvini pronunciate qualche giorno fa) decisamente divisive. Per nulla condivise, è questo è un dato di fatto, dal numero uno degli industriali, che non ha esitato a utilizzare toni davvero severi per contestare il messaggio dei leghisti.

Nello specifico a innescare la polemica è stato il seguente tweet: “La Polonia ha già accolto 920 mila profughi. E sono profughi veri, che scappano da un conflitto vero, diciamola tutta, non come quelli che arrivano dal Bangladesh”.

E la risposta del presidente di Confindustria Veneto è stata senza dubbio molto netta:

“Che schifo di politica. Sta sempre a mettere la povera gente l’uno contro l’altro. Ma che hanno fatto i #bangladesh?”

Il tutto a poche ore dal fuori programma di Salvini a Przemysl

Il leader della Lega è andato infatti per lanciare un messaggio di pace in Polonia, ma  la sua “spedizione” non è andata proprio come sperava. All’arrivo alla stazione Przemysl, la cittadina ad una decina di chilometri al confine con l’Ucraina, Salvini è stato contestato.

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Il sindaco (peraltro di destra) gli ha mostrato una maglia con la faccia di Putin (che lo stesso leghista aveva  indossato nel 2015) e gli ha apertamente detto: “Non ti ricevo”.